“Queste misure – sottolinea Ceccuzzi – senza produrre il minimo impatto sulla finanza pubblica potrebbero ammortizzare il debito in un periodo molto lungo consentendo così agli Atenei un maggiore respiro nell'affrontare gli inevitabili tagli alla spesa per arrivare al pareggio di bilancio. Si tratta peraltro di proposte che sarebbero immediatamente ritirate se il governo decidesse di intervenire con modalità diverse. Ci chiediamo se il gioioso pellegrinaggio di alcuni esponenti della maggioranza di centrodestra in questo luogo del dolore come è una città con una Università in crisi, porterà mai a qualche risultato per Siena, o se è tutta propaganda. A presto – conclude il deputato senese – e non ai posteri l'ardua sentenza dal momento che ci sono ancora in ballo, la risposta ad una interrogazione che chiede quali siano le intenzioni del governo, un emendamento al decreto anticrisi ed una proposta di legge”.
La risposta al problema dell'Università di Siena potrebbe essere una legge Speciale che Ceccuzzi spiega: "A fronte del contributo straordinario di 100 milioni di euro che abbiamo chiesto allo Stato con la legge Speciale, l’articolo 3 della proposta di legge dispone le condizioni inderogabili che l’Università di Siena dovrà rispettare; queste vanno dalla puntuale corresponsione degli stipendi a una equilibrata ripartizione dei tagli alla spesa, al fine di raggiungere il pareggio di bilancio, con particolare attenzione a non sfavorire le categorie più deboli dei lavoratori".
"All’Ateneo di Siena – conclude Ceccuzzi – serve liquidità immediata, una deroga al limite di indebitamento e un monitoraggio costante da parte dei ministeri competenti per verificare il rispetto degli impegni assunti col piano di risanamento".
Il Governo boccia l’odg che "aiuta" gli atenei in crisi
SIENA. “Se il buon giorno si vede dal mattino, il contributo del governo nazionale al percorso di risanamento degli atenei in comprovata situazione debitoria, per il momento rimane solo sulla carta”. Questo il commento del deputato del Pd, Franco Ceccuzzi dopo che oggi (8 gennaio), l'Aula di Montecitorio ha respinto un ordine del giorno sulle Università. Il documento impegnava il governo a predisporre una normativa in deroga per consentire alle Università di contrarre mutui oltre il limite di legge del 15 per cento sull'importo totale del Fondo di Finanziamento ordinario, nonché di stipulare mutui con la Cassa Depositi e Prestiti per una durata di 40 anni.