Valentini rifiuta l'intervento per il rispetto del referendum

Il Movimento per l’Acqua ritiene che i 27 milioni di cittadini che nel giugno 2011 hanno votato per la eliminazione della “remunerazione del capitale investito”, ovvero il profitto in bolletta, sono stati traditi. Questa quota che corrisponde al 7% ha solo cambiato nome. L’obbedienza civile consiste nell’autoriduzione della bolletta eliminando solamente la quota di profitto. Si tratta di un contenzioso ancora aperto, per cui riteniamo del tutto ingiustificate le minacce di distacco. Cinque ricorsi al Giudice di Pace a Siena, sostenuti dal comitato acqua bene comune, e un ricorso al Tar Toscana da parte del Forum Toscano sono ancora in attesa di una sentenza definitiva.
L’acqua non solo è un servizio pubblico essenziale, ma anche un diritto umano universale riconosciuto dall’ONU che il Comune dovrebbe essere in grado di garantire dato il ruolo di amministratore della città e quello di socio di maggioranza dell’Acquedotto del Fiora S.p.A. Chiediamo che il rispetto del referendum e la questione dei distacchi vengano messi nell’agenda politica dell’amministrazione comunale. Sia per quel che riguarda chi ha aderito alla campagna di obbedienza civile, sia per le morosità di quelle famiglie che per una sempre più diffusa povertà non riescono più a pagare l’acqua. Il Comune, insomma, deve decidere se stare dalla parte dei cittadini o di chi continua a fare profitto su un bene essenziale come l’acqua.
Comitato senese Acqua bene comune