SIENA. Tutti hanno detto la loro sul probabile smistamento delle future classi della 4° del liceo scientifico Galilei; gli unici che non stati ancora ascoltati siamo noi studenti, i diretti interessati. Vogliamo dire la nostra, nessuno sa come la pensiamo, come vediamo la possibilità di questo intervento, di cui temiamo fortemente gli effetti negativi sulla regolarità ed efficacia del percorso didattico già iniziato. Intendiamo esprimere il nostro punto di vista per mettere in luce le vere conseguenze di una scelta che appare fondata su un semplice e freddo calcolo ragionieristico.
Al di là dei problemi che temiamo si verificheranno nei rapporti interpersonali fra studenti e della rottura degli equilibri all’interno delle classi, siamo seriamente preoccupati delle ripercussioni sulla didattica e sul nostro futuro scolastico.
Il normale percorso didattico prevede il cambio dei docenti alla fine della prima fase degli studi superiori; infatti, terminata la seconda classe si conclude un primo ciclo di apprendimento e con l’inizio della terza se ne avvia un secondo che si conclude con l’esame di stato. Rimescolare le classi del quarto anno significa interrompere un ciclo già avviato, introdurre nuovi percorsi didattici da calibrare sulla diversa composizione delle classi, costringere gli alunni a modificare ancora una volta il metodo di apprendimento.
Le conseguenze inevitabili di questa scelta saranno: ritardi nei programmi, stress aggiuntivo – ed inutile – dovuto alla necessità di curare l’inserimento dei ragazzi “trasferiti” nelle classi di destinazione, possibili difficoltà di socializzazione senza contare, poi, quanto è difficile sostenere una spiegazione in una classe di trenta discenti! E’ evidente che un numero eccessivo di studenti impedisce che coloro che manifestano difficoltà vengano adeguatamente seguiti.
Dal momento che anche noi, ragazzi di 17 anni, siamo in grado di comprendere le conseguenze e le problematiche che scaturiranno da tale decisione della Direzione Generale della Toscana, non ci spieghiamo come mai persone che detengono il potere decisionale in una materia così delicata come la formazione scolastica, che pone le basi per una solida società civile, non abbiano valutato i danni che si produrranno sul nostro percorso didattico e, di conseguenza, sul nostro futuro.
I ragazzi della III G Liceo Scientifico G. Galilei
Al di là dei problemi che temiamo si verificheranno nei rapporti interpersonali fra studenti e della rottura degli equilibri all’interno delle classi, siamo seriamente preoccupati delle ripercussioni sulla didattica e sul nostro futuro scolastico.
Il normale percorso didattico prevede il cambio dei docenti alla fine della prima fase degli studi superiori; infatti, terminata la seconda classe si conclude un primo ciclo di apprendimento e con l’inizio della terza se ne avvia un secondo che si conclude con l’esame di stato. Rimescolare le classi del quarto anno significa interrompere un ciclo già avviato, introdurre nuovi percorsi didattici da calibrare sulla diversa composizione delle classi, costringere gli alunni a modificare ancora una volta il metodo di apprendimento.
Le conseguenze inevitabili di questa scelta saranno: ritardi nei programmi, stress aggiuntivo – ed inutile – dovuto alla necessità di curare l’inserimento dei ragazzi “trasferiti” nelle classi di destinazione, possibili difficoltà di socializzazione senza contare, poi, quanto è difficile sostenere una spiegazione in una classe di trenta discenti! E’ evidente che un numero eccessivo di studenti impedisce che coloro che manifestano difficoltà vengano adeguatamente seguiti.
Dal momento che anche noi, ragazzi di 17 anni, siamo in grado di comprendere le conseguenze e le problematiche che scaturiranno da tale decisione della Direzione Generale della Toscana, non ci spieghiamo come mai persone che detengono il potere decisionale in una materia così delicata come la formazione scolastica, che pone le basi per una solida società civile, non abbiano valutato i danni che si produrranno sul nostro percorso didattico e, di conseguenza, sul nostro futuro.
I ragazzi della III G Liceo Scientifico G. Galilei