I termini di valutazione sono ritenuti dal direttore di candidatura non adeguati
SIENA. Il dibattito sollevato a Siena dalla pubblicazione del TAI (Travel Appeal Index) applicato alle città finaliste per la competizione della Capitale Europea della Cultura, che vede Siena all’ultimo posto di tale classifica, merita qualche precisazione. Il TAI è un indice costruito da Travel Appeal, una società privata che opera nel campo dei servizi per il turismo, per misurare la reputazione delle mete turistiche online, e che si basa sull’analisi semantica dei commenti raccolti in rete. La logica è chiara: se una località raccoglie commenti negativi (legati ad esempio alla qualità della ricettività, alla pulizia delle spiagge, al costo dei servizi ecc.), viene penalizzata dall’indice, e viceversa se i commenti sono perlopiù positivi. I commenti vengono filtrati e pesati in base alla centralità sociale di chi li esprime (un influencer con molti followers pesa più di un commentatore isolato, ecc.). Nel caso delle mete turistiche, l’indicatore può quindi essere utile per scegliere in quale città andare in vacanza minimizzando il rischio di brutte sorprese.
“Ma ha senso applicare un indice di questo tipo alla competizione per la Capitale Europea della Cultura? – sottolinea il Direttore di Candidatura Siena 2019, Pier Luigi Sacco. – Ci sono buoni motivi per ritenere di no. Uno degli aspetti più importanti di tale competizione è il livello e la qualità della partecipazione dei cittadini. Ad un elevato livello di partecipazione che sia realmente democratica, inclusiva e trasparente non può non associarsi una certa quantità di commenti critici e di dissenso, che trovano spazio nel dibattito, lo alimentano e possono portare anche ad esiti costruttivi”. Questo tipo di contenuti però è penalizzato dal TAI, che al contrario premia le situazioni in cui si riscontra una grande maggioranza di commenti positivi. Si può valutare la partecipazione come si valuta la qualità degli hotel? L’assenza di commenti negativi può essere considerata come un indice di una buona partecipazione o più in generale di buona qualità del progetto? Né l’uno né l’altro.
La mancanza di commenti negativi non è necessariamente un buon segno quando si ragiona di partecipazione: può anzi essere un indizio di possibili processi di rimozione o di marginalizzazione del dissenso, o di omologazione delle opinioni, e quindi di una scarsa cultura della partecipazione. Quanto alle valutazioni sulla qualità dei progetti, se ve ne sono, sono del tutto infondate perché non è possibile ancora esprimere giudizi obbiettivi, visto che i dossier di candidatura finali sono in via di preparazione e strettamente riservati.
“Le valutazioni del TAI – conclude il Direttore Sacco – non sono quindi particolarmente appropriate per questo tipo di competizione, e non rientrano tra i parametri di giudizio presi in considerazione dalla giuria, che riguardano fattori come appunto la qualità della partecipazione, la dimensione europea dei progetti, la loro originalità, la loro fattibilità economico-finanziaria, ecc. Il fatto che il TAI penalizzi Siena, paradossalmente, potrebbe essere un segnale positivo in quanto indica la grande vivacità del dibattito in corso nella città, che dà ampio spazio e visibilità ai pareri critici, come è giusto che sia, e conferma la grande tradizione senese della cultura della discussione pubblica e della partecipazione. Non c’è quindi alcuna ragione per cui i senesi dovrebbero preoccuparsi del punteggio del TAI dal punto di vista delle chances della città per la decisione finale sul titolo. Ciò su cui bisogna concentrarsi è invece il diffondere sempre più e meglio la consapevolezza attorno al progetto e restare uniti al di là delle giuste differenze di opinioni in vista dello sprint finale”.
Per informazioni: www.2019si.eu
L’iniziativa è sostenuta in particolare da Regione Toscana, Banca Monte dei Paschi di Siena, Comune di Siena e da tutti i componenti del Comitato Sostenitori insieme a Estra S.p.A.