di Augusto Mattioli
SIENA. Stamattina al Santa Maria della Scala è stato presentato uno studio dell’università di Siena sulla riorganizzazione del trasporto pubblico locale in tutta la provincia di Siena. Dove come sottolinea l’assessore Giorgio Del Ciondolo “si punta alla massima integrazione tra ferrovie e autolinee”.
Lo studio parte dalla constatazione che il trasporto pubblico nel senese è percepito come una serie di linee di trasporto su gomma o su ferro e non come una rete integrata. Il primo è gestito da una società consortile con Tra in, Rama, Sita, Lfi e ByBus, una realtà che secondo lo studio ha portato ad” un visibile distacco con altre reti provinciali dei trasporti e senza alcun coordinamento con i treni. E indispensabile dare agli utenti la percezione di una rete di trasporto pubblico al posto delle linee di trasporto che oggi viene percepita. Per questo occorre un valido sostegno di promozione pubblicitaria e anche economica”.
Quindi lo studio indica la soluzione dell’uso combinato di treno e bus per portare “a significative riduzioni dei tempi di percorrenza”. Comunque non ci voleva certo uno studio dell’università per capire certe cose che appaiono chiare anche ai profani. Tra le proposte la creazione di nodi di scambio di gomma e rotaia alle stazioni di Siena,Poggibonsi, Monteroni, Buonconvento, Castelnuovo Scalo, Sinalunga, Montepulciano, Chiusi collegando la mobilità pubblica e privata, il riordino e la semplificazione delle tariffe, una tariffa obbligatoria unica per treno e bus, coordinamento degli orari di scuole, fabbriche e uffici, monitoraggio costante della situazione. Ovviamente il tutto dovrebbe diminuire i tempi di percorrenza. Inoltre lo studio propone anche un collegamento Siena Roma per ferrovie con una percorrenza di 2 ore e 20. Ma occorrono però nuovi treni adeguati alla direttissima.
A Petriolo si è parlato di infrastrutture per la Toscana meridionale nel convegno organizzato dalle Confidustrie di Siena, Arezzo e Grosseto.
”In fatto di infrastrutture – dice Luigi Borri, presidente degli industriali senesi – nel nostro territorio c’è una carenza storica, siamo ben al di sotto delle medie nazionali e regionali. Una carenza riguarda gli imprenditori, ma la gente che lavora, i pendolari. Un’inadeguatezza che colpisce tutti. Allora – è l’invito di Borri – basta discussioni una volta che sono prese decisioni riguardanti le infrastrutture. Ora non possiamo più perdere tempo prezioso per la Siena Firenze e per la Siena Grosseto Mentre per l’aeroporto decidiamo se lo vogliamo e come, inserendolo nella programmazione regionale” Per questo dagli industriali un invito “pressante” al Governo, ma il ministro Matteoli la cui presenza era stata annunciata non si è visto ed alla Regione ( non è arrivato neanche il presidente della regione Claudio Martini?, a definire un realistico piano per colmare il grave gap infrastrutturale che caratterizza la Toscana del Sud. Un altrettanto forte invito è stato rivolto anche alle Province di Arezzo, Grosseto e Siena ad intensificare le politiche di coordinamento, le sinergie e le economie di scala al fine di recuperare risorse per gli investimenti.
Per Claudio Vigni, segretario della Cgil senese, presente al convegno “la situazione infrastrutturale da noi è pessima e il governo dovrebbe fare maggiori interventi e investimenti in questo territorio. Mi pare che Confindustria si sia accorta delle difficoltà di questa situazione. Per quanto ci riguarda noi sulle infrastrutture ci siamo mobilitati da tempo”.
(clicca qui per leggere il progetto della Provincia)
SIENA. Stamattina al Santa Maria della Scala è stato presentato uno studio dell’università di Siena sulla riorganizzazione del trasporto pubblico locale in tutta la provincia di Siena. Dove come sottolinea l’assessore Giorgio Del Ciondolo “si punta alla massima integrazione tra ferrovie e autolinee”.
Lo studio parte dalla constatazione che il trasporto pubblico nel senese è percepito come una serie di linee di trasporto su gomma o su ferro e non come una rete integrata. Il primo è gestito da una società consortile con Tra in, Rama, Sita, Lfi e ByBus, una realtà che secondo lo studio ha portato ad” un visibile distacco con altre reti provinciali dei trasporti e senza alcun coordinamento con i treni. E indispensabile dare agli utenti la percezione di una rete di trasporto pubblico al posto delle linee di trasporto che oggi viene percepita. Per questo occorre un valido sostegno di promozione pubblicitaria e anche economica”.
Quindi lo studio indica la soluzione dell’uso combinato di treno e bus per portare “a significative riduzioni dei tempi di percorrenza”. Comunque non ci voleva certo uno studio dell’università per capire certe cose che appaiono chiare anche ai profani. Tra le proposte la creazione di nodi di scambio di gomma e rotaia alle stazioni di Siena,Poggibonsi, Monteroni, Buonconvento, Castelnuovo Scalo, Sinalunga, Montepulciano, Chiusi collegando la mobilità pubblica e privata, il riordino e la semplificazione delle tariffe, una tariffa obbligatoria unica per treno e bus, coordinamento degli orari di scuole, fabbriche e uffici, monitoraggio costante della situazione. Ovviamente il tutto dovrebbe diminuire i tempi di percorrenza. Inoltre lo studio propone anche un collegamento Siena Roma per ferrovie con una percorrenza di 2 ore e 20. Ma occorrono però nuovi treni adeguati alla direttissima.
A Petriolo si è parlato di infrastrutture per la Toscana meridionale nel convegno organizzato dalle Confidustrie di Siena, Arezzo e Grosseto.
”In fatto di infrastrutture – dice Luigi Borri, presidente degli industriali senesi – nel nostro territorio c’è una carenza storica, siamo ben al di sotto delle medie nazionali e regionali. Una carenza riguarda gli imprenditori, ma la gente che lavora, i pendolari. Un’inadeguatezza che colpisce tutti. Allora – è l’invito di Borri – basta discussioni una volta che sono prese decisioni riguardanti le infrastrutture. Ora non possiamo più perdere tempo prezioso per la Siena Firenze e per la Siena Grosseto Mentre per l’aeroporto decidiamo se lo vogliamo e come, inserendolo nella programmazione regionale” Per questo dagli industriali un invito “pressante” al Governo, ma il ministro Matteoli la cui presenza era stata annunciata non si è visto ed alla Regione ( non è arrivato neanche il presidente della regione Claudio Martini?, a definire un realistico piano per colmare il grave gap infrastrutturale che caratterizza la Toscana del Sud. Un altrettanto forte invito è stato rivolto anche alle Province di Arezzo, Grosseto e Siena ad intensificare le politiche di coordinamento, le sinergie e le economie di scala al fine di recuperare risorse per gli investimenti.
Per Claudio Vigni, segretario della Cgil senese, presente al convegno “la situazione infrastrutturale da noi è pessima e il governo dovrebbe fare maggiori interventi e investimenti in questo territorio. Mi pare che Confindustria si sia accorta delle difficoltà di questa situazione. Per quanto ci riguarda noi sulle infrastrutture ci siamo mobilitati da tempo”.
(clicca qui per leggere il progetto della Provincia)