Due le denunce. uasti vari prestanome facendoli figurare come titolari delle imprese
SIENA. Dodici mesi di indagini per smascherare gli ennesimi truffatori della zona. Due le denunce presentate dalle fiamme gialle senesi che hanno sventato l’ennesimo “furbetto” pronto a frodare i suoi clienti. Due indagati quindi per reati fiscali di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo ed emissione di fatture false, omessa presentazione di dichiarazione dei redditi e reati di falso materiale commessi in certificazioni amministrative.
Il settore colpito dalla Compagnia di Siena è quello edile. Il denunciato, sebbene dichiarato fallito nel 2001 e sottoposto a restrizioni per l’avvio di ulteriori iniziative economiche, ha – di fatto- continuato ad esercitare un’attività di impresa. Noncurante dei divieti, successivamente alla sentenza di fallimento ha distratto/occultato beni e valori in danno degli interessi dei creditori, impedendo ogni concreta ricostruzione del patrimonio. In particolare, al fine di evitare che i beni venissero aggrediti dai creditori interessati alle vicende fallimentari, nonché dall’amministrazione finanziaria per la riscossione dei tributi dovuti, l’imprenditore ha pensato di coinvolgere via via vari prestanome facendoli figurare come titolari delle imprese.
Infatti il caparbio imprenditore ha tenuto una condotta costante negli anni utilizzando sempre lo stesso schema: tre diverse società create ad arte per fini personali per poi precipitare in un grave stato di insolvenza lasciando a bocca asciutta i creditori, tre diversi prestanome avulsi dalle attività svolte, decine di lavoratori extracomunitari retribuiti al nero.
Non appena cominciava a manifestarsi lo stato di dissesto dell’azienda il rimanente patrimonio (denaro, beni strumentali) veniva travasato fraudolentemente nei nuovi soggetti economici prescelti, questo lo schema delittuoso individuato. La scoperta di questo semplice modus operandi è stata possibile grazie all’analisi perigliosa degli intrecci esistenti fra svariate decine di conti correnti bancari dai quali si è desunto che lo stesso disponeva personalmente dei patrimoni della società, cointestandosi addirittura dei rapporti bancari, anche e soprattutto a fini privati totalmente estranei all’attività edile. Ingenti le somme di denaro “investite” in scommesse.
Non a caso, a carico dell’indagato e dei suoi “soci” vi sono svariati fascicoli aperti presso la Procura di Siena avente soprattutto ad oggetto reati tipicamente fallimentari quali la bancarotta fraudolenta. Attualmente due sono i soggetti economici riconducibili all’imprenditore in questione ciò in quanto sono decorsi i termini di interdizione dovuti ai precedenti fallimenti.
Nel caso in esame l’indagato aveva creato l’ennesimo nuovo soggetto economico operante sempre nel settore edile (noleggio di attrezzature) utilizzando quale prestanome la propria compagna. La mala gestione, in completo stato di irregolarità formale e fiscale, ha indotto lo stesso a compiere anche altri reati potenzialmente ben più gravi. Infatti, dalle perquisizioni eseguite presso l’abitazione, i militari hanno rinvenuto non solo materiale extracontabile prezioso per il prosieguo delle indagini, ma nei computer personali, nonché sui supporti informatici setacciati (chiavi USB e CD rom) sono stati rinvenuti dei files che riproducevano gli elementi necessari e atti a falsificare sistematicamente la documentazione certificativa di regolarità contributiva (D.U.R.C.) essenziale anche per lavorare con Enti pubblici nonché fatture false pronte all’utilizzo per essere indebitamente scaricate come costi. Computer, stampante, scanner professionale, un vero “fai da te” estremamente redditizio.
L’attività ispettiva non si conclude qui in quanto ben presto saranno intraprese le opportune verifiche fiscali per recuperare a tassazione il piccolo patrimonio accumulato dai due indagati, al momento si parla di svariate centinaia di migliaia di euro.