Gli studenti in un grande girotondo hanno aperto il ciclo "open" di lezioni
di Tobia Bondesan
SIENA. E’ partito ieri (29 ottobre), con un grande girotondo, che ha coperto quasi tutta la circonferenza di Piazza del Campo, il ciclo di lezioni tenute da professori delle scuole medie superiori di secondo grado per protestare contro i tagli dell’ormai celeberrima riforma della scuola.
Il messaggio viene tradotto in diverse lingue: “siamo qui per protestare contro la riforma che sta opprimendo scuole e università – echeggia dal megafono – tramite lezioni che siano aperte a tutta la cittadinanza: perché la cultura deve essere per tutti”.
Gli organizzatori si dividono negli spicchi della Piazza, partono le prime tre lezioni aperte: “storia italiana degli ultimi 20 anni”, ”uso ed abuso degli stupefacenti: gli effetti sul corpo”, “l’infinito”. Intanto si prepara il secondo turno: una lezione sulla presenza di Virgilio in Borges, un’altra su Montale, per finire con una bella lezione di storia dell’arte dal vivo su Piazza del Campo. Gli studenti provengono da molte scuole: presenti gli appartenenti all’Unione degli Studenti e al collettivo del Liceo della Formazione, ma anche gli iscritti ai licei scientifici e classici, istituti tecnici, sia di Siena che della Val d’Elsa.
Tra i tanti ragazzi, seduti in cerchio, che seguono le lezioni che i professori hanno preparato appositamente per l’occasione, c’è interesse e attenzione, che dopo poco prescinde dall’essere in piazza e non in classe. C’è chi prende appunti e chi discute, chi si ritrova a fare la parte del numero per far capire meglio ai compagni alcuni concetti matematici…insomma i metodi di insegnamento sono molti e, a dispetto delle comuni aspettative, divertenti. E’ una manifestazione di dissenso pacifica e costruttiva, secondo i partecipanti, a cui la cittadinanza dovrebbe partecipare. E infatti alcuni timidi ascoltatori, di ogni età, si avvicinano incuriositi da quei cerchi di giovani seduti a terra, assorti dalle parole dell’insegnante che, in piedi, sta spiegando in modo concitato “l’attentato al magistrato Borsellino” o “ l’effetto di un eccitante”.
I professori, giovani e precari, dimostrano di saper gestire bene l’attenzione della classe, se pur improvvisata e multiforme, e di saper distribuire uniformemente durante la spiegazione momenti di concentrazione ed altri di divertimento.
Sparita quell’aria un po’ ufficiale che a volte si ha in classe i ragazzi si aprono a momenti di cultura personale, che, dicono, sarebbe bello avere anche all’interno delle mura scolastiche.
SIENA. E’ partito ieri (29 ottobre), con un grande girotondo, che ha coperto quasi tutta la circonferenza di Piazza del Campo, il ciclo di lezioni tenute da professori delle scuole medie superiori di secondo grado per protestare contro i tagli dell’ormai celeberrima riforma della scuola.
Il messaggio viene tradotto in diverse lingue: “siamo qui per protestare contro la riforma che sta opprimendo scuole e università – echeggia dal megafono – tramite lezioni che siano aperte a tutta la cittadinanza: perché la cultura deve essere per tutti”.
Gli organizzatori si dividono negli spicchi della Piazza, partono le prime tre lezioni aperte: “storia italiana degli ultimi 20 anni”, ”uso ed abuso degli stupefacenti: gli effetti sul corpo”, “l’infinito”. Intanto si prepara il secondo turno: una lezione sulla presenza di Virgilio in Borges, un’altra su Montale, per finire con una bella lezione di storia dell’arte dal vivo su Piazza del Campo. Gli studenti provengono da molte scuole: presenti gli appartenenti all’Unione degli Studenti e al collettivo del Liceo della Formazione, ma anche gli iscritti ai licei scientifici e classici, istituti tecnici, sia di Siena che della Val d’Elsa.
Tra i tanti ragazzi, seduti in cerchio, che seguono le lezioni che i professori hanno preparato appositamente per l’occasione, c’è interesse e attenzione, che dopo poco prescinde dall’essere in piazza e non in classe. C’è chi prende appunti e chi discute, chi si ritrova a fare la parte del numero per far capire meglio ai compagni alcuni concetti matematici…insomma i metodi di insegnamento sono molti e, a dispetto delle comuni aspettative, divertenti. E’ una manifestazione di dissenso pacifica e costruttiva, secondo i partecipanti, a cui la cittadinanza dovrebbe partecipare. E infatti alcuni timidi ascoltatori, di ogni età, si avvicinano incuriositi da quei cerchi di giovani seduti a terra, assorti dalle parole dell’insegnante che, in piedi, sta spiegando in modo concitato “l’attentato al magistrato Borsellino” o “ l’effetto di un eccitante”.
I professori, giovani e precari, dimostrano di saper gestire bene l’attenzione della classe, se pur improvvisata e multiforme, e di saper distribuire uniformemente durante la spiegazione momenti di concentrazione ed altri di divertimento.
Sparita quell’aria un po’ ufficiale che a volte si ha in classe i ragazzi si aprono a momenti di cultura personale, che, dicono, sarebbe bello avere anche all’interno delle mura scolastiche.