Paolo Amato chiede il commissariamento dell'ateneo e una indagine interna al Ministero
SIENA. Università di Siena protagonista non solo sui giornali nazionali (tirata per i capelli dalla vicenda banca e Fondazione Mps) ma anche in Parlamento. E non per osannarne la didattica o l’amministrazione.
L’interrogazione a risposta scritta rivolta al Ministro dell’Istruzione, Università e ricerca presentata dal senatore Paolo Amato (PdL) ieri (17 gennaio) è un sensibile quanto esaustivo riepilogo di quanto avvenuto nell’ultimo anno e mezzo nelle stanze dell’ateneo. E in quelle della Procura di Siena.
Più che sul “buco di bilancio” – che viene ricordato nel suo valore citato all’interno del Bilancio di previsione 2012, ovvero con un disavanzo di parte corrente pari a 22.389.000 euro – il senatore pone l’attenzione del Ministro sulla questione “elezione del rettore”.
Una questione spinosa, quella che ha portato all’insediamento dell’attuale Magnifico.
Il senatore ricorda nel documento come la vicenda “elezioni del rettore” sia emersa subito dopo la scoperta del risultato delle urne. Quella differenza di voti – una manciata – tra il rettore uscente Focardi e lo sfidande Riccaboni (373 a 357 a vantaggio di quest’ultimo) aveva spinto ad una verifica delle schede e dei verbali della Commissione elettorale. Da lì, direttamente alla apertura dell’indagine da parte della magistratura senese seguita necessariamente all’emergere di “gravi e numerose irregolarità di carattere formale e sostanziale, sia nei confronti della legislazione ordinaria che verso la disciplina statutaria dell’ateneo, tali da inficiare per diritto la legittimità del risultato”.
Le indagini, ricorda il documento redatto dal senatore Amato, si sono concluse l’11 novembre scorso ed hanno prodotto ipotesi di reato per 10 persone. Membri della commissione elettorale e membri di seggio indagati per “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”.
Amato ricorda anche la “doppia copia” della ratifica della nomina del Rettore da parte dell’allora Ministro Gelmini. La prima “in data 26 ottobre 2010, nella quale si faceva cenno alle indagini in corso”. La seconda emanata il 2 novembre priva di riferimenti all’attività della Procura.
Il Ministro Gelmini fu ascoltato dai magistrati che indagavano sulla vicenda. Il capo del dicastero fu riconosciuto come “parte lesa” in quanto dichiarò di non conoscere le ragioni che avevano portato alla emissione di due decreti di nomina e che, comunque, il suo Capo di gabinetto l’aveva rassicurata in merito alla possibilità di poter annullare il decreto qualora fossero state individuate dalla magistratura delle illiceità commesse durante le fasi di elezione del rettore.
“Nel corso del suddetto incontro l’ex Ministro dell’Università aggiunse tuttavia che: “soltanto oggi – 24 febbraio 2011- vengo a conoscenza del fatto che nessun elettore il 21 luglio 2010 è stato identificato. Se avessi saputo di detta irregolarità con ogni probabilità non avrei proclamato il rettore”, riporta nel suo documento Amato.
Le “stranezze” nella vicenda seguita all’elezione del rettore Riccaboni proseguono.
Una riguardante lo stesso Amato che, nella sua interrogazione ricorda di aver presentato un documento avente ad oggetto la stessa questione, ma oltre un anno fa. Esattamente il 21 ottobre 2010. In quella occasione il senatore informava il Ministro di quanto avveniva a Siena e chiedeva se non fosse il caso di “approfondire da parte del Ministero” la vicenda. Probabilmente, però, le informazioni circa quanto avveniva a Siena, erano arrivate. Da David Cantagalli, rappresentante del Governo nel Cda dell’ateneo il quale, solo qualche mese fa, alla stampa locale, ha dichiarato di aver, in effetti, comunicato al Ministero, prima della emissione del decreto di nomina del nuovo rettore, quanto si diceva in città e all’interno delle stanze del Rettorato in merito a palesi irregolarità emerse nelle procedure di elezione del Rettore.
Il documento di Amato non trascura neppure figure di rilievo ma non direttamente investite dalla magistratura nella vicenda “elezioni rettore”.
A partire dall’allora Direttore Generale del Ministero dell’Università Marco Tomasi, del suo rapporto “stretto” con il rettore Riccaboni e del suo intervento – emerso da intercettazioni telefoniche pubblicate dalla stampa – a sostegno della nomina del DA Fabbro. “La quale, peraltro, risultava già condannata, nel 2007, dalla Corte dei conti dell’Emilia-Romagna per gravi irregolarità amministrativo-contabili nell’esercizio delle sue funzioni nel medesimo incarico di Direttore amministrativo dell’Università di Bologna – come segnalato nell’atto di sindacato ispettivo a firma dell’interrogante n. 3-01735 del 9 novembre 2010”.
Intercettazioni telefoniche “strane” anche tra l’ex Ministro ed ex rettore Berlinguer ed alcuni vertici del Ministero. “Relazioni che, a ridosso del novembre 2010, furono utilizzate dall’ On. Berlinguer, di intesa con l’attuale al fine di imporre la firma del Ministro sul decreto di nomina del Rettore di Siena nonostante l’aggravarsi dell’inchiesta della magistratura sulle elezioni universitarie”. E Berlinguer torna anche in merito alla vicenda dell’acquisto di 300 copie dell’opera “Tra diritto e storia” (Studi in onore di Luigi Berlinguer). La somma di 26.210,00 + € 250,00 di competenze legali nel frattempo maturate che risulta ancora sospesa e “pendente” sulle casse dell’ateneo.
E questo “esempio di allegra gestione dell’economia dell’Università” viene preso come filo conduttore per ricordare il buco di bilancio e la decisione del rettore attuale di prolungare il piano di risanamento di due anni considerando l’impossibilità di arrivare ad un pareggio di bilancio entro il 2015.
Da queste osservazioni il senatore Amato chiede se non sia opportuno procedere al commissariamento dell’Ateneo nel rispetto dell’art. 5, comma 4, lettere h) e i), della “legge Gelmini”. Amato chiede anche se non sia il caso di aprire una indagine interna al Ministero, “onde verificare – alla luce di quanto appreso dalle pubblicazioni delle intercettazioni telefoniche – se le informazioni in possesso degli uffici ministeriali sull’irregolarità dell’elezione del Rettore dell’Università di Siena, siano state debitamente trasmesse all’allora titolare del dicastero. Informazione che, nella loro completezza o incompletezza, hanno comunque pesato sulla decisione di emanare il decreto di nomina del Rettore in carica”. Infine, si chiede al Ministro dell’Istruzione se “corrisponde a verità il fatto che alcuni professori, già iscritti nel registro degli indagati per presunti brogli in capo all’elezione del Rettore – e per i quali è stato richiesto il rinvio a giudizio -, siano stati recentemente eletti a cariche di particolare rilievo all’interno degli organi dell’Università di Siena; e, nel caso affermativo, quale ne sia la sua valutazione, anche alla luce della prassi secondo la quale il Senato accademico può disporre la sospensione cautelare di un docente oggetto di indagini giudiziarie”.