Un nuovo luogo per una vita comune
di Lorenzo Croci
SIENA. Ad un passo da Porta Tufi, al ridosso delle mura, con un piede e mezzo dentro il centro storico della città – in via Pier Andrea Mattioli – è stata inaugurata questa mattina una nuova “casa”, o più tecnicamente centro di accoglienza, che a partire da oggi ospiterà 18 ragazzi diversamente abili, formati da due gruppi maschili e un gruppo femminile, allo scopo cardine di indirizzare i ragazzi verso uno stile di vita sempre più normale e comune in tutte le sue dinamiche sociali, culturali, sportive e molto altro. I ragazzi vivranno quasi completamente da soli, coadiuvati solamente da un tecnico di assistenza e basta, in maniera tale che questi si possano confrontare per ottenere quella autonomia e quella identità necessaria e fondamentale in qualsiasi essere umano.
Il progetto, nato dall’associazione “Le Bollicine”, “Asedo”, dal trade union con la Pubblica Assistenza e dall’impegno assiduo delle famiglie dei ragazzi diversamente abili, è stato realizzato mediante la vincita di un bando del Ministero delle politiche sociali concernente la legge 266 presentato dalla coordinatrice del progetto Letizia Cambi l’8 dicembre del 2014 il quale ha permesso la realizzazione di questo splendido luogo che possiede come denominatore comunale quello di essere una speranza relativa a tutti i volontari e a tutte le famiglie per far si che questi ragazzi possano acquisire nel tempo quell’autosufficienza basilare e minima per affrontare le difficoltà future nel migliore dei modi.
“Credo che la storia di questa città e i tanti errori ci abbiano fatto riflettere perché in un momento come questo se ci sono delle risorse economiche queste devono essere utilizzate per creare qualche cosa che possa essere un seme per oggi e per il futuro, perché il nostro scopo, oltre a voler promuovere sempre più un tipo di volontariato che sempre più si adegui a queste strategie a favore dell’autonomia, è sopratutto quello di pensare ad “un dopo di noi durante noi”, la coordinatrice Letizia Cambi
La casa, scelta tramite il via libera del presidente dell’ASP Città di Siena Carlo Rossi, dispone di 5 – 7 posti letto e un ambiente in comune che è stato messo a disposizione grazie al lavoro di tutti i volontari sia dell’ASP che dell’Associazione senese down; è quasi completamente spoglia in modo tale che ogni ragazzo che vivrà un periodo di tempo indeterminato all’interno della struttura (il gruppo iniziale di 18 ragazzi ruoterà e sarà cambiato ogni volta dall’inserimento di cinque ragazzi) possa lasciare un segno tangibile dell’aver abitato dentro il luogo. I ragazzi con a fianco i volontari e le famiglie potranno sperimentare una palestra attiva con esperienze attive mischiandosi in gruppi. Ci saranno attività laboratoriali dove in 3 pomeriggi durante la settimana i ragazzi cominceranno ad essere registi di se stessi per progettare la propria vita tramite l’avvicinamento con sperimentazioni sul territorio, conoscenza del denaro e attività sull’igiene personale: “Io – ha proseguito Letizia Cambi – ha contatto quotidianamente con questi ragazzi credo che tramite l’ascolto i nostri ragazzi abbiano grandi sogni da realizzare con idee e passioni da voler esprimere; questo non deve essere un punto d’arrivo ma una fermata necessaria che il nostro autobus doveva obbligatoriamente fare, chiaramente non è esaustivo ma era fondamentale fornire un ulteriore segno di speranza ai genitori dei ragazzi”
L’assessore al sociale Anna Maria Ferretti, oltre a ringraziare tutta l’ASP con il consiglio di amministrazione e tutti i tecnici, oltre a ringraziare il prefetto e la guardia forestale per esprimere la grande soddisfazione di come tutto il territorio si occupi del volontariato, ha dichiarato: “questa non è la conclusione di un percorso ma l’inizio perché è tanto tempo che a Siena si parla del dopo di noi, abbiamo a Siena una fondazione che si chiama “Futura dopo di noi” (nata 7 anni fa) ma che ancora non possiede alcuna connotazione esplicita e nessun ruolo chiaro di esistenza perché il dopo di noi non è può essere una risposta sola e i bisogni di questi ragazzi sono variegati; stiamo lavorando per fare una giornata – molto probabilmente il 9 febbraio 2016 – dove fondazione “Futura dopo di noi” insieme all’associazione ASP e all’amministrazione comunale e la società della salute faranno una giornata insieme a tute le famiglie con problemi di disabilità per ragionare su questo argomento per capire insieme tutte le direzioni da prendere, perché è necessario che tali decisioni debbano essere prese in primis dalle famiglie e non dal Comune o dalla Regione”.
Dal canto suo Stefania Saccardi, assessore alla salute, al welfare e all’integrazione socio sanitaria della regione Toscana, ha espresso l’importanza che il volontariato si indirizzi sempre più verso strategie che sono state adottate per “Casa Clementina” con l’ausilio di strutture per far esprimere ai diversamente abili la propria personalità e persona ma anche e soprattutto per far capire loro l’importanza di saper fare quelle piccole mansioni quotidiane per uno stile di vita come qualsiasi altro essere umano: “come Regione stiamo davvero lavorando sul volontariato tramite importanti modifiche che sono state fatte riguardo alle strutture RSD, ma devo dire che grazie alla legge di stabilità anche lo stato ha deciso fermamente di concentrarsi sul sociale, infatti grazie all’ultimo emendamento sono stati assegnati 90mln di euro per il progetto “Futura dopo di noi” e 50 mln di euro per l’assistenza sociale all’interno delle scuole.