Il "ladro seriale" utilizzava una tattica molto efficace per rubare: si introduceva, ad esempio, in cantieri edili o in esercizi commerciali affollati e, contando sul fatto di passare inosservato, dopo aver “ripulito” tutto ciò che poteva, spariva velocemente. Quando le vittime si accorgevano dei furti era ormai troppo tardi e non erano più in grado capire chi potesse essere il responsabile.
Essendo i singoli furti da lui commessi tutto sommato di scarso rilievo e tenue entità, se preso, sarebbe andato incontro a conseguenze trascurabili. L’attività, svolta con sistematicità e ripetuta più volte al giorno, era risultata così redditizia nel tempo da essere diventata una vera e propria professione.
Gli uomini della Squadra Mobile di Siena sono riusciti a dimostrare la recidività e la pericolosità del malvivente. Tra i fatti addebitati, commessi in un lasso di tempo che va tra la fine dell’anno scorso ed il principio di quest’anno, vi è ad esempio un furto perpetrato il 26 novembre scorso, in vicolo del Verchione, dove, dopo essersi introdotto in un appartamento in corso di ristrutturazione, si era giustificato con gli operai, una volta vistosi scoperto, raccontando di essere lì per chiedere lavoro; uno di loro a quel punto, ricordando di averlo notato in un altro cantiere in occasione di un furto, aveva verificato se gli mancasse qualcosa ed aveva effettivamente constatato che dal suo marsupio, lasciato in una stanza dell'appartamento, erano stati rubati più di 150 euro. Il 22 febbraio 2008, invece, dopo essere entrato in un’abitazione in via Dupré, mentre il proprietario aveva lasciato la porta socchiusa, si era impossessato di una somma di denaro in valuta polacca (490 Zloty), circostanza che aveva consentito alla Polizia di smascherarlo, poiché poco dopo era andato a cambiare la valuta e aveva fornito il documento d’identità all’impiegata per effettuare l’operazione.
Il 29 febbraio 2008, inoltre il vicequestore aggiunto Gianluigi Manganelli, all’epoca capo della Squadra Mobile, lo aveva bloccato nei pressi di un cantiere edile di via Camollia, dove un operaio gli aveva riferito di aver sorpreso l'uomo mentre si avvicinava ai giubbotti del personale lasciati incustoditi, all’interno dei quali vi erano portafogli, telefoni cellulari ed altri oggetti di valore.