La città ha dovuto affrontare fino a pochi anni fa numerose difficoltà
di Aurora Mascagni
SIENA L’Associazione culturale “La Diana” ha concluso questo pomeriggio, presso l’Accademia dei Rozzi, il ciclo di conferenze sul tema ‘Siena e l’acqua’ . Dopo l’intervento di Duccio Balestracci, il 20 Aprile scorso, è stato oggi il turno di Luca Luchini ed Enzo Mecacci con ‘L’acqua a Siena tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento: fonti, bottini e acquedotto del Vivo’. Luchini e Mecacci hanno affrontato gli aspetti del passato recente relativo al problema acqua, sottolineando come la nostra città abbia dovuto affrontare fino a pochi anni fa numerose difficoltà legate all’approvvigionamento idrico.
Luca Luchini ha delineato le caratteristiche principali di Siena dopo l’Unità di Italia: l’espansione del tessuto comunale- il quale inglobò gradualmente anche alcuni agglomerati periferici- e le pessime condizioni igieniche della città, resero insufficiente il sistema dei bottini; l’acquedotto ‘storico’ continuava a funzionare ma non raggiungeva le zone urbane poste a quota più alta, nelle quali il sistema delle cisterne andava rivisto. Emerse inoltre il problema della perdita dei requisiti di potabilità dell’acqua condotta dai bottini medievali . A partire dagli anni ’80 del XIX secolo vennero studiati dei procedimenti per sopperire alla carenza di acqua; accantonato il progetto di un acquedotto che convogliasse acqua dai fiumi Arbia ed Elsa, nel 1892 venne proposta la creazione di un sistema idrico che adducesse l’acqua dalla zona del Vivo d’Orcia. Dopo anni di lotte e lunghi compromessi – si trattava infatti di un progetto costoso che presentava diverse difficoltà di gestione – soltanto nel 1914 venne costruito l’acquedotto del Vivo. Portando l’acqua dalla sorgente dell’Ermicciolo, attraverso un percorso di oltre 60 km, la città riuscì a realizzare una svolta epocale.
Dopo la panoramica storica di Luchini, Enzo Mecacci ha parlato dell’importanza delle strutture dell’acqua più piccole, usate soprattutto per gli usi agricoli; le fonti senesi che non erano comprese nel centro storico furono in molti casi abbandonate a seguito dell’introduzione dell’acquedotto del Vivo; i bottini continuarono a funzionare ma di molte delle fonti ‘minori’si persero addirittura le tracce. Mecacci ha sottolineato l’importanza del lavoro di ricerca sulla documentazione storica relativa a questi manufatti, unito all’analisi toponomastica e ha proposto una carrellata di immagini relative agli interventi di recupero di alcuni ‘luoghi dell’acqua’ da parte dell’Associazione “La Diana”.
A conclusione della conferenza, Luchini ha ricordato i prossimi appuntamenti, aperti alla cittadinanza, organizzati dall’Associazione in vista della presentazione del Masgalano 2011, realizzato da Pierluigi Olla. Il 20 Maggio i Magazzini del Sale ospiteranno la mostra “A ritrovar la Diana”, appuntamento annuale che prevede l’esposizione dei lavori dei ragazzi di alcune scuole elementari e medie sul tema ‘Siena e i bottini’. Dal 6 al 19 Giugno, sempre all’interno del Palazzo Pubblico, si terrà invece la mostra fotografica “L’acqua di Siena”.