SIENA. Incontro conoscitivo tra il prefetto Pantalone e il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori, Alessandro Cinughi de Pazzi.
Sono stati molti i provvedimenti assunti per limitare il numero dei cinghiali nel territorio, ma purtroppo con scarso successo perché gli agricoltori della provincia di Siena continuano a lamentare ingenti perdite di raccolti dovute alle numerose e dannose scorribande dei grossi e pericolosi animali che distruggono le colture. A questi si aggiungono anche cervi e caprioli in grande quantità che non mancano di decimare i raccolti.
I fondi attualmente disponibili per risarcire i danni alle imprese agricole – spiegano all’Unione Provinciale Agricoltori di Siena – non bastano per coprire gli ingenti danni causati dalla presenza di questi animali. Per cui – suggeriscono all’Unione Provinciale Agricoltori – una soluzione adeguata potrebbe essere quella di autorizzare gli abbattimenti alle stesse aziende agricole.
L’incontro, oltre ad aver sottolineato questo particolare aspetto dell’agricoltura senese, è servito anche illustrare al nuovo Prefetto di Siena, Maria Gerarda Pantalone, l’attività dell’Unione Provinciale Agricoltori, impegnata da sempre nel sostegno all’agricoltura senese.
Tra i punti critici di un momento particolarmente difficile si è parlato di prezzi, in uno scenario in cui il principale interprete è una crisi che da oltre un anno attanaglia l’economia mondiale colpendo l’agricoltura in tutti i suoi comparti. Le quotazioni dei prodotti agricoli sono in continua picchiata, a fronte di un costante rialzo dei costi di produzione. E’ stato spiegato che mais e frumento nostrano hanno prezzi in caduta libera da giugno, mentre si sono impennate le importazioni da paesi stranieri mettendo in crisi i cerealicoltori locali proprio a ridosso della raccolta.
Il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori ha sottolineato quanto in queste condizioni sia vicino il rischio che tante aziende agricole abbandonino le coltivazioni.
Le azioni richieste con urgenza, oltre al Fondo di Solidarietà, riguardano l’incentivo agli investimenti in macchinari e attrezzature, incentivi per l’imprenditoria giovanile, la proroga delle agevolazioni sull’acquisto del gasolio agricolo, acquisto e rivalutazione dei terreni, agevolazioni contributive per le imprese che operano in zone svantaggiate.
Per fare tutto questo – suggeriscono dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena – è necessario un rapporto più snello con le economie locali. Un totale di 430 milioni di euro stanziati per i contratti di filiera hanno preso altre vie, mentre costituiscono un incentivo allo sviluppo da ripristinare assolutamente.
“I nostri agricoltori – spiega il presidente Cinughi – chiedono incentivi e non aiuti: il settore ha dato ampia prova di volersi misurare con il mercato, anche mentre la speculazione picchia duramente sui comparti nodali come quello dei cereali”.
Sulle aziende, inoltre, si allunga l’ombra del “rischio liquidità” con pericolose ricadute sul patrimonio, per cui è necessaria una riformulazione degli strumenti del credito ed in questo campo “l’Osservatorio” recentemente istituito presso le Prefetture può dare un contributo non indifferente.
Un accenno anche a varie situazioni che in provincia di Siena stanno mettendo in difficoltà il mondo agricolo. Innanzitutto i Consorzi di Bonifica, gestiti da Enti pubblici, Provincia ed ex Comunità Montane hanno esageratamente aumentato i tributi, in base ad un piano di riparto per opere in fieri.
Tra gli argomenti trattati anche quello della vicenda di Montalcino. Per la punta di diamante della viticultura senese è auspicabile che al più presto vi sia una ripresa del Consorzio di tutela, come vi sia una maggior valorizzazione dei prodotti tipici che, numerosi, caratterizzano l’agricoltura della nostra provincia.
Sono stati molti i provvedimenti assunti per limitare il numero dei cinghiali nel territorio, ma purtroppo con scarso successo perché gli agricoltori della provincia di Siena continuano a lamentare ingenti perdite di raccolti dovute alle numerose e dannose scorribande dei grossi e pericolosi animali che distruggono le colture. A questi si aggiungono anche cervi e caprioli in grande quantità che non mancano di decimare i raccolti.
I fondi attualmente disponibili per risarcire i danni alle imprese agricole – spiegano all’Unione Provinciale Agricoltori di Siena – non bastano per coprire gli ingenti danni causati dalla presenza di questi animali. Per cui – suggeriscono all’Unione Provinciale Agricoltori – una soluzione adeguata potrebbe essere quella di autorizzare gli abbattimenti alle stesse aziende agricole.
L’incontro, oltre ad aver sottolineato questo particolare aspetto dell’agricoltura senese, è servito anche illustrare al nuovo Prefetto di Siena, Maria Gerarda Pantalone, l’attività dell’Unione Provinciale Agricoltori, impegnata da sempre nel sostegno all’agricoltura senese.
Tra i punti critici di un momento particolarmente difficile si è parlato di prezzi, in uno scenario in cui il principale interprete è una crisi che da oltre un anno attanaglia l’economia mondiale colpendo l’agricoltura in tutti i suoi comparti. Le quotazioni dei prodotti agricoli sono in continua picchiata, a fronte di un costante rialzo dei costi di produzione. E’ stato spiegato che mais e frumento nostrano hanno prezzi in caduta libera da giugno, mentre si sono impennate le importazioni da paesi stranieri mettendo in crisi i cerealicoltori locali proprio a ridosso della raccolta.
Il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori ha sottolineato quanto in queste condizioni sia vicino il rischio che tante aziende agricole abbandonino le coltivazioni.
Le azioni richieste con urgenza, oltre al Fondo di Solidarietà, riguardano l’incentivo agli investimenti in macchinari e attrezzature, incentivi per l’imprenditoria giovanile, la proroga delle agevolazioni sull’acquisto del gasolio agricolo, acquisto e rivalutazione dei terreni, agevolazioni contributive per le imprese che operano in zone svantaggiate.
Per fare tutto questo – suggeriscono dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena – è necessario un rapporto più snello con le economie locali. Un totale di 430 milioni di euro stanziati per i contratti di filiera hanno preso altre vie, mentre costituiscono un incentivo allo sviluppo da ripristinare assolutamente.
“I nostri agricoltori – spiega il presidente Cinughi – chiedono incentivi e non aiuti: il settore ha dato ampia prova di volersi misurare con il mercato, anche mentre la speculazione picchia duramente sui comparti nodali come quello dei cereali”.
Sulle aziende, inoltre, si allunga l’ombra del “rischio liquidità” con pericolose ricadute sul patrimonio, per cui è necessaria una riformulazione degli strumenti del credito ed in questo campo “l’Osservatorio” recentemente istituito presso le Prefetture può dare un contributo non indifferente.
Un accenno anche a varie situazioni che in provincia di Siena stanno mettendo in difficoltà il mondo agricolo. Innanzitutto i Consorzi di Bonifica, gestiti da Enti pubblici, Provincia ed ex Comunità Montane hanno esageratamente aumentato i tributi, in base ad un piano di riparto per opere in fieri.
Tra gli argomenti trattati anche quello della vicenda di Montalcino. Per la punta di diamante della viticultura senese è auspicabile che al più presto vi sia una ripresa del Consorzio di tutela, come vi sia una maggior valorizzazione dei prodotti tipici che, numerosi, caratterizzano l’agricoltura della nostra provincia.