Bersaglio degli slogan il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, arrivato a Siena per ricervere il Premio Frajese.
Uno dei massimi rappresentanti del Governo è stato al centro di una nuova, vistosa, protesta che, a Siena come in altre città, non ha esaurito la sua forza.
Prima che la cerimonia di consegna dei premi potesse prendere avvio, nelle sale del Santa Maria della Scala è risuonata la voce contrariata degli studenti. E' toccato ad una ricercatrice pronunciare un lungo documento in cui si spiegavano le ragioni dei cori che, a pochi metri dalla sala, dietro le transenne, venivano ripetuti dai suoi colleghi.
Contro la legge 133 e contro la legge 180, in difesa dell'Università, ha detto la ricercatrice, e non certo contro il premio o in polemica con il riconoscimento dato al "giornalista Letta".
Fuori, gli studenti facevano sentire la loro presenza: "Buffone" era il termine che maggiormente tornava alle orecchie. Ma non sono mancati altri slogan riguardanti la situazione dell'Università, le istituzioni e la politica senese i cui massimi rappresentanti si trovavano tutti concentrati nello stesso posto, ad ascoltare i discorsi dei premiati.
La polemica, in alcuni momenti, si è fatta anche pesante. Sebbene non sia stato possibile capire la dinamica dei fatti, alcuni studenti hanno inveito contro le forze dell'ordine sostenendo che tre giovani manifestanti erano stati colpiti da una manganellata e che uno di questi, in particolare, fosse ferito.
La cerimonia, all'interno è proseguita senza alcun altro contrattempo.
Letta, nel ricevere il premio si è voluto scusare con le istituzioni locali – dal sindaco al Questore, dal Comandante dei carabinieri al Rettore – per aver scatenato, con la sua presenza, la recrudescenza delle proteste degli studenti.
Il rappresentante di Governo ha criticato anche le modalità con le quali le "divergenze di pensiero" erano state espresse: a suo dire, si trattava solo di slogan che poi non erano stati sostenuti da una serie di proposte e di confronti costruttivi. Una polemica, ha aggiunto Letta, che nasceva anche dal fatto che questi ragazzi non avevano studiato la legge e quindi non la conoscevano bene.
La pacatezza del Sottosegretario Letta è stata duramente messa alla prova nella fase conclusiva della sua visita senese. La protesta, infatti, è ripresa con maggiore impeto, all'uscita delle autorità.
Il bersaglio era sempre lo stesso. Nel momento in cui la folla di agenti si è mossa per proteggere Letta, è partita una pioggia di uova e pomodori. Una gragnolata che ha colpito, oltre Letta, alcuni ospiti della serata, alcuni poliziotti ed anche alcuni giornalisti.
Qualche attimo di paura davanti alla porta di accesso al Santa Maria, quando, oltre ai pomodori e alle uova, sono arrivati anche dei vetri caduti da un lampione andato in frantumi.