Il Piano di razionalizzazione logistica prevede il permanere dell
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https://www.ilcittadinoonline.it/news/173814/L_Inps_di_Siena_in_vetta_agli_sprechi_della_pubblica_amminstrazione_in_Toscana.html
“Si fa riferimento alla nota – pubblicata oggi alle 16,15 dall’agenzia Dire – diramata dalla Sigla Sindacale CGIL ove viene denunciato l’esborso da parte di questo Istituto di notevoli canoni di locazione passiva per immobili nelle città di Firenze e Siena a fronte della disponibilità nei medesimi centri di immobili di proprietà inutilizzati.
Per quanto concerne la città di Firenze, la Direzione provinciale INPS è allocata presso lo stabile di via Belfiore, n. 26, mentre nella città di Siena la sede è in via Lippo Memmi. Entrambi i predetti immobili erano originariamente di proprietà dell’Istituto e sono stati trasferiti al Fondo Immobili Pubblici (FIP) con Decreto Interministeriale nel 2004. L’Istituto, come previsto dal contratto di locazione stipulato per detti immobili dall’Agenzia del Demanio, è dovuto rimanere “utilizzatore delle strutture” ed è tenuto a corrispondere i canoni locativi rispettivamente di circa 1 milione 300mila euro e 900 mila euro con la compartecipazione del Ministero dell’economia e delle finanze.
In entrambe le città- come nel resto delle sedi regionali, su tutto il territorio nazionale – l’Istituto ha avviato e definito il piano di razionalizzazione logistica, volto alla riduzione delle locazioni passive, all’efficiente utilizzo degli immobili di proprietà ed alla valorizzazione delle superfici e/o immobili eccedenti.
Tenuto conto dei vincoli normativi inerenti il rilascio degli immobili di proprietà del FIP, nonché della compartecipazione del MEF ai canoni locativi – che rendono il relativo esborso comunque maggiormente conveniente rispetto ad immobili disponibili sul mercato – il Piano di razionalizzazione logistica prevede il permanere dell’Istituto negli stabili FIP.
Non è risultata, invece, possibile la piena utilizzabilità a fini strumentali degli altri immobili di proprietà a causa delle loro ristrette dimensioni e della mancanza dei requisiti tecnici necessari per le esigenze degli uffici provinciali”.