SIENA. In un momento di crisi per l’agricoltura, il peggiore degli ultimi venti anni, le aziende agricole della provincia di Siena si trovano a dover pagare anche una nuova tassa, quella della bonifica. Lo denuncia la Cia Siena, Confederazione Italiana Agricoltori, in seguito alla raffica di cartelle per il pagamento delle quote giunte alle aziende agricole da parte della Comunità Montana Amiata-Val d’Orcia e in Val d’Elsa dal Consorzio di Bonifica Toscana centrale. Il pagamento della tassa è obbligatorio anche se l’azienda agricola non riceve alcun beneficio dall’intervento eseguito sul territorio comunale. Arrivano così bollette da 200 euro, se la proprietà è di piccole dimensioni fino a mille euro ed oltre, se un proprietario ha più volumi.
La Cia Siena chiede perlomeno una maggiore informazione sulla tassa e una spiegazione che ne giustifichi il pagamento. Nelle scorse settimane gli agricoltori della Val d’Orcia, del Chianti e della Val d’Elsa hanno segnalato agli uffici provinciali della Cia l’arrivo degli avvisi di pagamento del contributo di bonifica, evidenziando “una situazione di estremo disagio – hanno sottolineato gli agricoltori – per un tributo aggiuntivo non chiaro e non giustificato”. La Cia chiede quindi un riordino generale della legislazione regionale in tema di bonifica, e che gli enti preposti, fino a quando la tassa sarà in vigore, ne chiariscano il senso ai cittadini.
"I cittadini e le imprese – afferma il presidente della Cia Siena, Roberto Bartolini – devono essere informati preventivamente sui progetti e sulle opere da realizzare, prima di vedersi recapitare a casa un nuovo balzello. Così non è avvenuto. I contributi sono in molti casi di elevata entità e per questo verificheremo la congruità rispetto ai benefici economici e patrimoniali che ne deriverebbero gli immobili oggetto del contributo".
La Cia auspica perciò che "gli agricoltori vengano coinvolti – spiega Bartolini – direttamente nelle opere da realizzare come prestatori di servizio dato che oggi, con la normativa in vigore, le imprese agricole possono essere incaricate dei lavori con procedura di affidamento diretto da parte dell’ente gestore".
"Per superare la grave difficoltà economica – conclude Bartolini – occorre fare molta chiarezza e garantire il massimo coinvolgimento e trasparenza sulle risorse richieste e il loro impiego. I consorzi e gli enti che gestiscono la bonifica, con delega della Regione, sono infatti i corsi d’acqua, lavorare per la diminuzione del rischio idraulico, per la difesa del suolo e la tutela del territorio e delle sue risorse".
La Cia Siena chiede perlomeno una maggiore informazione sulla tassa e una spiegazione che ne giustifichi il pagamento. Nelle scorse settimane gli agricoltori della Val d’Orcia, del Chianti e della Val d’Elsa hanno segnalato agli uffici provinciali della Cia l’arrivo degli avvisi di pagamento del contributo di bonifica, evidenziando “una situazione di estremo disagio – hanno sottolineato gli agricoltori – per un tributo aggiuntivo non chiaro e non giustificato”. La Cia chiede quindi un riordino generale della legislazione regionale in tema di bonifica, e che gli enti preposti, fino a quando la tassa sarà in vigore, ne chiariscano il senso ai cittadini.
"I cittadini e le imprese – afferma il presidente della Cia Siena, Roberto Bartolini – devono essere informati preventivamente sui progetti e sulle opere da realizzare, prima di vedersi recapitare a casa un nuovo balzello. Così non è avvenuto. I contributi sono in molti casi di elevata entità e per questo verificheremo la congruità rispetto ai benefici economici e patrimoniali che ne deriverebbero gli immobili oggetto del contributo".
La Cia auspica perciò che "gli agricoltori vengano coinvolti – spiega Bartolini – direttamente nelle opere da realizzare come prestatori di servizio dato che oggi, con la normativa in vigore, le imprese agricole possono essere incaricate dei lavori con procedura di affidamento diretto da parte dell’ente gestore".
"Per superare la grave difficoltà economica – conclude Bartolini – occorre fare molta chiarezza e garantire il massimo coinvolgimento e trasparenza sulle risorse richieste e il loro impiego. I consorzi e gli enti che gestiscono la bonifica, con delega della Regione, sono infatti i corsi d’acqua, lavorare per la diminuzione del rischio idraulico, per la difesa del suolo e la tutela del territorio e delle sue risorse".