di Giovanni Elia
SIENA. A poche ore dalla tragedia del messinese – una singolare coincidenza che c'è da sperare non sia premonitrice di altri disastri prossimi venturi – la sezione senese di Italia Nostra ha aderito alla manifestazione nazionale di sensibilizzazione per la tutela del paesaggio e del territorio “Paesaggi Sensibili” con una rassegna delle "dolenti note" della situazione senese.
Questa mattina (3 Ottobre), si è infatti svolta presso la Sala “La Suvera” dell'Accademia dei Rozzi una conferenza sul paesaggio urbano di Siena, inteso sia come città che, soprattutto, come suburbio e come immediata periferia. E' lì, infatti, che secondo Italia Nostra il territorio senese ha mostrato più criticità e argomenti di discussione, con i cantieri di Ravacciano (la ex distilleria Socini), di Malizia con l'ex consorzio, di Pescaia con l'ex tiro a segno e dell'area a ridosso di Palazzo Piccolomini con l'ex garage Baroni. Esempi che, secondo Lucilla Tozzi, presidentessa della sezione senese di Italia Nostra, “dimostrano come da certe parti si consideri a torto l'area verde, l'assenza di cemento, come un vuoto da riempire invece che una ricchezza da tutelare. Noi vorremmo coinvolgere i cittadini e anche le amministrazioni sulla sparizione delle aree verdi, perché la dichiarazione Unesco del 1995 che ha inserito il nostro centro storico nella lista dei patrimoni mondiali dell'umanità specificava chiaramente che questo riconoscimento era dovuto anche all'inserimento di Siena in un paesaggio straordinario di uliveti, vigneti e colline. Di certo non vuol dire che tutto dovesse rimanere come allora, ma il suburbio di Siena – zone che in certi casi sono a ridosso delle mura – era pieno di verde appena quindici anni fa ed ora sono state cementificate. E' bene ricordare al riguardo che alcune tutele Unesco sono state sottoposte a verifica ed in certi casi, come quello di Dresda, sono state ritirate come conseguenza di alterazioni paesaggistiche ed urbane”.
Tozzi ha proseguito poi citando l'edificio lineare alla stazione e la costruzione prossima ventura nell'area di porta Ovile come esempi di un processo che non trova soste, e che continua a divorare aree che contribuiscono almeno quanto il centro storico all'immagine ed al prestigio mondiale di Siena come patrimonio dell'umanità. Inoltre, come sottolineato nel suo intervento introduttivo, questa visione delle aree verdi come risorsa e non come vuoto era già ben presente nella mentalità delle amministrazioni comunali fin dal dopoguerra, e lo dimostra un brano di una relazione del 1954, redatta dalla Commissione di orientamento per il Piano Regolatore Piccinato, nella quale si legge che “Non va dimenticato che la difesa di Siena comincia fuori di Siena, e […] questa impostazione è la sola forza che può portare alla difesa della compagine monumentale della città”.
Alla conferenza hanno inoltre partecipato Nicola Caracciolo, vicepresidente nazionale di Italia Nostra, Mario Ascheri, Carlo Ripa di Meana ed Emanuela Carpani, nuova Soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Siena e Grosseto; proprio Carpani, a cinque mesi dal suo insediamento in terra di Siena, ha voluto sottolineare la validità del punto di vista della sezione senese di Italia Nostra non solo con la sua presenza alla conferenza, ma anche affermando che “per quanto riguarda Siena, la straordinaria penetrazione delle valli verdi fino a ridosso del centro è proprio una delle cose che più colpiscono il visitatore. E' senz'altro una situazione che richiede particolari attenzioni, e non bisogna su questo abbassare la guardia, anche perché la Regione Toscana ha una lunga tradizione di rispetto e tutela dei paesaggi, ma la gerarchia delle istituzioni alle volte può portare ad un autentico 'scaricabarile' che va assolutamente evitato”. Carpani ha poi proseguito sottolineando “l'assoluta inscindibilità tra borghi, vie, strade, palazzi e i paesaggi che li circondano. E' un unicum, e quindi ogni alterazione di una di queste componenti porta ad una alterazione dell'insieme”.
In conclusione la Soprintendente ha voluto sottolineare anche una pesante carenza di personale per quanto riguarda tutte le soprintendenze, inclusa quella senese. “Alcune sono davvero allo stremo, come Milano che ora ha nove funzionari per otto province, più di mille e cento comuni. E' una modalità di lavoro vergognosa per gli uffici ministeriali periferici, anche considerando l'altissima professionalità di molti funzionari. Va da sé,” ha poi proseguito, “che la qualità della tutela ne risenta”.
Clicca qui per ascoltare Lucilla Tozzi (Italia Nostra)
SIENA. A poche ore dalla tragedia del messinese – una singolare coincidenza che c'è da sperare non sia premonitrice di altri disastri prossimi venturi – la sezione senese di Italia Nostra ha aderito alla manifestazione nazionale di sensibilizzazione per la tutela del paesaggio e del territorio “Paesaggi Sensibili” con una rassegna delle "dolenti note" della situazione senese.
Questa mattina (3 Ottobre), si è infatti svolta presso la Sala “La Suvera” dell'Accademia dei Rozzi una conferenza sul paesaggio urbano di Siena, inteso sia come città che, soprattutto, come suburbio e come immediata periferia. E' lì, infatti, che secondo Italia Nostra il territorio senese ha mostrato più criticità e argomenti di discussione, con i cantieri di Ravacciano (la ex distilleria Socini), di Malizia con l'ex consorzio, di Pescaia con l'ex tiro a segno e dell'area a ridosso di Palazzo Piccolomini con l'ex garage Baroni. Esempi che, secondo Lucilla Tozzi, presidentessa della sezione senese di Italia Nostra, “dimostrano come da certe parti si consideri a torto l'area verde, l'assenza di cemento, come un vuoto da riempire invece che una ricchezza da tutelare. Noi vorremmo coinvolgere i cittadini e anche le amministrazioni sulla sparizione delle aree verdi, perché la dichiarazione Unesco del 1995 che ha inserito il nostro centro storico nella lista dei patrimoni mondiali dell'umanità specificava chiaramente che questo riconoscimento era dovuto anche all'inserimento di Siena in un paesaggio straordinario di uliveti, vigneti e colline. Di certo non vuol dire che tutto dovesse rimanere come allora, ma il suburbio di Siena – zone che in certi casi sono a ridosso delle mura – era pieno di verde appena quindici anni fa ed ora sono state cementificate. E' bene ricordare al riguardo che alcune tutele Unesco sono state sottoposte a verifica ed in certi casi, come quello di Dresda, sono state ritirate come conseguenza di alterazioni paesaggistiche ed urbane”.
Tozzi ha proseguito poi citando l'edificio lineare alla stazione e la costruzione prossima ventura nell'area di porta Ovile come esempi di un processo che non trova soste, e che continua a divorare aree che contribuiscono almeno quanto il centro storico all'immagine ed al prestigio mondiale di Siena come patrimonio dell'umanità. Inoltre, come sottolineato nel suo intervento introduttivo, questa visione delle aree verdi come risorsa e non come vuoto era già ben presente nella mentalità delle amministrazioni comunali fin dal dopoguerra, e lo dimostra un brano di una relazione del 1954, redatta dalla Commissione di orientamento per il Piano Regolatore Piccinato, nella quale si legge che “Non va dimenticato che la difesa di Siena comincia fuori di Siena, e […] questa impostazione è la sola forza che può portare alla difesa della compagine monumentale della città”.
Alla conferenza hanno inoltre partecipato Nicola Caracciolo, vicepresidente nazionale di Italia Nostra, Mario Ascheri, Carlo Ripa di Meana ed Emanuela Carpani, nuova Soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Siena e Grosseto; proprio Carpani, a cinque mesi dal suo insediamento in terra di Siena, ha voluto sottolineare la validità del punto di vista della sezione senese di Italia Nostra non solo con la sua presenza alla conferenza, ma anche affermando che “per quanto riguarda Siena, la straordinaria penetrazione delle valli verdi fino a ridosso del centro è proprio una delle cose che più colpiscono il visitatore. E' senz'altro una situazione che richiede particolari attenzioni, e non bisogna su questo abbassare la guardia, anche perché la Regione Toscana ha una lunga tradizione di rispetto e tutela dei paesaggi, ma la gerarchia delle istituzioni alle volte può portare ad un autentico 'scaricabarile' che va assolutamente evitato”. Carpani ha poi proseguito sottolineando “l'assoluta inscindibilità tra borghi, vie, strade, palazzi e i paesaggi che li circondano. E' un unicum, e quindi ogni alterazione di una di queste componenti porta ad una alterazione dell'insieme”.
In conclusione la Soprintendente ha voluto sottolineare anche una pesante carenza di personale per quanto riguarda tutte le soprintendenze, inclusa quella senese. “Alcune sono davvero allo stremo, come Milano che ora ha nove funzionari per otto province, più di mille e cento comuni. E' una modalità di lavoro vergognosa per gli uffici ministeriali periferici, anche considerando l'altissima professionalità di molti funzionari. Va da sé,” ha poi proseguito, “che la qualità della tutela ne risenta”.
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