Precari, disoccupati, sfruttati... che vogliono costruire un presente diverso ed un futuro migliore
SIENA. “Siamo uomini e donne, giovani e meno giovani, lavoratrici e lavoratori che le normative stentano a definir tali. Siamo la generazione perduta, quella che Mario Monti, il suo Governo e le sue banche vorrebbero mettere a perdita nel bilancio di sangue che chiamano Risanamento. ” Inizia così il comunicato della Mano invisibile, movimento informale di lavoratori e lavoratrici precarie che si è presentato nei giorni scorsi alla città “Siamo impiegati part-time, centralinisti a progetto, quadri intermedi a chiamata, commesse stagiste. Siamo quelli che nessuno ha bisogno di licenziare perché il nostro contratto di autodistrugge in pochi mesi, a volte in poche settimane. Siamo quelli per cui avere un contratto di lavoro non vuol dire di conseguenza avere una retribuzione e siamo quelli per cui avere una retribuzione non vuol mai dire averne una dignitosa. Siamo quelli che quando chiude l’azienda non rientrano nei numeri dei tagli fatti perché risultiamo come “collaboratori”. Siamo quelli che “collaborano” sottoposti a turni massacranti e a decisioni arbitrarie, senza tutele, senza altra regola se non quella della speculazione e dello sfruttamento, senza ferie, senza malattia, senza rappresentanza sindacale. Siamo quelli che usciti dalle università si sono visti offrire gli stage formativi come addetti alle vendite (commessi) in negozi di calzature, a 300 euro al mese per otto ore al giorno. Siamo quelli che quando il datore di lavoro li saluta rimangono a terra davvero, senza diritto alla disoccupazione, alla mobilità o alla cassintegrazione. Siamo qualificati, specializzati, laureati, dottorati in ogni disciplina. Siamo comandati da gente che lo scettro del comando l’ha ereditato per diritto di sangue e che si circonda a sua volta di chi gode dello stesso diritto relegando il merito e le capacità ai discorsi da fare in TV quando qualcuno vuole parlare di crescita e di rilancio per i giovani. Siamo la mano invisibile che produce ricchezza per gli altri, quella su cui grava il peso vero di ogni riforma, quella da tenere nascosta, da non mostrare. Siamo la mano che serve ai clienti pasti che non può permettersi, prodotti che non può comprare, servizi che non osa sognare. Siamo la mano invisibile che ha deciso di tirare una linea, di dire basta, di fermare tutto. La mano invisibile che vuole costruire un presente diverso e un futuro migliore. E iniziamo da qua.”
La mano invisibile