Una crisi senza precedenti per le maggiori realtà di Siena

SIENA. Alle spalle una gestione malata e controproducente di una delle banche più note d’Europa, all’orizzonte un futuro incerto e caratterizzato dalla necessità di reperire forme di finanziamento alternative, nel mezzo un presente difficile, fatto di sacrifici e privazioni; la parabola discendente vissuta dalla città di Siena negli ultimi tempi è tristemente sotto gli occhi di tutti, con la crisi dell’Università prima e quella del Monte dei Paschi poi ad avere causato ferite talmente profonde da far ipotizzare che ci vorranno decenni perché si rimarginino.
Tralasciando i centinaia di profili, risvolti e conseguenze che la vicenda ha prodotto (risvolti economici, sociali e politici), in questa sede analizzeremo l’impatto che il caso ha avuto su alcune delle principali realtà del basket di Siena, improvvisamente private dei lauti finanziamenti erogati dal Monte dei Paschi negli anni precedenti. A finire sotto la nostra lente d’ingrandimento in particolare i casi di Costone Siena, Virtus Siena e CUS Siena, realtà che più delle altre hanno sofferto il nuovo status quo. Per avere un quadro completo ci sarebbe piaciuto sentire anche il parere dei vertici della Mens Sana Basket, ma ogni tentativo di rintracciare dirigenti ed ufficio stampa è risultato vano*.
A proposito di sacrifici e passi indietro necessari per far quadrare i conti risulta esemplificativo il caso della Virtus Siena, transitata nel giro di un solo anno da un Campionato di Basket di livello nazionale (DNB) ad uno di livello regionale (C regionale); come raccontato dal segretario della società rossoblu, Simone Neri, l’autoretrocessione ha costituito un passo inevitabile per poter continuare a sopravvivere, evitando di tagliare le risorse destinate al settore giovanile: “Nel momento in cui il Monte dei Paschi ha cessato l’attività di sostegno economico alla società purtroppo è cambiato molto, senza l’aiuto finanziario della Banca (alcune centinaia di migliaia di euro l’anno), sono infatti venute meno le risorse per poter garantire un’attività sullo stesso livello degli ultimi anni”.
“Ci siamo autoretrocessi di due categorie per non ridimensionare troppo il nostro settore giovanile – ha proseguito Neri – sia perché da sempre è il nostro fiore all’occhiello e anche la scorsa stagione sono arrivati risultati brillanti (3 finali nazionali, con un secondo posto e due quarti di finale), sia perché lavorare sui giovani rappresenta una delle poche fonti di entrata in questo momento particolarmente difficile, anche se con le regole attuali non è facile ottenere dei guadagni da questo tipo di attività”.
Un vero e proprio bagno di sangue dunque, cui ha fatto seguito la necessità di reperire un nuovo main sponsor: “Ancora non abbiamo trovato un nuovo sponsor ma siamo comunque fiduciosi di poter trovare qualcosa nel giro di poco tempo. Le difficoltà sono tante, dato che, inutile negarlo, le risorse che ci destinava la banca rappresentavano buona parte del budget – ha concluso Neri – ma con la forza di volontà di tante persone cerchiamo di mantenere quanto di buono è stato fatto negli ultimi anni, per non disperdere il patrimonio della Virtus e consentire a tanti giovani di praticare l’attività della pallacanestro nel migliore dei modi”.
Salvaguardare il settore giovanile, tagliare i costi e ridimensionare l’attività agonistica della prima squadra: sembra in definitiva questa la via da percorrere per ovviare alla mancanza di risorse generata dall’interruzione dei finanziamenti erogati dal Monte dei Paschi. La stessa strada che sembra abbia intrapreso anche il Costone Siena, che dal campionato di Basket di Serie B è retrocesso in C nazionale optando poi per l’autoretrocessione in C regionale. “Cambiare è cambiato molto, soprattutto i programmi che sono stati ridimensionati notevolmente. Abbiamo rinunciato alla C Nazionale per chiedere l’ammissione alla C Regionale, del resto era inevitabile per far fronte alla mancanza dei circa 200.000 euro di finanziamenti erogati ogni anno dal Monte dei Paschi” ha dichiarato a riguardo l’addetto stampa del Costone Siena Roberto Rosa.
“Per quanto riguarda il Settore Giovanile invece, abbiamo mantenuto gli stessi programmi, se non addirittura incrementati, questo perché crediamo nel progetto ‘Giovani’ – ha proseguito Rosa, che a proposito della ricerca di un nuovo main sponsor ha parlato “di un lavoro duro e difficile che ancora non ho prodotto significativi risultati”. Nonostante le scadenze fiscali e creditizie impongano l’immediato reperimento di nuove fonti di introiti – “Il nostro problema principale è quello di rispettare le scadenze dei mutui che gravano sul nostro impianto sportivo (circa 1.500.000 euro). Per l’anno in corso abbiamo chiesto e ottenuto la moratoria dagli istituti che ci hanno finanziato nel 2007 il mutuo” ha dichiarato al riguardo Rosa – nell’agosto di quest’anno il Costone Siena si è reso protagonista di un’interessante iniziativa a grande impatto sociale: “La nostra Società ha proposto alla Banca MPS di diventare ns sponsor gratuitamente, questo in segno di riconoscenza per tutti gli anni di contribuzione con i quali è stato possibile portare a compimento programmi ambiziosi. In un momento di grande difficoltà per l’istituto senese, crediamo sia doveroso che le Associazioni che hanno solo ricevuto aiuti dal Monte dei Paschi, cerchino in qualche modo di rilanciarne l’immagine”.
Ancor più profondo rispetto a quelli osservati nei casi di Costone e Virtus l’impatto della crisi del Monte dei Paschi sul CUS Siena, con il presidente Giuseppe Gotti a sottolineare i sacrifici (parola più che mai ricorrente) resisi necessari: “Già da due anni facevamo i conti con l’interruzione di finanziamenti provenienti dal Monte dei Paschi. Innanzitutto voglio ricordare la chiusura della squadra di pallacanestro (Serie C Nazionale), inoltre i campionati di pallavolo di serie B2 Nazionale maschile e femminile che arricchivano la rosa con atleti non senesi hanno abbandonato tale prassi ottenendo risparmi considerevoli, anche se dalla serie B2 siamo dovuti retrocedere in serie C Regionale”.
Dura, anzi durissima, far quadrare il bilancio senza gli 86.000 mila euro garantiti annualmente dalla banca: “Dalla stagione in corso non riceviamo più nessun tipo di finanziamento dal Monte. Al momento non è stato possibile reperire nuovi main sponsor ma il lavoro di alcuni dirigenti delle sezioni ha permesso comunque di recuperare piccole cifre da alcune aziende del territorio che hanno voluto dare una mano alle nostre attività”.
Al di là di impegno e tanta buona volontà le difficoltà rimangono numerose: “Le criticità principali sono legate alla gestione degli impianti i cui costi, in particolare quelli delle utenze, sono aumentati in maniera considerevole negli ultimi anni. Questo ovviamente non può che portare ad una ulteriore diminuzione delle risorse disponibili per lo svolgimento delle attività sportive sia federali che universitarie”.
“Per quanto riguarda le attività federali il controllo dei singoli bilanci impedisce spese fuori dalla portata del CUS – ha proseguito Gotti – e questo può limitare, nel caso delle squadre, l’accesso a serie superiori dove i costi federali sono in partenza troppo elevati (vedi Pallacanestro). E’ evidente che in questo particolare momento di crisi generalizzata le Società con spirito veramente dilettantistico come il CUS Siena, non possono erogare compensi ai propri atleti né tantomeno ingaggiare atleti da altre città, non potendo sostenerne il costo”.
Dalla valorizzazione del settore giovanile passa ancora una volta ogni possibilità di crescita e sviluppo futuri: “Tutte le nostre sezioni (Judo, Pallavolo Femminile e Maschile, Rugby e Scherma), con le dovute differenze fra sport individuali e di squadra, formano le loro rappresentative con atleti del vivaio, lasciando comunque agli atleti che vogliano intraprendere una carriera professionistica la possibilità di farlo”.
(1.- continua)
* Le notizie delle ultime ore permettono di farsi un quadro realistico leggendo qui e questo.