Verifiche anche al Monte nell'ufficio di David Rossi
SIENA. Le abitazioni dell’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, e dell’ex direttore generale, Antonio Vigni, sono sottoposte a nuove perquisizioni, condotte dagli agenti del nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza su disposizione dei pm che indagano sull’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps e sui derivati. Controlli sono in corso anche nella sede di Mps nell’ufficio di David Rossi (responsabili delle relazioni esterne), del quale è sotto controllo anche l’appartamento.
La Consob ha trasmesso ai magistrati di Siena due documenti (una “Relazione per la Commissione” e una “Nota Tecnica” di 27 pagine redatta dall’Ufficio Abusi di Mercato). La Commissione presieduta da Giuseppe Vegas denuncia testualmente: “Configurabilità dell’illecito di manipolazione del mercato con riguardo a condotte tenute da esponenti di Banca Monte Paschi di Siena SPA nella strutturazione di un’operazione di rafforzamento patrimoniale per l’acquisizione di Banca Antonveneta SPA e alle informazioni circa il patrimonio di vigilanza e i coefficienti patrimoniali di Banca Mps SPA esposte nella relazione semestrale al 30 giugno 2008”.
Le conclusioni sono state sottoposte alla Procura: “Dall’esame dei documenti – scrivono i responsabili Consob – emergono elementi sulla base dei quali appare opportuno comunicare alla Procura di Siena che potrebbe essere configurabile il reato di manipolazione del mercato, previsto dall’articolo 185 del decreto legislativo n. 58/1998”. Mussari, Vigni e il gruppo dirigente di Mps del periodo 2008/2011 dovranno quindi rispondere di una nuova accusa per reati di natura finanziaria. Anche i tecnici della Vigilanza di Borsa, come già gli ispettori di Bankitalia, puntano il dito contro l’operazione “Fresh” da 1 miliardo, che MPS lancia tra il novembre 2007 e la primavera 2008 con JpMorgan, per finanziare l’acquisto di Antonveneta. La banca dice che si tratta di aumento di capitale, mentre è risultato essere un contratto di usufrutto, come certifica Bankitalia in un documento trasmesso alla Procura il 28 novembre 2012b. “L’esclusione delle azioni sottostanti al Fresh dal core capital e la loro inclusione tra gli strumenti innovativi di capitale determina, al 30 giugno 2008, un supero della soglia massima computabile nel patrimonio di base, con conseguente contrazione di tale aggregato e, a cascata, del patrimonio supplementare. Nel complesso, pertanto, il declassamento del titolo ha come effetto una contrazione sia del patrimonio di base (da 6,3 a 5,2 miliardi) sia di quello supplementare (da 5,7 a 5,2 miliardi). In relazione a detto effetto riduttivo, al 30 giugno 2008, il patrimonio di vigilanza non risulta in grado di coprire i totale dei requisiti prudenziali, con un total capital ratio in riduzione dal 9,1 al 7,8%, rispetto a un minimo dell’8%)”.
Aggiornamento ore 13,30
L’avvocato di Mussari, Fabio Pisillo, in una nota affferma che “Le imputazioni mosse a Mussari sono le stesse già contestate in sede di interrogatorio e per le quali Mussari ha risposto a tutte le domande: trattasi di falsa informazione in prospetto, falsa comunicazione al mercato, ostacolo all’autorita’ di vigilanza”. La perquisizione continua Pisillo “ha dato esito totalmente negativo. Non è stato rinvenuto alcunché di interesse per le indagini. Di conseguenza nessun documento né cartaceo né informatico, comprese le mail che sono state tutte esaminate, è stato posto sotto sequestro”.
La Consob ha trasmesso ai magistrati di Siena due documenti (una “Relazione per la Commissione” e una “Nota Tecnica” di 27 pagine redatta dall’Ufficio Abusi di Mercato). La Commissione presieduta da Giuseppe Vegas denuncia testualmente: “Configurabilità dell’illecito di manipolazione del mercato con riguardo a condotte tenute da esponenti di Banca Monte Paschi di Siena SPA nella strutturazione di un’operazione di rafforzamento patrimoniale per l’acquisizione di Banca Antonveneta SPA e alle informazioni circa il patrimonio di vigilanza e i coefficienti patrimoniali di Banca Mps SPA esposte nella relazione semestrale al 30 giugno 2008”.
Le conclusioni sono state sottoposte alla Procura: “Dall’esame dei documenti – scrivono i responsabili Consob – emergono elementi sulla base dei quali appare opportuno comunicare alla Procura di Siena che potrebbe essere configurabile il reato di manipolazione del mercato, previsto dall’articolo 185 del decreto legislativo n. 58/1998”. Mussari, Vigni e il gruppo dirigente di Mps del periodo 2008/2011 dovranno quindi rispondere di una nuova accusa per reati di natura finanziaria. Anche i tecnici della Vigilanza di Borsa, come già gli ispettori di Bankitalia, puntano il dito contro l’operazione “Fresh” da 1 miliardo, che MPS lancia tra il novembre 2007 e la primavera 2008 con JpMorgan, per finanziare l’acquisto di Antonveneta. La banca dice che si tratta di aumento di capitale, mentre è risultato essere un contratto di usufrutto, come certifica Bankitalia in un documento trasmesso alla Procura il 28 novembre 2012b. “L’esclusione delle azioni sottostanti al Fresh dal core capital e la loro inclusione tra gli strumenti innovativi di capitale determina, al 30 giugno 2008, un supero della soglia massima computabile nel patrimonio di base, con conseguente contrazione di tale aggregato e, a cascata, del patrimonio supplementare. Nel complesso, pertanto, il declassamento del titolo ha come effetto una contrazione sia del patrimonio di base (da 6,3 a 5,2 miliardi) sia di quello supplementare (da 5,7 a 5,2 miliardi). In relazione a detto effetto riduttivo, al 30 giugno 2008, il patrimonio di vigilanza non risulta in grado di coprire i totale dei requisiti prudenziali, con un total capital ratio in riduzione dal 9,1 al 7,8%, rispetto a un minimo dell’8%)”.
Aggiornamento ore 13,30
L’avvocato di Mussari, Fabio Pisillo, in una nota affferma che “Le imputazioni mosse a Mussari sono le stesse già contestate in sede di interrogatorio e per le quali Mussari ha risposto a tutte le domande: trattasi di falsa informazione in prospetto, falsa comunicazione al mercato, ostacolo all’autorita’ di vigilanza”. La perquisizione continua Pisillo “ha dato esito totalmente negativo. Non è stato rinvenuto alcunché di interesse per le indagini. Di conseguenza nessun documento né cartaceo né informatico, comprese le mail che sono state tutte esaminate, è stato posto sotto sequestro”.