SIENA. La vicenda è quella del libro di Raffaele Ascheri, "La casta di Siena". La notizia è che, dopo aver valutato a fondo la cosa, la Curia ha deciso di avanzare una citazione in giudizio con relativa richiesta di risarcimento danni.
La notizia circolava già nella serata di ieri. Oggi (30 settembre) qualcuno la sussurrava nelle stanze del Consiglio comunale. Si parla di una richiesta di 200 mila euro da riconoscere all'Arcivescovo Buoncristiani ed altrettanti chiesti per Monsignor Acampa per riparare al danno di immagine scaturito dalle pagine del libro-scandalo di Ascheri. In aggiunta altri 200 mila euro per riparare al danno d'immagine della stessa Diocesi di Siena.
Fonti interne alla Diocesi hanno poi confermato l'avvio della procedura giudiziaria ma hanno taciuto in merito alla quantificazione della richiesta di danni.
Qualunque sia l'importo, comunque, la Diocesi ha già deciso di devolvere tutta la somma in opere di beneficenza.
Ancora si dovrà parlare della Casta di Siena. Un libro che dice la sua sul potere senese che si dirama dalle stanze della politica locale e raggiunge Banca e Fondazione Mps – o viceversa – e che tocca anche la Curia.
Nomi e cognomi scritti in un libro che è arrivato alla sua terza ristampa eppure che nessun editore si è sognato di pubblicare. E' toccato all'autore autofinanziarsi ed autopubblicarsi, in una operazione decisamente rischiosa dal punto di vista legale, nonostante l'analisi attenta del testo fatta preventivamente da due consulenti avvocati.
Invece, le cose non sono andate proprio lisce. E, del resto, era prevedibile.
Già lo scorso giugno, in una concisa nota stampa, la Diocesi di Siena aveva annunciato querele a carico di Ascheri. Oggi, la conferma che la strada giudiziaria è stata intrapresa.
La notizia circolava già nella serata di ieri. Oggi (30 settembre) qualcuno la sussurrava nelle stanze del Consiglio comunale. Si parla di una richiesta di 200 mila euro da riconoscere all'Arcivescovo Buoncristiani ed altrettanti chiesti per Monsignor Acampa per riparare al danno di immagine scaturito dalle pagine del libro-scandalo di Ascheri. In aggiunta altri 200 mila euro per riparare al danno d'immagine della stessa Diocesi di Siena.
Fonti interne alla Diocesi hanno poi confermato l'avvio della procedura giudiziaria ma hanno taciuto in merito alla quantificazione della richiesta di danni.
Qualunque sia l'importo, comunque, la Diocesi ha già deciso di devolvere tutta la somma in opere di beneficenza.
Ancora si dovrà parlare della Casta di Siena. Un libro che dice la sua sul potere senese che si dirama dalle stanze della politica locale e raggiunge Banca e Fondazione Mps – o viceversa – e che tocca anche la Curia.
Nomi e cognomi scritti in un libro che è arrivato alla sua terza ristampa eppure che nessun editore si è sognato di pubblicare. E' toccato all'autore autofinanziarsi ed autopubblicarsi, in una operazione decisamente rischiosa dal punto di vista legale, nonostante l'analisi attenta del testo fatta preventivamente da due consulenti avvocati.
Invece, le cose non sono andate proprio lisce. E, del resto, era prevedibile.
Già lo scorso giugno, in una concisa nota stampa, la Diocesi di Siena aveva annunciato querele a carico di Ascheri. Oggi, la conferma che la strada giudiziaria è stata intrapresa.