di Zelia Ruscitto
SIENA. Si è conclusa con la premiazione del presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la due giorni “del pensiero storico” organizzata dalla Fondazione Liberal di Ferdinando Adornato nelle splendide sale del Santa Maria della Scala.
Il tema “Patria, nazione, bene comune” non poteva che concretizzarsi nel presidente della Repubblica che, dopo Pertini, ha puntato il suo mandato sulla ricostituzione di un sentimento di unità e patriottismo che gli italiani spesso hanno perso e perdono lungo il duro percorso così intensamente sintetizzato nella celebre frase di Massimo D'Azeglio “Abbiamo fatto l’Italia. Ora non ci resta che fare gli italiani”.
Un Ciampi commosso ha ricevuto il riconoscimento dalle mani del presidente della Banca Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari. Poi, Ferdinando Adornato ha fatto dono al presidente di una edizione pregiatissima della Divina Commedia di Dante “ne esistono solo due esemplari – ha detto Adornato – una è questa, l’altra è nella biblioteca di Papa Benedetto XVI”.
La laudatio è stata pronunciata da Pier Ferdinando Casini che ha ripercorso i momenti cruciali della vita da presidente – soprattutto – ma anche della vita da Governatore della Banca d’Italia.
“Mi ha colpito – ha detto Casini – tra i tanti interventi di Ciampi, per la sua semplice intensità e per il suo effetto riepilogativo il messaggio di fine anno, già citato, del 2005, l’ultimo. “Quello che mi ha sorretto e che ho cercato di trasmettere è l’orgoglio di essere italiano. Siamo eredi di un antico patrimonio di valori cristiani e umanistici, fondamento della nostra identità nazionale”. In questa frase si concentra il messaggio che Ciampi ha inviato instancabilmente agli italiani durante i suoi sette anni.L’unità del Paese, attorno alla sua storia, ai suoi valori e la concordia tra le culture che ne sono all’origine. A questo principio Ciampi ha uniformato le sue scelte istituzionali e politiche così come tutti i suoi atti, i suoi comportamenti, le sue esternazioni rispetto alla dialettica tra i partiti ed al confronto a volte duro tra maggioranza ed opposizione”. Tra le scelte, Casini ha ricordato i funerali di Stato dei giovani militari e civili morti nella strage di Nassirija ed il comportamento commosso, partecipato del Presidente Ciampi che ha voluto salutare le bare dei caduti, dando una parola di conforto ai familiari e “osando chiamare quei caduti: eroi”. E non ha dimenticato la decisione del Presidente di conferire a Fabrizio Quattrocchi la medaglia d’oro per “essere morto da italiano”.
Solo “grazie” da parte del presidente Ciampi, un “grazie” che non poteva ovviamente precedere un intervento saggio e pacato, volto a confermare il suo pensiero di “patria”.
“Patria, nazione, patriottismo: parole che a lungo si è avuto ritegno a pronunciare. Prevaleva il timore di cadere nella retorica. Nel corso della mia vita professionale, sempre al servizio dello Stato, non ho mai risparmiato il richiamo ai sentimenti sottesi a quelle parole che poi non mi sono astenuto dall’usare consapevole della sorpresa che poteva suscitare sentirsi riproporre, chiamandole per nome, categorie che si pensava consegnate a qualche manuale scolastico di storia del Risorgimento”. “Patria, nazione, libertà: sono ideali che hanno connotato l’Ottocento europeo” ha ricordato Ciampi citando gli eroi italiani che hanno portato all’unità d’Italia. Quella unità della nazione che è stata conquistata con sofferenza ma che, proprio per questo, ha poi permesso agli italiani, nella conquistata consapevolezza di essere diventati “popolo” di superare due guerre e di rialzarsi riuscendo a rientrare, in vent’anni, tra le nazioni più industrializzate del mondo.
Ciampi ha parlato di conquiste ottenute ma anche di nuove difficoltà che avanzano. A partire dalla crisi demografica. “Il declino demografico – ha detto Ciampi – di molti paesi europei, in particolare dell’Italia sembra indicare una sorta di paura a gettare lo sguardo al futuro, ad affrontare nuovi problemi economici, sociali, politici, dimenticando che anche i nostri padri dovettero misurarsi con grandi cambiamenti”. Il vuoto interiore, l’insicurezza, il senso di smarrimento, ha detto il Presidente emerito della Repubblica, deriva anche dalla mancanza di un sentimento di unità e condivisione interno ad una Nazione. “Nello smarrimento si alimenta la paura – ha detto Ciampi – questa attenua, fino ad annullarla, la fiducia verso gli altri, ed induce ad atteggiamenti aggressivi nel vivere quotidiano, nell’ambiente di lavoro, tra vicini, nelle stesse famiglie. Un processo pericoloso che va frenato al più presto.Allo smarrimento conviene dare risposte rinvigorendo e rafforzando nella comunità sentimenti di coesione E’ la comunità, con i suoi legami e con i suoi meccanismi di riconoscimento reciproci che va oggi potenziata. Alle istituzioni compete di stabilire le condizioni perché si crei la fiducia: fiducia nei cittadini tra di loro, fiducia nelle istituzioni”.
“Ai padri spetta la responsabilità di gettare le fondamenta del futuro e preparare i giovani a vivere con animo fiducioso le sfide che esso presenta. Sempre ai padri spetta di trasmettere i sentimenti che fanno, di un gruppo di persone un popolo”.