Cenni: "Adesso serve un cambiamento culturale profondo"
SIENA. E’ finalmente entrata in vigore il 1 agosto la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. La Convenzione, adottata a Istanbul l’11 maggio 2011, costituisce il primo strumento internazionale vincolante sul piano giuridico per prevenire e contrastare la violenza contro le donne. È stata ratificata da 13 paesi, compresa – il 19 giugno del 2013 – l’Italia.
“Per mesi in tante, fuori e dentro al Parlamento, sin dalla scorsa legislatura, ci siamo battute per questo risultato, per un importante strumento per combattere la violenza sulle donne – commenta Susanna Cenni – Mi piace ricordare il grande impegno in questa direzione di Nicoletta Livi Bacci. Ora però è necessario fare in modo che gli impegni non rimangano solo sulla carta, ma assumano efficacia e operatività. Per questa ragione, insieme a molte colleghe del Partito democratico, abbiamo presentato all’indirizzo del Presidente del Consiglio un’interpellanza urgente per chiedere aggiornamenti, rispetto ai tempi e ai modi, di predisposizione del piano nazionale antiviolenza che dovrebbe essere pronto ad ottobre. In questo senso è attiva una task force interistituzionale, costituita il 22 luglio 2013, che riunisce tutti i Ministeri interessati (giustizia, interno, salute, istruzione, università e ricerca, affari esteri, difesa, economia e finanze, lavoro e delle politiche sociali, sviluppo economico) e i rappresentanti delle autonomie territoriali e del mondo dell’associazionismo, coordinata dal dipartimento per le pari opportunità che sta lavorando al Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. E’ importante, quindi, continuare a tenere alta l’attenzione, monitorando gli step di avanzamento del Piano antiviolenza e continuando nell’impegno quotidiano a difesa della dignità, della libertà e della parità tra uomini e donne. Un insieme di diritti che vanno tutelati sia attraverso l’applicazione delle leggi, che promuovendo, anche con strumenti di comunicazione, un vero e proprio cambiamento culturale per vincere quella che per tutti noi è prima di tutto una battaglia di civiltà.”
“A tale proposito – conclude Cenni – ricordiamo al Governo quanto sia fondamentale garantire risorse ai centri antiviolenza. Credo inoltre che, anche per accelerare e ottimizzare un necessario lavoro di coordinamento tra competenze diverse, sarebbe utile che si istituisse il Ministero per le politiche di genere, attivando una delega al momento in capo alla Presidenza del consiglio”