SIENA. "Siena oggi lancia il suo patto territoriale di genere per le pari opportunità, le politiche di conciliazione e azioni a sostegno delle donne e contro la violenza"». Così Fiorenza Anatrini assessore alle pari opportunità della Provincia ha aperto la tappa senese del tour regionale sulle Pari Opportunità in programma al Santa Maria della Scala.
"Non c’è sfida sul futuro senza interesse alla componente femminile – ha sottolineato il vice presidente della Regione Toscana Federico Gelli – e Siena nel panorama regionale ha dimostrato in questi anni grande attenzione e politiche che si inseriscono a pieno titolo nel percorso attivato dalla Regione".
Un percorso che culminerà proprio martedì prossimo con l’approvazione della Legge sulla Cittadinanza di genere e la conciliazione vita – lavoro, un documento fondamentale, il primo in Italia, per dare l’adeguata cornice normativa alle politiche di genere. Del resto secondo quanto emerso durante il convegno permangono ancora una scarsa rappresentatività delle donne nel mondo del lavoro, accompagnata in questi ultimi mesi dalle conseguenze della crisi economica. A questo si aggiunge la piaga della violenza sulle donne.
Violenza sulle donne
Secondo i dati dell’Osservatorio sociale provinciale raccolti con un’indagine sperimentale tra ottobre 2008 e febbraio 2009, grazie alla collaborazione con i soggetti della rete del tavolo interistituzionale contro la violenza sulle donne, in provincia di Siena, nel 2008 si sono registrati 23 casi di violenza sessuale, 113 episodi di lesioni dolose, 151 di minacce, 162 di ingiurie, 30 di percosse, 2 atti sessuali con minorenni, 3 di sfruttamento della prostituzione. Ciò che emerge è che il 64,7% dei disagi sono per maltrattamento fisico, il 58,8% per maltrattamento psicologico, il 29,4% disagio psico – fisico. Mentre la separazione conflittuale incide per il 17,6%, l’abbandono per il 9,8%, le violenze sessuali per il 7,8%, lo stalking per il 5,9% e il mobbing per il 3,9%. Per quanto riguarda la relazione tra la donna e il maltrattante il 53% dei disagi sono provocati dal marito (34%) e il partner (18,9%), mentre il 24% dall’ex partner (13,2%) e l’ex marito (11,3%). Al 3,8% i familiari e i colleghi superiori di lavoro. Il 39,2% delle donne maltrattate è di nazionalità italiana e un altro 39,2% è rappresentato da donne straniere, mentre per il rimanente 21,6% la nazionalità non è comunicata. A prevalere nei paesi di provenienza sono l’Europa (30%) e l’Africa (30%). Dall’analisi dello stato civile emerge che nel 37,3% dei casi sono coniugate, mentre per il 21,6% conviventi. Il 15,7% sono separate, il 13,7% nubili e il 7,8% divorziate. Davanti a questi dati la Provincia ha intrapreso un percorso che ha portato alla costituzione del Tavolo Interistituzionale contro la violenza sulle donne che si pone come obiettivo la costituzione di un sistema unitario di prevenzione della violenza, l’attivazione di interventi di accoglienza, protezione, solidarietà, sostegno e soccorso alle donne vittime di maltrattamenti e stupri. «Con questa iniziativa vogliamo sottolineare l’impegno che la Provincia di Siena porta avanti da tanti anni per combattere la violenza contro le donne, la volontà di puntare su una maggiore professionalità tra gli operatori e le istituzioni e intervenire nell’educazione e formazione dei giovani nelle scuole» ha aggiunto l’assessore Anatrini.
Precarizzazione del mondo del lavoro
Al centro del convegno sono stati anche i temi di attualità legati al mondo del lavoro. Tra questi la realtà di precarizzazione con la quale anche la realtà femminile senese è costretta a fare i conti pur registrando un buon tasso di occupazione. Andando ad analizzare i dati, infatti, si evince come anche nella nostra provincia cresce la percentuale delle donne occupate di pari passo con l’instabilità dei contratti stipulati. Nel caso del lavoro a tempo indeterminato, infatti, solo il 44,9% degli occupati è di sesso femminile contro il 55,1% degli occupati di sesso maschile. La percentuale cresce vertiginosamente per quanto riguarda il lavoro occasionale che vede il 66,9% di occupazione femminile contro il 33,1% di quella maschile. Simile situazione anche negli step intermedi come il lavoro a progetto (56,1% di sesso femminile – 43,9% di sesso maschile); lavoro a tempo determinato (47,9% di sesso femminile – 52,1% di sesso maschile) e lavoro interinale (48,5% di sesso femminile – 51,5% di sesso maschile).
"Non c’è sfida sul futuro senza interesse alla componente femminile – ha sottolineato il vice presidente della Regione Toscana Federico Gelli – e Siena nel panorama regionale ha dimostrato in questi anni grande attenzione e politiche che si inseriscono a pieno titolo nel percorso attivato dalla Regione".
Un percorso che culminerà proprio martedì prossimo con l’approvazione della Legge sulla Cittadinanza di genere e la conciliazione vita – lavoro, un documento fondamentale, il primo in Italia, per dare l’adeguata cornice normativa alle politiche di genere. Del resto secondo quanto emerso durante il convegno permangono ancora una scarsa rappresentatività delle donne nel mondo del lavoro, accompagnata in questi ultimi mesi dalle conseguenze della crisi economica. A questo si aggiunge la piaga della violenza sulle donne.
Violenza sulle donne
Secondo i dati dell’Osservatorio sociale provinciale raccolti con un’indagine sperimentale tra ottobre 2008 e febbraio 2009, grazie alla collaborazione con i soggetti della rete del tavolo interistituzionale contro la violenza sulle donne, in provincia di Siena, nel 2008 si sono registrati 23 casi di violenza sessuale, 113 episodi di lesioni dolose, 151 di minacce, 162 di ingiurie, 30 di percosse, 2 atti sessuali con minorenni, 3 di sfruttamento della prostituzione. Ciò che emerge è che il 64,7% dei disagi sono per maltrattamento fisico, il 58,8% per maltrattamento psicologico, il 29,4% disagio psico – fisico. Mentre la separazione conflittuale incide per il 17,6%, l’abbandono per il 9,8%, le violenze sessuali per il 7,8%, lo stalking per il 5,9% e il mobbing per il 3,9%. Per quanto riguarda la relazione tra la donna e il maltrattante il 53% dei disagi sono provocati dal marito (34%) e il partner (18,9%), mentre il 24% dall’ex partner (13,2%) e l’ex marito (11,3%). Al 3,8% i familiari e i colleghi superiori di lavoro. Il 39,2% delle donne maltrattate è di nazionalità italiana e un altro 39,2% è rappresentato da donne straniere, mentre per il rimanente 21,6% la nazionalità non è comunicata. A prevalere nei paesi di provenienza sono l’Europa (30%) e l’Africa (30%). Dall’analisi dello stato civile emerge che nel 37,3% dei casi sono coniugate, mentre per il 21,6% conviventi. Il 15,7% sono separate, il 13,7% nubili e il 7,8% divorziate. Davanti a questi dati la Provincia ha intrapreso un percorso che ha portato alla costituzione del Tavolo Interistituzionale contro la violenza sulle donne che si pone come obiettivo la costituzione di un sistema unitario di prevenzione della violenza, l’attivazione di interventi di accoglienza, protezione, solidarietà, sostegno e soccorso alle donne vittime di maltrattamenti e stupri. «Con questa iniziativa vogliamo sottolineare l’impegno che la Provincia di Siena porta avanti da tanti anni per combattere la violenza contro le donne, la volontà di puntare su una maggiore professionalità tra gli operatori e le istituzioni e intervenire nell’educazione e formazione dei giovani nelle scuole» ha aggiunto l’assessore Anatrini.
Precarizzazione del mondo del lavoro
Al centro del convegno sono stati anche i temi di attualità legati al mondo del lavoro. Tra questi la realtà di precarizzazione con la quale anche la realtà femminile senese è costretta a fare i conti pur registrando un buon tasso di occupazione. Andando ad analizzare i dati, infatti, si evince come anche nella nostra provincia cresce la percentuale delle donne occupate di pari passo con l’instabilità dei contratti stipulati. Nel caso del lavoro a tempo indeterminato, infatti, solo il 44,9% degli occupati è di sesso femminile contro il 55,1% degli occupati di sesso maschile. La percentuale cresce vertiginosamente per quanto riguarda il lavoro occasionale che vede il 66,9% di occupazione femminile contro il 33,1% di quella maschile. Simile situazione anche negli step intermedi come il lavoro a progetto (56,1% di sesso femminile – 43,9% di sesso maschile); lavoro a tempo determinato (47,9% di sesso femminile – 52,1% di sesso maschile) e lavoro interinale (48,5% di sesso femminile – 51,5% di sesso maschile).