8 denunciati per fatture emesse per "rottami di rame"
Proprio la frequente ricorrenza di frodi, ha indotto il legislatore ad adottare una particolare disciplina fiscale per il commercio di rottami che, per l’appunto, non soggiace al pagamento dell’IVA nelle fasi intermedie della filiera. Gli argini rappresentati da tale regime tributario (cd. “reverse charge”) non hanno, tuttavia, distolto completamente taluni operatori scorretti dall’intento di perpetrare condotte fraudolente, arricchendosi indebitamente a danno dell’Erario, oltre a creare una evidente distorsione agli equilibri del mercato, a discapito della libera concorrenza.
Negli anni oggetto dell’attività di indagine svolta, il fenomeno dei furti di rame ha fatto registrare una continua crescita su tutto il territorio nazionale. Le ragioni sono da ricercare nelle quotazioni in aumento sul mercato mondiale e dal differenziale creatosi tra una domanda in crescita ed un’offerta in calo. Sotto il profilo dei circuiti di ricettazione le risultanze investigative acquisite hanno permesso, in più occasioni, di ricostruire una vera e propria filiera illecita del prezioso metallo, nonostante le azioni/operazioni poste in essere dall’impresa individuata, tese ad ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa dei beni ceduti.
Gli accertamenti condotti, infatti, hanno permesso di sventare un articolato sistema di frode, caratterizzato dalla partecipazione di una ditta “cartiera” con sede nella Valdelsa, riconducibile ad un soggetto “nullatenente” di origine campana, senza alcun trascorso imprenditoriale, priva di mezzi propri e senza possibilità alcuna di avviare un così fiorente commercio, costituita con il solo scopo di “stampare” le fatture che, su un piano esclusivamente documentale, avrebbero dovuto nascondere la provenienza dei rottami di rame verosimilmente rinvenienti da furti.
L’operazione delle Fiamme Gialle di Poggibonsi ha consentito di constatare e segnalare ai competenti Uffici finanziari, per il recupero a tassazione, elementi reddituali per circa un milione di euro, nonché di accertare circa quattro milioni e mezzo di euro di fatture false, per la vendita di circa 1000 tonnellate di “rottame di rame”.
8 le persone segnalate all’Autorità Giudiziaria per diverse ipotesi di reato, che vanno dal riciclaggio, alla ricettazione, al favoreggiamento personale ad alla commissione di reati fiscali mediante l’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.