Il complesso dell
di Max Brod
SIENA. “Buongiorno architetto Nepi, vorrei intervistarla in merito all’edificio in Viale Sardegna, quello con le finestre colorate, per capirci”. Architetto Nepi: “Ma certo, sono a disposizione, se verrà di persona le farò vedere anche gli altri edifici, il complesso è molto grande”. Risposta: “Volentieri, ovviamente non mancherò di chiederle della facciata, e delle critiche sorte in città”. Nasce così quest’intervista con l’architetto Carlo Nepi, l’ideatore – insieme al suo studio di architettura (Nepi-Terrosi) – del complesso polifunzionale sorto nell’area Ex-Socini, adiacente a Viale Sardegna.
In quanto arte a “fruizione coatta”, l’architettura risponde a criteri diversi dall’arte a “fruizione volontaria”, quella che per esempio andiamo di nostra spontanea volontà a guardare in una mostra o un museo. Con l’architettura siamo “costretti” a fare i conti, perché una facciata nuova ci viene “imposta” da chi la costruisce. È un po’ come se nell’uscire di casa la mattina, trovassimo in giardino una scultura, piantata lì da qualcun altro, gratuita è vero, ma non scelta: il giardino è la nostra Città, e la scultura sono le nuove costruzioni edilizie.
La facciata “incriminata” , quella progettata da Nepi, per ora, non ha accolto i favori della critica: a molti in città non è piaciuta. “Troppo fuori dal contesto architettonico senese” è l’obbiezione estetica più frequente, a quell’edificio così diverso dagli altri a lui vicini. Si ha la sensazione che ne riesca a parlar bene solo chi è direttamente, o indirettamente, coinvolto nel progetto. D’altronde, una parete nera, che sembra metallica, e si accosta prospetticamente agli amati mattoni di città, non poteva che suscitare scalpore, soprattutto se si aggiungono delle insolite finestre colorate.
Proprio dal colore infatti partiamo, nel chiedere a Nepi cosa ne pensi delle critiche mosse dai cittadini alla sua creazione. In merito a chi ritiene che l’ opera sia inadeguata al contesto senese, l’architetto risponde: “Capisco lo sconcerto, ma non la ritengo inadeguata. Come architetti abbiamo il dovere di costruire una città nuova, con un nuovo paesaggio urbano”. Poi aggiunge: “La struttura deve reggere alla prova del tempo, l’immagine può non essere accettata, ma l’architettura non è immagine, l’architettura si vive. Qui le persone lavoreranno e si incontreranno: quella sarà la vera prova. Se il luogo funzionerà, sarà da considerarsi una scommessa vinta, altrimenti ne prenderemo atto, ma non dipenderà certo dalle finestre colorate”.
Guarda il video: http://www.youtube.com/watch?v=4JwLmn5Hyjw
L’architettura, è pacifico, non è solo involucro, “vestito”, ma è anche funzionalità, volume, utilizzo. Questo aspetto è caratterizzante per Nepi, che spiega come la struttura sia appunto polifunzionale. A differenza del piano regolatore di Secchi (primi anni 90) infatti, con una variante alla destinazione iniziale – che prevedeva per la zona un grande parcheggio – l’area ospiterà uffici, abitazioni e attività commerciali, a prezzi convenzionati.
Pensato come un agglomerato “permeabile”, la struttura sarà accessibile da molti punti, intervallata da percorsi vari, piccole “piazze”, e qualche zona verde. Non un dormitorio, ma una città in miniatura, dotata di spazi aperti al pubblico e punti di incontro, con 250 posti nell’”auditorium” dal moderno profilo, tagliente verso l’alto.
Durante la visita al complesso infine, si sono rivelati anche dettagli strutturali poco noti: il primo è il materiale della facciata, in gres-porcellanato. “Un materiale che sembra ferro grezzo e richiama alla vicina ferrovia” spiega Nepi. Qualcuno in città si chiede se quel nero renda l’edificio una “fornace”, nel periodo estivo. “Da fuori non lo si può vedere, ma si tratta di una parete ventilata: vi è un’intercapedine tra muro esterno e facciata che rende l’edificio più fresco in estate, e più caldo in inverno” continua l’architetto. Non è quest’ultima l’unica attenzione al risparmio energetico: le pareti degli altri edifici del complesso sono in vetro ad alta prestazione, per ottimizzare il passaggio all’interno di raggi UV e infrarosso, e ci saranno pannelli solari e fotovoltaici che porteranno a zero il costo dell’illuminazione notturna.
Guarda il video: http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=4Z7drm3r6DU&NR=1