SIENA. La "Collezione Opere d'Arte" della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, si è arricchita di due nuove opere. A dicembre è stata infatti acquisita, nel corso di un'asta di Christiès a Londra, la "Madonna con Bambino", di Segna di Bonaventura, capolavoro della pittura senese del primo Trecento. Il dipinto è stato mostrato in occasione di una conferenza stampa organizzata per presentare il Documento di
programmazione economica 2009 della Fondazione, insieme all'opera "Santa Lucia", proveniente dalla collezione Verburgt, attribuita al Maestro dell'Osservanza (secondo quarto del XV secolo), acquisita ad inizio estate in un'altra asta da Sotheby's. Complessivamente le due opere sono state pagate 2,2 milioni.
Segna di Bonaventura (attivo a Siena dal 1298 – 1331), fu il più stretto collaboratore di Duccio. La tavola, datata intorno al 1320, era in origine una pala d'altare e ritorna a Siena dopo aver fatto parte di collezioni private a Firenze e Venezia, passando poi per Milano, le Filippine e New York. La presenza nel quadro di San Bartolomeo e di Sant'Ansano, protettori di Siena, indicano un'evidente provenienza da una chiesa cittadina e, verosimilmente, da un monastero femminile, come testimonia la piccola figura di una monaca inginocchiata in basso a destra, committente del dipinto.
programmazione economica 2009 della Fondazione, insieme all'opera "Santa Lucia", proveniente dalla collezione Verburgt, attribuita al Maestro dell'Osservanza (secondo quarto del XV secolo), acquisita ad inizio estate in un'altra asta da Sotheby's. Complessivamente le due opere sono state pagate 2,2 milioni.
Segna di Bonaventura (attivo a Siena dal 1298 – 1331), fu il più stretto collaboratore di Duccio. La tavola, datata intorno al 1320, era in origine una pala d'altare e ritorna a Siena dopo aver fatto parte di collezioni private a Firenze e Venezia, passando poi per Milano, le Filippine e New York. La presenza nel quadro di San Bartolomeo e di Sant'Ansano, protettori di Siena, indicano un'evidente provenienza da una chiesa cittadina e, verosimilmente, da un monastero femminile, come testimonia la piccola figura di una monaca inginocchiata in basso a destra, committente del dipinto.