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di Alessandra Siotto
SIENA. “Il cittadino non informato o informato male è meno libero". Questa frase, pronunciata sul palco di Piazza del Popolo da Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, riassume il senso della manifestazione per la libertà di stampa che si è svolta sabato (3 ottobre) a Roma.
Al di là della lotteria sul numero dei partecipanti – 300mila secondo la stima degli organizzatori, 60mila per la Questura – si può affermare con certezza che di persone ce n'erano davvero tante. Numerosi autobus arrivati da tutta Italia hanno portato nella capitale centinaia di pacifici manifestanti: giovani e meno giovani, bambini e signore, reporter e pensionati, che hanno colorato con bandiere e cartelloni un'assolata Piazza del Popolo. Tra la gente comune, tanti giornalisti e numerosi volti noti dei media e della politica hanno preso parte all'evento, promosso dalla Federazione nazionale della stampa.
LA PARTECIPAZIONE. Oltre a striscioni, volantini, magliette, adesivi, pupazzi, grandi cartelloni e palloncini colorati, c'erano tante bandiere dei partiti dell'opposizione, nonostante la Fnsi avesse chiesto un passo indietro su questo punto. Tante le adesioni di associazioni, sigle sindacali, comitati di redazione di reti televisive e giornali. Particolarmente affollato lo stand di Repubblica, dove Eugenio Scalfari ed Ezio Mauro hanno stretto mani alla gente per tutto il pomeriggio. Anche le redazioni dell'Unità e del Manifesto erano presenti in piazza con i loro stand.
Alla folla si sono mescolati Michele Santoro, Vauro e Marco Travaglio, Nanni Moretti, Serena Dandini, il Gabibbo, Stefania Sandrelli e i fratelli Taviani.
C'erano anche gli universitari, legati e con con il bavaglio sulla bocca che hanno scelto lo slogan “hanno rapito il nostro futuro" per manifestare il loro disagio.
Ha partecipato alla manifestazione anche il corteo dei lavoratori precari della scuola delle sigle Flc-Cgil e Gilda; Antonella Vaccaro del Coordinamento precari di Napoli, ha spiegato le ragioni dei manifestanti della scuola dal palco di Piazza del Popolo ed ha salutato i partecipanti della manifestazione della FNSI.
GLI INTERVENTI. Gli interventi sul palco, presentati da Andrea Vianello, conduttore di Mi manda Rai 3, sono stati preceduti da un minuto si silenzio per le vittime di Messina.
Il primo a parlare è stato Franco Siddi, segretario generale della Fnsi: “chiediamo di cancellare le norme che vietano l'esercizio del diritto di cronaca e di consentire che le indagini giudiziarie possano svolgersi secondo l'indipendenza della magistratura”. “Libertà di stampa – ha affermato Siddi – non vuol dire solo avere a disposizione decine di giornali, ma anche avere tutte le notizie che meritano di essere pubblicate”,
Acclamato dal pubblico l'autore di Gomorra, Roberto Saviano, ha affermato che “verità e potere non coincidono mai” ed ha elencato i nomi dei giornalisti caduti mentre facevano il loro mestiere, chiedendo che non si "infanghi" il loro nome.
Durante la manifestazione, è stato letto un messaggio del direttore di Famiglia Cristiana Don Sciortino, il quale ha affermato che è "diabolico far credere che questa manifestazione sia una farsa (….); la stampa non può essere lo zerbino del potere” .
Sono saliti sul palco anche Sergio Lepri, storico direttore dell'Ansa, Neri Marcorè e Jasmine Trinca, che ha letto un testo di Anna Politkovskaja. Teresa de Sio, Simone Cristicchi e Marina Rei hanno cantato per i manifestanti.
Ma l'intervento più ricco di contenuti e riflessioni è stato quello di Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, il quale ha spiegato il senso dell'articolo 21 della Costituzione, relativo alla libertà di stampa. “La libertà di informazione – ha affermato Onida – è fondamentale per la vita democratica. Una libera informazione è il presupposto per una società libera. Il ruolo che deve avere la stampa è quello di 'cane da guardia' della democrazia”. “L'informazione – ha spiegato – è anche potere, ma esercitato nell'interesse di tutti e non del singolo. Il ruolo dei giornalisti è quello di offrire strumenti per la comprensione dei fatti, che vanno spiegati e raccontati ai cittadini”. Secondo Onida “la libertà di informazione deve essere bilanciata dalle altre libertà individuali”.
L'OPINIONE. Questa manifestazione rappresentava un'occasione per rivendicare il diritto all'informazione, diritto ad informare e ad essere informati. Un diritto che riguarda tutti i cittadini ed è ancora più carico di significato nella nostra epoca, in cui i vari media accompagnano ogni momento della nostra giornata ed hanno un potere ed una diffusione enormi rispetto ai tempi in cui esisteva solo la stampa.
Questa giornata doveva essere dedicata ai giornalisti e a quanti credono che senza una corretta e completa informazione non possa esistere una società libera. Perchè è solo sapendo i fatti che ciascun individuo riesce a formarsi un'opinione.
La libertà di stampa non riguarda solo Annozero e Repubblica, le 10 domande al premier o la pubblicazione delle intercettazioni. Il diritto all'informazione riguarda anche i giornali cittadini, i quotidiani locali, le radio di provincia, le piccole emittenti televisive e tutti quei giornalisti che con passione svolgono quotidianamente il loro lavoro. Forse sarebbe stato giusto dare più voce a loro e provare a pensare che le minacce alla libertà di stampa non sono rappresentate solo dalle scelte dell'attuale maggioranza di governo o dalla posizione del suo leader. La libertà di stampa viene meno ogni qual volta un ragazzo è costretto a pagare 5mila euro per un master in giornalismo; oppure quando un inserzionista pubblicitario ha il potere di decidere quali notizie possono essere pubblicate; o ancora quando un giornalista viene sottopagato, o peggio licenziato. La libertà di informazione viene meno quando si preferisce dare la notizia dell'amore tra George Clooney e la Canalis, piuttosto che parlare delle guerre in Africa.
Tutto questo per dire che i problemi del mondo dell'informazione sono complessi e presentano numerose sfaccettature. Forse, piuttosto che far scivolare la manifestazione nell'antiberlusconismo o nelle rivendicazioni partitiche, il mondo dell'informazione avrebbe potuto manifestare il proprio disagio, analizzando i problemi reali e portandoli all'attenzione dell'opinione pubblica, facendo anche un'autocritica dei propri errori. Solo così, il mondo dei media poteva dimostrare di essere veramente unito nell'interesse della libertà, una libertà che va difesa al di là delle opinioni politiche.
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(foto di Martina Bassi)
SIENA. “Il cittadino non informato o informato male è meno libero". Questa frase, pronunciata sul palco di Piazza del Popolo da Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, riassume il senso della manifestazione per la libertà di stampa che si è svolta sabato (3 ottobre) a Roma.
Al di là della lotteria sul numero dei partecipanti – 300mila secondo la stima degli organizzatori, 60mila per la Questura – si può affermare con certezza che di persone ce n'erano davvero tante. Numerosi autobus arrivati da tutta Italia hanno portato nella capitale centinaia di pacifici manifestanti: giovani e meno giovani, bambini e signore, reporter e pensionati, che hanno colorato con bandiere e cartelloni un'assolata Piazza del Popolo. Tra la gente comune, tanti giornalisti e numerosi volti noti dei media e della politica hanno preso parte all'evento, promosso dalla Federazione nazionale della stampa.
LA PARTECIPAZIONE. Oltre a striscioni, volantini, magliette, adesivi, pupazzi, grandi cartelloni e palloncini colorati, c'erano tante bandiere dei partiti dell'opposizione, nonostante la Fnsi avesse chiesto un passo indietro su questo punto. Tante le adesioni di associazioni, sigle sindacali, comitati di redazione di reti televisive e giornali. Particolarmente affollato lo stand di Repubblica, dove Eugenio Scalfari ed Ezio Mauro hanno stretto mani alla gente per tutto il pomeriggio. Anche le redazioni dell'Unità e del Manifesto erano presenti in piazza con i loro stand.
Alla folla si sono mescolati Michele Santoro, Vauro e Marco Travaglio, Nanni Moretti, Serena Dandini, il Gabibbo, Stefania Sandrelli e i fratelli Taviani.
C'erano anche gli universitari, legati e con con il bavaglio sulla bocca che hanno scelto lo slogan “hanno rapito il nostro futuro" per manifestare il loro disagio.
Ha partecipato alla manifestazione anche il corteo dei lavoratori precari della scuola delle sigle Flc-Cgil e Gilda; Antonella Vaccaro del Coordinamento precari di Napoli, ha spiegato le ragioni dei manifestanti della scuola dal palco di Piazza del Popolo ed ha salutato i partecipanti della manifestazione della FNSI.
GLI INTERVENTI. Gli interventi sul palco, presentati da Andrea Vianello, conduttore di Mi manda Rai 3, sono stati preceduti da un minuto si silenzio per le vittime di Messina.
Il primo a parlare è stato Franco Siddi, segretario generale della Fnsi: “chiediamo di cancellare le norme che vietano l'esercizio del diritto di cronaca e di consentire che le indagini giudiziarie possano svolgersi secondo l'indipendenza della magistratura”. “Libertà di stampa – ha affermato Siddi – non vuol dire solo avere a disposizione decine di giornali, ma anche avere tutte le notizie che meritano di essere pubblicate”,
Acclamato dal pubblico l'autore di Gomorra, Roberto Saviano, ha affermato che “verità e potere non coincidono mai” ed ha elencato i nomi dei giornalisti caduti mentre facevano il loro mestiere, chiedendo che non si "infanghi" il loro nome.
Durante la manifestazione, è stato letto un messaggio del direttore di Famiglia Cristiana Don Sciortino, il quale ha affermato che è "diabolico far credere che questa manifestazione sia una farsa (….); la stampa non può essere lo zerbino del potere” .
Sono saliti sul palco anche Sergio Lepri, storico direttore dell'Ansa, Neri Marcorè e Jasmine Trinca, che ha letto un testo di Anna Politkovskaja. Teresa de Sio, Simone Cristicchi e Marina Rei hanno cantato per i manifestanti.
Ma l'intervento più ricco di contenuti e riflessioni è stato quello di Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, il quale ha spiegato il senso dell'articolo 21 della Costituzione, relativo alla libertà di stampa. “La libertà di informazione – ha affermato Onida – è fondamentale per la vita democratica. Una libera informazione è il presupposto per una società libera. Il ruolo che deve avere la stampa è quello di 'cane da guardia' della democrazia”. “L'informazione – ha spiegato – è anche potere, ma esercitato nell'interesse di tutti e non del singolo. Il ruolo dei giornalisti è quello di offrire strumenti per la comprensione dei fatti, che vanno spiegati e raccontati ai cittadini”. Secondo Onida “la libertà di informazione deve essere bilanciata dalle altre libertà individuali”.
L'OPINIONE. Questa manifestazione rappresentava un'occasione per rivendicare il diritto all'informazione, diritto ad informare e ad essere informati. Un diritto che riguarda tutti i cittadini ed è ancora più carico di significato nella nostra epoca, in cui i vari media accompagnano ogni momento della nostra giornata ed hanno un potere ed una diffusione enormi rispetto ai tempi in cui esisteva solo la stampa.
Questa giornata doveva essere dedicata ai giornalisti e a quanti credono che senza una corretta e completa informazione non possa esistere una società libera. Perchè è solo sapendo i fatti che ciascun individuo riesce a formarsi un'opinione.
La libertà di stampa non riguarda solo Annozero e Repubblica, le 10 domande al premier o la pubblicazione delle intercettazioni. Il diritto all'informazione riguarda anche i giornali cittadini, i quotidiani locali, le radio di provincia, le piccole emittenti televisive e tutti quei giornalisti che con passione svolgono quotidianamente il loro lavoro. Forse sarebbe stato giusto dare più voce a loro e provare a pensare che le minacce alla libertà di stampa non sono rappresentate solo dalle scelte dell'attuale maggioranza di governo o dalla posizione del suo leader. La libertà di stampa viene meno ogni qual volta un ragazzo è costretto a pagare 5mila euro per un master in giornalismo; oppure quando un inserzionista pubblicitario ha il potere di decidere quali notizie possono essere pubblicate; o ancora quando un giornalista viene sottopagato, o peggio licenziato. La libertà di informazione viene meno quando si preferisce dare la notizia dell'amore tra George Clooney e la Canalis, piuttosto che parlare delle guerre in Africa.
Tutto questo per dire che i problemi del mondo dell'informazione sono complessi e presentano numerose sfaccettature. Forse, piuttosto che far scivolare la manifestazione nell'antiberlusconismo o nelle rivendicazioni partitiche, il mondo dell'informazione avrebbe potuto manifestare il proprio disagio, analizzando i problemi reali e portandoli all'attenzione dell'opinione pubblica, facendo anche un'autocritica dei propri errori. Solo così, il mondo dei media poteva dimostrare di essere veramente unito nell'interesse della libertà, una libertà che va difesa al di là delle opinioni politiche.
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(foto di Martina Bassi)