Il sindaco Bruno Valentini ha risposto a un’interrogazione urgente di Marco Falorni
SIENA. La grave situazione di Siena Biotech, società ormai in liquidazione, ha costituito il tema dell’interrogazione orale urgente presentata nel Consiglio di ieri, 10 marzo, da Marco Falorni (Impegno per Siena), Massimo Bianchini (Nero su Bianco) e Andrea Corsi (Moderati di Centrodestra). Falorni ha rammentato le notizie di stampa secondo le quali “la Fondazione MPS avrebbe addirittura negato il pagamento di 5 milioni per i creditori e rendere possibile un concordato preventivo, aprendo di fatto il fallimento dell’azienda”. Il consigliere ha ricordato “la situazione dei 50 dipendenti di Siena Biotech, per i quali sembra prospettarsi soltanto il licenziamento: e mentre in varie sedi istituzionali, come il Consiglio regionale, il Parlamento e presso il Governo si lavora per individuare risposte a questa situazione, ci pare che il Comune di Siena, al di là delle parole di circostanza, abbia fatto ben poco per tutelare l’occupazione, perché tutta l’attenzione dell’amministrazione sembra rivolta a mettere a frutto l’immobile aziendale”. Falorni ha quindi chiesto al sindaco “se pensa di fare qualcosa di concreto per aiutare i dipendenti e, in particolare, come pensa di muoversi con Fondazione MPS, che in questa vicenda pare agire più come un operatore privato di mercato che come un soggetto istituzionale vocato a tutelare la comunità di riferimento”.
Il sindaco Bruno Valentini, dopo aver ribadito la solidarietà e la vicinanza ai lavoratori di tutta l’amministrazione, ha ripercorso in forma esaustiva la storia di Siena Biotech. “Nella missione di Fondazione MPS, azionista unico di Siena Biotech – ha detto Valentini – rientrano anche finalità di sviluppo economico, attraverso l’insediamento di attività produttive e compiti di ricerca scientifica. Ma è quanto meno discutibile che la scelta sia caduta su un progetto incentrato soltanto sulla ricerca molecolare e non su quella legata alla diagnostica o ai servizi. Scelta di elevato contenuto scientifico, ma ad alto rischio, come ha recentemente rammentato il professor Mauro Cresti dell’Università di Siena, allora componente insieme al professor Paolo Neri e al dottore Rino Rappuoli della commissione di esperti nominata proprio dalla Fondazione MPS per studiare la possibilità di un impegno strategico nel settore biotecnologico. Nonostante le indicazioni della commissione per un’ipotesi progettuale sui settori del biomedicale, del farmaceutico e dell’agroalimentare e, soprattutto, di evitare l’impiego di ingenti risorse sul fronte immobiliare e societario, come è invece avvenuto, nacque la Siena Biotech che conosciamo. Un’azienda che ha condotto indagini scientifiche di alto livello, soprattutto nel campo di alcune malattie rare come il morbo di Huntington, misurandosi però con le maggiori istituzioni europee e mondiali del settore, le quali dispongono di risorse quasi illimitate”.
“Fin dall’inizio del nostro mandato – ha continuato il sindaco – abbiamo stimolato l’attuazione degli impegni assunti con il “Protocollo di collaborazione per la valorizzazione del Polo tecnologico sulle Scienze della vita di Siena” sottoscritto da Fondazione MPS, Regione Toscana, Provincia di Siena, Fondazione Toscana Life Sciences (TLS), Università degli Studi di Siena e Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Un protocollo finalizzato allo sviluppo integrato del Polo senese con le realtà di livello regionale e nazionale, come il Distretto Toscano e il Cluster Nazionale delle Scienze della Vita, e del piano strategico consistente sia nella conversione dell’immobile di Siena Biotech denominato Medicine Research Center a incubatore di imprese sotto il coordinamento di Fondazione TLS, anche grazie allo stanziamento di risorse finanziarie per 3 milioni di euro da parte della Regione Toscana; sia nella costituzione di un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, di livello nazionale, per le malattie rare o orfane, neurodegenerative e infettive. Purtroppo, la negativa dinamica dei ricavi e la ritardata erogazione del finanziamento regionale hanno spinto la Fondazione a non approvare, nello scorso dicembre, le linee del suddetto piano industriale per il successivo anno 2015 e a dare corso, in forma improvvida e troppo repentina, alla relativa messa in liquidazione della società”.
“A seguito di tale decisione – ha aggiunto Valentini – ci siamo attivati affinché la mancanza di continuità aziendale non pregiudicasse le attività, travolgendo i livelli occupazionali e il valore del complesso aziendale costituito da un immobile e da strumentazioni di notevole valore. La preoccupazione è ulteriormente cresciuta a seguito della mancata approvazione, da parte della Fondazione, del piano di finanziamento per consentire a Siena Biotech di presentare un concordato preventivo, che pur non garantendo benefici concreti ai lavoratori, sarebbe servito a proporre una definizione delle situazioni debitorie della società che ammontano, come abbiamo recentemente appreso, a circa 36 milioni”. Il sindaco ha ricordato le reiterate sollecitazioni istituzionali e sindacali a sostegno di Siena Biotech e dei suoi lavoratori: l’istituzione di un tavolo istituzionale a livello provinciale, l’incontro del 2 febbraio scorso alla presenza degli assessori regionali Marroni (Sanità) e Simoncini (Attività produttive), i ripetuti confronti coi lavoratori e le rappresentazioni sindacali. E ancora: interrogazioni parlamentari per chiedere l’intervento immediato del Governo. Annunciata anche la presentazione di una mozione in Consiglio regionale che richiede l’impegno per il salvataggio di Siena Biotech.
“Nelle ultime settimane – ha proseguito Valentini – sembra essersi aperto uno spiraglio con la pubblicazione di un bando, da parte di Fondazione TLS, per reperire un immobile da destinare all’accrescimento delle attività di incubazione di imprese e rispetto al quale il liquidatore, il 9 marzo, ci ha confermato che Siena Biotech ha già depositato la propria manifestazione di interesse. In questo quadro, 12 persone potrebbero essere rapidamente occupate: 6 dipendenti che lavorano già di fatto per Novartis, 2 che già lavorano per TLS e altre 4 impiegate per il lavoro di custodia e sicurezza dell’immobile. Analogamente, altre imprese potrebbero insediarsi nell’immobile e assorbire ulteriore personale. Inoltre, la Regione cercherà di stimolare l’interesse delle multinazionali del settore presenti in Toscana, sempre allo scopo di favorire l’assorbimento del personale dipendente. In generale ritengo – ha detto ancora il sindaco – che il destino di un’azienda non debba essere confuso con le sorti di un intero settore, quello farmaceutico e delle scienze della vita, che negli ultimi anni ha visto crescere il fatturato nazionale da 23 a 27 miliardi di euro annui, rappresentando uno dei punti di maggiore forza dell’intera struttura produttiva toscana e nazionale”. Numeri importanti, quelli citati, che riguardano la Toscana e fanno parlare a ragione di Pharma valley: oltre 6 miliardi di euro di fatturato, di cui il 63% in esportazioni; 12.000 addetti, di cui oltre 3.500 (e 700 milioni di fatturato) soltanto a Siena tra GlaxoSmithKline, subentrata di recente a Novartis nella proprietà della divisione vaccini di Siena, Corima, Diagnostica Senese, Philogen e Fondazione TLS, un aggregatore di imprese mature che potrebbe, da subito, occupare almeno una parte dei 50 dipendenti di Siena Biotech. “Il nostro auspicio – ha concluso Valentini – è che la Fondazione decida di destinare ulteriori risorse nel settore delle scienze della vita, unendosi all’impegno del Comune, della Regione, di TLS e delle imprese interessate per un riassorbimento occupazionale dei dipendenti di Siena Biotech, evitando che vadano disperse le competenze all’opera in questi anni. Continueremo a profondere il nostro impegno istituzionale per la tutela dell’intera struttura immobiliare e strumentale di Siena Biotech per favorire il più possibile l’insediamento di nuove imprese, il consolidamento del centro e, quindi, il rapido assorbimento delle risorse umane dell’azienda, nel quadro di un rafforzamento del distretto esistente”.
Falorni ha dichiarato la propria insoddisfazione “perché, in concreto, questo Consiglio non ha saputo fare altro che auspicare, anziché produrre qualcosa come, per esempio, una mozione unitaria”. “Soprattutto non abbiamo avuto – ha concluso il consigliere – nessuna novità, da parte del sindaco, sui rapporti con Fondazione MPS, la quale dichiara tranquillamente di poter seguire l’ennesimo aumento di capitale di Banca MPS per 75 milioni di euro, ma non intende spendere 5 milioni per pagare i creditori e addivenire a un concordato preventivo. Questa Fondazione si comporta come un soggetto privato che opera nel mercato al solo scopo di lucro, o dovrebbe avere almeno a livello statutario, di storia e tradizione, anche un ruolo di riferimento a tutela della comunità?”.