di Augusto Mattioli
SIENA. Un cronista attento, meticoloso sulle vicende del palio. Ma anche su temi più di carattere generale ma attinenti comunque a Siena a cui emerge chiara la sua tendenza politica. Tutto questo si ricava dal materiale che Giulio Pepi, senese della contrada della Tartuca, 85 anni, per molto tempo, fino al 2000, collaboratore del quotidiano La Nazione (su cui scriveva spesso di palio ma anche di cosa gli piaceva e cosa non gli piaceva di Siena), ha raccolto nell’arco di sessant’anni. Un archivio di scritti in forma di diario, di fotografie scattate anche da lui stesso, di documenti, di cartoline dei figuranti del corteo storico che la famiglia ha depositato nella Biblioteca degli Intronati a disposizione degli studiosi della festa senese ma anche dei contradaioli, che potranno vedere e capire come era il palio nel dopoguerra, molto più povero di quello di oggi,e magari fare dei confronti che forse non deporrebbero a favore del palio degli anni duemila. Aurora Savelli che ha curato il libro edito dal comitato amici del palio dal titolo “Contradaioli di accesa passione. Il comitato amici del palio nel secondo dopoguerra senese” conosce bene quanto ha fatto Pepi (che è ha lavorato dal 1963 all’azienda di turismo) a suo agio nel mondo delle contrade. E' stato tra l’altro uno dei fondatori del comitato amici del palio nato nel 1947.
Dice Savelli che “si dette da fare perché riteneva che attraverso la festa si potesse rilanciare Siena anche perché in altre città ci si stava muovendo e occorreva non restare indietro”. Un rilancio di cui la città aveva molto bisogno. “Si discuteva sul come organizzare e regolamentare il corteo, ma anche sul decoro complessivo di Siena. E e sul problema della tutela giuridica della festa”. Alla cui soluzione si è arrivati solo oggi. “Pepi – aggiunge Savelli- faceva parte di un gruppo di persone di Siena attente anche a ciò che accadeva fuori”. Basta ricordare l’annotazione nel suo diario riguardanti ad esempio l’attentato a Togliatti, da cui si capisce da che parte fosse schierato. Scrive ad esempio 16 luglio del 1948 “I gravi e luttuosi incidenti che sono seguiti all’attentato di Togliatti, ponendo il paese alle porte della guerra civile, hanno sospeso di conseguenza qualsiasi attività. Credo che ci sarà la sospensione per il giro che alcune contrade dovevano effettuare domenica, dato che incidenti e sparatorie si sono avuti in città, in via Montanini, in piazza del Monte, e davanti all’Arco dei Rossi fra polizia a contadini comunisti, provenienti dalla campagna. Si sono avuti quattro feriti da parte della polizia e sei da parte dei rossi. La situazione è alquanto tranquilla, sebbene i focolai siano rimasti accesi in più parti”,
SIENA. Un cronista attento, meticoloso sulle vicende del palio. Ma anche su temi più di carattere generale ma attinenti comunque a Siena a cui emerge chiara la sua tendenza politica. Tutto questo si ricava dal materiale che Giulio Pepi, senese della contrada della Tartuca, 85 anni, per molto tempo, fino al 2000, collaboratore del quotidiano La Nazione (su cui scriveva spesso di palio ma anche di cosa gli piaceva e cosa non gli piaceva di Siena), ha raccolto nell’arco di sessant’anni. Un archivio di scritti in forma di diario, di fotografie scattate anche da lui stesso, di documenti, di cartoline dei figuranti del corteo storico che la famiglia ha depositato nella Biblioteca degli Intronati a disposizione degli studiosi della festa senese ma anche dei contradaioli, che potranno vedere e capire come era il palio nel dopoguerra, molto più povero di quello di oggi,e magari fare dei confronti che forse non deporrebbero a favore del palio degli anni duemila. Aurora Savelli che ha curato il libro edito dal comitato amici del palio dal titolo “Contradaioli di accesa passione. Il comitato amici del palio nel secondo dopoguerra senese” conosce bene quanto ha fatto Pepi (che è ha lavorato dal 1963 all’azienda di turismo) a suo agio nel mondo delle contrade. E' stato tra l’altro uno dei fondatori del comitato amici del palio nato nel 1947.
Dice Savelli che “si dette da fare perché riteneva che attraverso la festa si potesse rilanciare Siena anche perché in altre città ci si stava muovendo e occorreva non restare indietro”. Un rilancio di cui la città aveva molto bisogno. “Si discuteva sul come organizzare e regolamentare il corteo, ma anche sul decoro complessivo di Siena. E e sul problema della tutela giuridica della festa”. Alla cui soluzione si è arrivati solo oggi. “Pepi – aggiunge Savelli- faceva parte di un gruppo di persone di Siena attente anche a ciò che accadeva fuori”. Basta ricordare l’annotazione nel suo diario riguardanti ad esempio l’attentato a Togliatti, da cui si capisce da che parte fosse schierato. Scrive ad esempio 16 luglio del 1948 “I gravi e luttuosi incidenti che sono seguiti all’attentato di Togliatti, ponendo il paese alle porte della guerra civile, hanno sospeso di conseguenza qualsiasi attività. Credo che ci sarà la sospensione per il giro che alcune contrade dovevano effettuare domenica, dato che incidenti e sparatorie si sono avuti in città, in via Montanini, in piazza del Monte, e davanti all’Arco dei Rossi fra polizia a contadini comunisti, provenienti dalla campagna. Si sono avuti quattro feriti da parte della polizia e sei da parte dei rossi. La situazione è alquanto tranquilla, sebbene i focolai siano rimasti accesi in più parti”,