Il professor Grasso e tre domande: ai revisori dei conti e al cda
di Giovanni Grasso
SIENA. Con i suoi 14 uffici, 48 unità di personale, <capacità di spesa illimitata e la prassi consolidata di tenere all’oscuro di tutto il CdA, l’Area “Centro Comunicazione e Marketing” dell’ateneo senese in passato ha contribuito in modo determinante a generare la voragine nei conti.
Di seguito un piccolo ma indicativo esempio di come funzionavano le cose sotto la guida del “grande timoniere” Piero Tosi. Con nota scritta dell’11 gennaio 2006, il responsabile del “Centro”, Maurizio Boldrini, acquisito il parere favorevole del rettore, provvedeva ad acquistare 300 copie dell’opera “Tra diritto e storia” (Studi in onore di Luigi Berlinguer), pubblicata circa tre anni dopo. Da rimarcare che per tale ordine non è mai stato assunto il relativo impegno di spesa (EUR 26.210,00 + EUR 250,00 di competenze legali nel frattempo maturate), il CdA non lo ha mai autorizzato e il debito è comparso per la prima volta nel corposo “Atto di ricognizione dei Residui attivi e passivi” presentato, il 30 marzo 2009, in consiglio di amministrazione da Emilio Miccolis. In definitiva il debito fa parte di una lunga lista di spese non autorizzate, e quindi fuori bilancio, per un importo complessivo di oltre 11 milioni d’euro. Chi dovrebbe pagare questa fattura? Ovviamente Boldrini e Tosi. Invece, Riccaboni e Fabbro hanno deciso che se ne faccia carico l’ateneo. Infatti, il Direttore amministrativo, incurante delle sue precedenti dichiarazioni – «il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2011 è improntato al massimo rigore possibile» -, ha predisposto per il CdA del 25 febbraio una variazione del bilancio 2011 per riconoscere formalmente il debito contratto nel 2006 da Maurizio Boldrini con Rubbettino Editore. Ci chiediamo:
1) Il collegio dei revisori dei conti pensa d’esprimere parere favorevole a variazioni di bilancio di questo tipo?
2) Il Consiglio di Amministrazione continuerà ad approvare provvedimenti illegittimi?
3) A chi e per cosa è servito l’acquisto delle 300 copie consegnate all’Università di Siena il 4 febbraio 2009?