Il garante regionale Sestini interviene sulla vicenda di Torrita
FIRENZE. Con “cautela” perché ancora non si conoscono i termini precisi dell’episodio, ma con la “fermezza che casi di questo genere impongono”. Il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Toscana, Grazia Sestini, interviene sulla vicenda che ha coinvolto una quindicenne maltrattata dal padre con calci, pugni e picchiata con un manico di scopa a Torrita di Siena, lo scorso 1 novembre. Una vicenda che “riporta drammaticamente alla luce il fenomeno della violenza su minori, per nulla scomparso, che coinvolge sempre più adolescenti di ogni classe sociale e di ogni cittadinanza”.
La “cautela” che muove il Garante della Toscana è accompagnata da un “invito forte a ribadire un allarme lanciato appena un anno fa”, in occasione della campagna di Save the Children “A mani ferme, per dire no alle punizioni fisiche sui bambini”.Se “non è superfluo condannare tutte le forme di punizione fisica, non è altrettanto superfluo mantenere alta l’attenzione verso un fenomeno che è ben lontano dal diminuire”, osserva Sestini ricordando che “oltre il 10 per cento di accessi al codice rosa dei nostri pronto soccorso, per violenza e maltrattamenti, è costituito da minori”. E la vicenda della quindicenne spinge il Garante a sottolineare che “certo, le leggi sono importanti”, quella sul femminicidio contiene importanti riferimenti alla violenza sui minori, ma “non è una legge che può arrestare un fenomeno tanto drammatico. Serve investire sulla cultura cui si deve aggiungere la cura e la presa in carico dei minori e dei ragazzi vittime di maltrattamenti”. Parallelamente, è “necessaria un’attenta valutazione di chi maltratta, spesso persone recidive, per cui vanno attivati percorsi non solo di allontanamento provvisorio, ma anche di cura”.
La “cautela” che muove il Garante della Toscana è accompagnata da un “invito forte a ribadire un allarme lanciato appena un anno fa”, in occasione della campagna di Save the Children “A mani ferme, per dire no alle punizioni fisiche sui bambini”.Se “non è superfluo condannare tutte le forme di punizione fisica, non è altrettanto superfluo mantenere alta l’attenzione verso un fenomeno che è ben lontano dal diminuire”, osserva Sestini ricordando che “oltre il 10 per cento di accessi al codice rosa dei nostri pronto soccorso, per violenza e maltrattamenti, è costituito da minori”. E la vicenda della quindicenne spinge il Garante a sottolineare che “certo, le leggi sono importanti”, quella sul femminicidio contiene importanti riferimenti alla violenza sui minori, ma “non è una legge che può arrestare un fenomeno tanto drammatico. Serve investire sulla cultura cui si deve aggiungere la cura e la presa in carico dei minori e dei ragazzi vittime di maltrattamenti”. Parallelamente, è “necessaria un’attenta valutazione di chi maltratta, spesso persone recidive, per cui vanno attivati percorsi non solo di allontanamento provvisorio, ma anche di cura”.