L'Odg Di Stasio sulla pianta organica bocciato dalla maggioranza
SIENA. La seduta pomeridiana del consiglio provinciale che si è svolto ieri, giovedì 27 settembre, si è aperta con la presentazione di un ordine del giorno delle opposizioni per chiedere la verifica della funzionalità dell’attuale pianta organica e per valutare l’adeguamento alle mutate condizioni economiche dell’ente. “Considerato che l’attuale pianta organica della Provincia risponde ancora ai requisiti di un ente che gestiva un bilancio di circa il doppio di quello attuale – ha spiegato Giovanni Di Stasio (Lega Nord) – crediamo necessario verificare un diverso impiego del personale, evitando le esternalizzazioni”. “L’ottica è quella di ottimizzare e razionalizzare le risorse economiche e umane – ha precisato Donatella Santinelli (Pdl) – per garantire ai dipendenti un lavoro in futuro”. “Una richiesta – ha detto Angiolo Del Dottore (Udc) – che punta a eliminare le consulenze esterne per le progettazioni, in vista della diminuzione delle competenze, ridistribuendo il lavoro negli uffici, con l’obiettivo di perseguire una rivisitazione della spesa”. Contrari all’ordine del giorno i gruppi consiliari di maggioranza. “Le risorse sono diminuite – ha detto Marco Nasorri (Pd) – ma questo non significa che l’attività della Provincia si sia azzerata, direi semmai il contrario visti gli sforzi profusi per sostenere cittadini, famiglie e imprese nell’affrontare la crisi. Se le opposizioni ritengono che i dipendenti pubblici siano troppi e vadano licenziati, abbiano il coraggio di dirlo senza parlare della necessità di una riorganizzazione della pianta organica’”. “Provo imbarazzo di fronte a questo ordine del giorno – ha aggiunto Roberto Renai (Sel) – perché tutti in questo consiglio, fatta eccezione per l’Udc, hanno sempre sottolineato l’utilità delle Province. Evidentemente le opposizioni la pensano come l’ex Ministro Brunetta: le Province non servono a niente e i dipendenti pubblici sono dei fannulloni”. “Si tratta di una proposta di ripartizione del lavoro, per salvaguardare i dipendenti, senza voler licenziare nessuno – ha chiarito Antonio Falcone (Rifondazione-Comunisti Italiani) – tutelando il lavoro garantito, ma non quello disorganizzato”. L’ordine del giorno, a firma dei gruppi Pdl, Lega Nord Toscana, Udc e Rifondazione-Comunisti Italiani, è stato respinto, con il voto contrario di Pd, Sel e Idv.
Odg Giovanni Di Stasio (Lega Nord) su bilancio Università. Respinto anche l’ordine del giorno presentato dal consigliere Giovanni Di Stasio (Lega Nord) sul bilancio dell’Ateneo. Di Stasio, in particolare, chiedeva una relazione scritta da parte del membro nominato dalla Provincia nel Cda dell’Università degli Studi di Siena per motivare la scelta di approvare il bilancio consuntivo relativo all’esercizio finanziario 2011, chiuso con un disavanzo di competenza di 8,1 milioni di euro, nonostante il parere contrario dei sindaci revisori e di alcuni consiglieri”. “L’Università di Siena ha attraversato una fase difficilissima – ha ricordato Niccolò Guicciardini (Pd) – ma il piano di risanamento sta andando avanti e va riconosciuto lo sforzo massimo per la riduzione del disavanzo e il recupero della credibilità nazionale e internazionale che ha visto impegnato il rettore e i dipendenti, con il sostegno di tutte le istituzioni locali. La diminuzione del disavanzo, inserito nel contesto del piano di risanamento, ha una lettura ben diversa da quella presentata da Di Stasio”. L’ordine del giorno è stato respinto dal consiglio con i voti contrari dei gruppi Sel e Pd, ad eccezione della consigliera Raffaella Senesi, che si è astenuta. Astenuto anche Antonio Giudilli (Idv).
Odg Giovanni Di Stasio (Lega Nord) su Fondazione Mps. Ritirato l’ordine del giorno presentato dal consigliere Giovanni Di Stasio (Lega Nord) in merito alla Fondazione Mps, vista la larga convergenza dei consiglieri a rimandare la discussione in commissione Affari generali. Nell’Odg, Di Stasio chiedeva “le dimissioni di tutti gli amministratori della Fondazione e delle strutture intorno ad essa orbitanti e la verifica e la divulgazione di eventuali colpe e responsabilità”. Lungo il dibattito che ha preceduto il ritiro dell’ordine del giorno. Ad aprire la discussione il consigliere Pd Marileno Franci, che ha detto di non condividere la richiesta di dimissioni, ma di ritenere urgente una discussione sulla situazione della Fondazione Mps, con la presenza in consiglio del presidente Gabriello Mancini. “Spero che il presidente e l’Ad di Banca Mps stiano facendo quello che serve affinché la Banca torni a fare utili – ha sottolineato Franci – ma detto questo non possiamo dire di essere contenti perché il patrimonio lo abbiamo perso per non aver avuto il coraggio di fare delle scelte. E nessuno può dire che non sapeva”. “Da mesi andiamo dicendo che i responsabili di questa crisi drammatica devono andare a casa per le gravissime colpe perpetrate negli anni – ha detto Francesco Michelotti (Pdl) – ma non credo che la risposta sia quella della richiesta di dimissioni, servirebbe un sussulto di responsabilità da parte della maggioranza, che invece non c’è. Il punto cardine di tutta questa discussione è che il controllo della politica su Banca e Fondazione deve finire, perché ha portato effetti devastanti”.
“A sei mesi dalle elezioni comunali in città è difficile fare un’analisi seria – ha detto Alberto Taccioli (Pd) – il tentativo di strumentalizzazione è troppo forte. Ricordo che su certe scelte, a partire dalla difesa della quota del 50 per cento della Fondazione nella Banca, è stata fatta autocritica e che i passaggi degli ultimi mesi – dalla sottoscrizione di titoli obbligazionari speciali da parte del Ministero del Tesoro alla presentazione del Piano industriale della Banca, fino all’accordo tra la Fondazione Mps e le Banche creditrici – hanno aperto una fase del tutto nuova. Gli errori che sono stati fatti su Banca e Fondazione non possono essere la clava per distruggere anni di storia, di cultura e anche di buon governo della provincia e della città. Questo non è accettabile”.
“La città è completamente addormentata – ha detto Raffaella Senesi (Pd). Le responsabilità di questa situazione sono sicuramente di tutti, ma c’è chi ne ha più di altri. Il prossimo 9 ottobre saranno portate all’approvazione dell’assemblea dei soci della Banca Mps alcune modifiche allo Statuto, modifiche che avranno conseguenze pesantissime fatte passare in nome del contenimento dei costi e della maggiore efficienza operativa. Io credo che i manager debbano mettere in campo idee e trovare soluzioni, non ci servivano manager di fama internazione per tagliare il personale. Oggi si chiedono sacrifici ai dipendenti di fronte alle storture della classe politica e del management della Banca”. Senesi, presidente della Commissione Affari generali, si è detta infine disponibile a convocare con urgenza una seduta aperta a tutti i consiglieri per affrontare il prima possibile questi temi.
“Condivido quanto ha detto la consigliera Senesi – ha esordito il consigliere Antonio Giudilli (Idv) – e le preoccupazioni per le modifiche di Statuto che saranno sottoposte all’assemblea del 9 ottobre. Temo il potere accentrato in una sola persona, spero che da qui all’assemblea ci sia un ripensamento”. “Se ci mettiamo a ragionare sulla triste vicenda del Monte dei Paschi – ha detto il consigliere Massimo Mori – dovremmo andare a ricercare responsabilità molto prima dell’ingresso dell’ex sindaco Ceccuzzi. Tutti, forze politiche di maggioranza e opposizione sono stati responsabili, ma io mi chiedo se sia ancora utile ragionare sul passato e su chi sono i responsabili della rovina della Banca, come dell’Università o dell’Ospedale, in base alla sciagurata idea di essere onnipotenti e di poter fare qualsiasi cosa. Ora bisogna guardare avanti e ragionare sul futuro”.
“Non sono d’accordo con quanto ha detto il consigliere Michelotti – ha detto Antonio Falcone (Rifondazione-Comunisti Italiani) – la Fondazione è uno strumento dove la politica deve incidere; non parlo delle persone, ma delle istituzioni, dei consigli comunale e provinciale. La discussione avviata stasera è positiva, mi auguro che si possa proseguire nel confronto e lavorare a un documento condiviso”. “Concordo sul fatto che la città sia addormentata – ha chiuso Donatella Santinelli (Pdl) – e che non si possa continuare a discutere sul sentito dire o su quanto si legge sui giornali, ci sono cose che ci sfuggono e che invece vanno affrontate parlandone con il presidente della Fondazione Mps. Tutto continuerà a caderci dall’alto, senza il nostro coinvolgimento. Condivido la necessità di una Commissione Affari generali aperta”. “Apprezzo che ci siano state prese di posizione diverse, anche nella maggioranza – ha chiuso Giovanni Di Stasio – e ritiro il documento per riaprire la discussione in Commissione”.