"All’attenzione dei membri del Senato Accademico,
vogliamo porre la realtà che le nostre colleghe e i nostri colleghi in attesa di stabilizzazione, ma con contratti a tempo determinato in scadenza, stanno vivendo.
Alcuni di loro sono già a casa, altri ci andranno in nei prossimi giorni, terminando così un’esperienza pluriennale con il nostro Ateneo fatta di competenze, attitudini, servizi, aspettative che andrà inevitabilmente persa.
A tutt’oggi sono 39 le colleghe e i colleghi in attesa di stabilizzazione, con contratti a tempo determinato in scadenza, 12 solo nel 2009, i rimanenti nel 2010, 2011 e 2012.
Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 12 dicembre 2008 ha approvato una delibera (delibera n.5 del 12 dicembre 2008) che di fatto blocca i meccanismi di proroga dei contratti a tempo determinato, subordinandoli al riaccertamento dei requisiti della relativa copertura finanziaria nel bilancio preventivo 2009 o nei successivi, così come contrariamente a quanto previsto dall’applicazione delle Finanziarie 2007 e 2008 in materia di stabilizzazione (cfr. direttiva n.7 del 2007 e circolare n. 5 del 2008 emanate dall’allora Ministero per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione).
Vogliamo ricordare che in questi mesi, nei pochi incontri che il personale in attesa di stabilizzazione è riuscito ad avere con l’Amministrazione, molte sono state le aspettative prospettate e le rassicurazioni profuse. A tutt’oggi però non è stata presa alcuna decisione in proposito.
Il personale in questione ha garantito in questi anni, assieme al resto dei dipendenti, quei servizi, quelle attività di supporto alla ricerca e alla didattica e quella qualità che hanno consentito al nostro Ateneo di ottenere posizioni di primato a livello nazionale (cfr. graduatoria Atenei pubblicata a fine luglio dal Sole 24 ore) oltre a ulteriori forme di finanziamento statale (cfr. parametri attribuzione FFO e distribuzione quote FFO per la qualità). Pur essendo coscienti e consapevoli della realtà economico finanziaria che stiamo vivendo, riteniamo che ogni Piano di risanamento o iniziativa da mettere in atto per uscire dalla crisi, non può essere fatta solo di tagli ma anche di investimenti. Con le poche migliaia di euro necessarie per la copertura di questi contratti a tempo determinato l’Università degli Studi di Siena difenderebbe non solo l’essere un’istituzione pubblica di qualità, a partire dai servizi che eroga, ma anche la qualità dei suoi investimenti e delle sue scelte sulle persone, a favore dell’intera comunità. In alternativa si aprirebbero scenari difficili da accettare. Già a partire dai prossimi giorni infatti, in molte biblioteche di facoltà, non potranno essere garantiti i servizi di base, con la conseguente riduzione o chiusura di alcuni di essi (ad es. aperture serali e sale di lettura). Le conseguenze saranno quelle di avere un’ utenza più insoddisfatta e effetti negativi sulla parametrizzazione della qualità. Il risultato finale potrebbe essere quello di ottenere meno fondi per l’Ateneo in futuro, se non si deciderà di investire sulla difesa del personale e dei rapporti di lavoro.
Sicuri della vostra sensibilità nei confronti non solo delle persone che vivono, studiano e lavorano nell’Università degli Studi di Siena, ma anche del territorio e della capacità che oggi l’Ateneo deve dimostrare con scelte importanti e coraggiose a sostegno anche dell’economia e del futuro del nostro territorio, vi auguriamo un buon lavoro".
La FLC-CGIL, CISL-Università, UIL-PA-UR, RDB