A presentare il documento il deputato Fabio Evangelisti
FIRENZE. È stata depositata questa mattina (1 marzo) alla Camera dei Deputati, dall’on. Fabio Evangelisti, Segretario Idv Toscana, un’interrogazione a risposta scritta al Ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, a proposito di una profonda ingiustizia ai danni di una mamma lavoratrice, autista di autobus, dipendente della Tiemme Spa, azienda di trasporto pubblico con sede ad Arezzo, che rischia di riproporsi per tutti i lavoratori del settore.
“A seguito della visita sanitaria per il rientro al lavoro – spiega Evangelisti – dopo due gravidanze e alcuni anni di assenza per aspettativa, le è stato riscontrato un abbassamento della vista tale da mantenere i requisiti solo per la patente B ma non quelli per la patente D pubblica. Per questo l’azienda le ha notificato un licenziamento, a firma del direttore, Piero Sassoli, perché, le è stato detto, non esistono in azienda posti disponibili per una sua eventuale ricollocazione, anche alla luce dei forti tagli del servizio e del personale. Con il licenziamento le è stato offerto, come opzione obbligata, la ricollocazione in una azienda diversa, la municipalizzata ATAM, in via di dismissione”.
“Ho voluto interpellare il Ministro Matteoli – sottolinea Evangelisti – per sapere se ritenga di voler intervenire a tutela della lavoratrice licenziata o, meglio, se non ritenga più opportuno, proprio alla luce dei tagli, la razionalizzazione della struttura dirigenziale e dei consigli di amministrazione sopravvissuti alla fusione, piuttosto che lasciare che a subire questa profonda ingiustizia sia una madre-lavoratrice”.
“Appare del tutto inverosimile – aggiunge Evangelisti – che in una grande azienda di proprietà pubblica come la Tiemme, frutto della recente fusione delle quattro società di trasporto locale di Arezzo, Piombino, Siena e Grosseto, che vanta di collocarsi tra le prime dieci realtà italiane del trasporto pubblico con oltre 1.150 addetti complessivi e un fatturato di circa 90 milioni di euro, non sia possibile ricollocare una lavoratrice-madre, così come previsto dalla legge e dal Contratto di lavoro, per chi diviene inidoneo alla mansione”.
“Così come appare paradossale – incalza Evangelisti – che in una grande impresa, di proprietà pubblica e soggetta al controllo delle istituzioni locali, le leggi sull’idoneità, poste a tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori divenuti inidonei, possano essere ribaltate per licenziarli; si rischia, in tal modo, che per una scelta aziendale che ha determinato l’espulsione di una mamma con due bambini piccoli, ciò possa poi verificarsi anche per tutti gli autisti”.
“Pur condividendo la necessità – conclude Evangelisti – sottolineata dall’azienda, di ridurre i costi a seguito dei noti tagli di risorse effettuati dal Governo, risulterebbe profondamente ingiusto attuare misure discriminatorie soltanto nei confronti dei soggetti più deboli, mortificando la dignità di una madre-lavoratrice”.