SIENA. Con il voto favorevole della maggioranza (PD, IdV, La Sinistra per Siena) e quello contrario delle opposizioni (Pdl, Lega Nord, Rifondazione Comunisti Italiani, Udc) il Consiglio Provinciale ha approvato le linee programmatiche di mandato 2009 – 2014.
Nuovo sviluppo e una reale sostenibilità economica, ambientale e sociale, politiche e progettualità finalizzate a sostenere e rilanciare il sistema d’impresa, per creare lavoro di qualità e futuro ai giovani, attrazione di nuove risorse e valorizzazione dell’esistente. Ma anche una rinnovata coesione sociale dei territori e politiche di genere trasversali, agricoltura, turismo, ambiente e nuove tecnologie. Infine la necessità di un maggiore rigore nell’uso delle risorse.
"Oggi più che mai c’è bisogno di progettualità se vogliamo dare precedenza al futuro e guardare oltre la crisi che stiamo attraversando e che sta facendo soffrire lavoratori, imprese e famiglie. – ha detto il presidente Simone Bezzini – Partiamo da un’eredità positiva che ci viene lasciata all’amministrazione provinciale uscente, consapevoli che i risultati raggiunti in questi anni potrebbero non bastare. Mi aspettavo tuttavia una maggiore capacità di confronto da parte dell’opposizione soprattutto in termini di idee e proposte. Questa, infatti, è una stagione fuori dall’ordinario, che avrà bisogno di un governo capace di uno scatto in avanti: non possiamo pensare di essere autosufficienti, non possiamo accontentarci di amministrare bene l’esistente. Dobbiamo, al contrario, aprirci all’esterno e governare i cambiamenti con coraggio e lungimiranza. Per questo la Giunta è già al lavoro fin da ottobre predisporremo un pacchetto di misure anticrisi con l’unico obiettivo di provare a dare risposte alle criticità sia nell’immediato che nel medio e lungo periodo.
"Il nostro è un no politico, valuteremo la maggioranza sulla base dei fatti e dei risultati. Faremo il nostro lavoro di opposizione – ha detto Donatella Santinelli (Pdl) annunciando voto contrario -. Il documento programmatico è estremamente articolato. Ciò che doveva essere messo in evidenza era la crisi economica, invece si parla di molti tavoli, di strutture e sovrastrutture ma avremmo preferito che ci si confrontasse con la risoluzione dei problemi reali della nostra provincia in modo pragmatico. Uno dei più grossi dubbi è di capire cosa andiamo a fare e come verranno impiegate le risorse. Sul merito di alcune questioni poi possono esserci anche temi condivisibili che valuteremo di volta in volta".
"Per il centrodestra – ha detto Marco Nasorri (PD) – è più importante stare sui giornali con qualche colpo di teatro senza invece entrare nel merito delle questioni del governo del territorio. La situazione che stiamo vivendo e anche il nostro ruolo necessitano di un grande confronto ma senza retorica e propaganda. Dobbiamo entrare nelle questioni con un confronto serio sui problemi. Siete al governo del Paese. Non potete dimenticarlo. Nessuno di noi si aspetta che l’opposizione voti il programma della maggioranza. Ma dai banchi dell’opposizione deve venire un contributo alla crescita di questo territorio".
"Il consenso per il PD non può valere per sempre. – ha detto Gabor Rossi (Lega Nord Toscana) -. Non servono più di 60 pagine di programma per governare un territorio. Lo avete chiamato un futuro da condividere ma sul territorio non avete condiviso niente. Sarebbe bastato parlare di democrazia, concertazione, sostenibilità. Servono proposte innovative e non banalizzazioni politiche".
"Sono allibito rispetto a questa discussione – ha spiegato Roberto Renai (La Sinistra per Siena) -. Speravo di poter cogliere alcuni spunti per capire come poter trovare elementi e azioni di supporto alla crisi. A me non occorre una patente di legittimità da parte dell’opposizione, quella ci è già stata consegnata dai cittadini. Oggi ritrovo degli elementi di difficoltà e di cattiva informazione. Il consiglio è di informarsi prima di venire in consiglio a fare propaganda. L’opposizione fa una discussione esclusivamente demagogica. Il gruppo del Pd, invece, ha dato la giusta lettura del momento dando voce ad aspettative e bisogni".
"Il programma è un irrealizzabile libro dei sogni – ha dichiarato Angiolo Del Dottore (Udc) annunciando voto contrario –. Occorre garantire un governo locale in grado di dare pari opportunità ai processi decisionali. Invece c’è una sopravvalutazione del ruolo della Provincia proprio in un momento in cui si sta parlando di un loro ridimensionamento. L’impostazione che viene dato dalla maggioranza va nella direzione di appesantire i costi della politica invece che snellirli. Le urgenze sono misure di sostegno alla piccola e media impresa e iniziative tese a sostenere le cadute dei redditi delle fasce più deboli".
"Il programma di mandato contiene molte delle indicazioni che l’Italia dei Valori ha dato durante la campagna elettorale. Occorre che la provincia renda i cittadini partecipi dei processi decisionali. Non è vero che i cittadini si sono allontanati dalla politica. Si sono allontanati da un certo modo di fare politica, hanno sete di politica e i molti comitati lo dimostrano".
"Il voto è politico e quindi contrario. – per Antonio Falcone (Rifondazione Comunisti Italiani) -. Lo è di merito sulle linee programmatiche, poi davanti agli aspetti di dettagli valuteremo di volta in volta.
"Il documento presentato dalla maggioranza nei punti critici si smarrisce un po’" per Lorenzo Rosso (Pdl), che ha ricordato "come alcuni temi oggetto di dibattito siano spariti dal programma: impegno per la costruzione della nuova sede della Provincia che ad oggi deve ancora partire, l’Accademia turistica di Palazzo al Piano e la sede di Basciano. Ai cittadini interessa molto sapere come vengono spesi i soldi".
L’importanza delle linee programmatiche di mandato che ci accompagnerà per questi cinque anni le ha ricordate Marileno Franci (PD) ricordando la conoscenza capillare da parte del presidente del territorio.
Fabrizio Camastra (PdL) ha evidenziato la parte introduttiva dei principi come eccessivamente relativistica, mentre per Alberto Taccioli (PD) ha parlato di programma innovativo capace di guardare lontano. Per Massimo Mori (PdL) la crisi in provincia di Siena è stato un fatto inevitabile a causa della mancanza di un progetto economico e finanziario serio. Alice Raspanti (Pd) ha sottolineato l’importanza del settore agricolo come opportunità di crescita del territorio. Mentre Francesco Michelotti (Pdl): ha riscontrato gravi carenze nel programma come l’assenza di una prospettiva. Beatrice di Iacovo (PD) ha evidenziato l’importanza di una amministrazione provinciale nel ruolo di cabina di regia unica, come Mauro Bianchi (Pd) che ha espresso totale condivisione rispetto al programma puntuale nelle proposte e al passo con i tempi. Niccolò Guicciardini (Pd) ha parlato di un programma condiviso, non scritto tra quattro mura ma con il coinvolgimento di tutti i cittadini. Simona Garosi (Pd) ha sottolineato la cultura come elemento distintivo del programma mentre per Laura Mannucci (Pd) il programma scende sul concreto ed è stato strumento partecipativo.
Nuovo sviluppo e una reale sostenibilità economica, ambientale e sociale, politiche e progettualità finalizzate a sostenere e rilanciare il sistema d’impresa, per creare lavoro di qualità e futuro ai giovani, attrazione di nuove risorse e valorizzazione dell’esistente. Ma anche una rinnovata coesione sociale dei territori e politiche di genere trasversali, agricoltura, turismo, ambiente e nuove tecnologie. Infine la necessità di un maggiore rigore nell’uso delle risorse.
"Oggi più che mai c’è bisogno di progettualità se vogliamo dare precedenza al futuro e guardare oltre la crisi che stiamo attraversando e che sta facendo soffrire lavoratori, imprese e famiglie. – ha detto il presidente Simone Bezzini – Partiamo da un’eredità positiva che ci viene lasciata all’amministrazione provinciale uscente, consapevoli che i risultati raggiunti in questi anni potrebbero non bastare. Mi aspettavo tuttavia una maggiore capacità di confronto da parte dell’opposizione soprattutto in termini di idee e proposte. Questa, infatti, è una stagione fuori dall’ordinario, che avrà bisogno di un governo capace di uno scatto in avanti: non possiamo pensare di essere autosufficienti, non possiamo accontentarci di amministrare bene l’esistente. Dobbiamo, al contrario, aprirci all’esterno e governare i cambiamenti con coraggio e lungimiranza. Per questo la Giunta è già al lavoro fin da ottobre predisporremo un pacchetto di misure anticrisi con l’unico obiettivo di provare a dare risposte alle criticità sia nell’immediato che nel medio e lungo periodo.
"Il nostro è un no politico, valuteremo la maggioranza sulla base dei fatti e dei risultati. Faremo il nostro lavoro di opposizione – ha detto Donatella Santinelli (Pdl) annunciando voto contrario -. Il documento programmatico è estremamente articolato. Ciò che doveva essere messo in evidenza era la crisi economica, invece si parla di molti tavoli, di strutture e sovrastrutture ma avremmo preferito che ci si confrontasse con la risoluzione dei problemi reali della nostra provincia in modo pragmatico. Uno dei più grossi dubbi è di capire cosa andiamo a fare e come verranno impiegate le risorse. Sul merito di alcune questioni poi possono esserci anche temi condivisibili che valuteremo di volta in volta".
"Per il centrodestra – ha detto Marco Nasorri (PD) – è più importante stare sui giornali con qualche colpo di teatro senza invece entrare nel merito delle questioni del governo del territorio. La situazione che stiamo vivendo e anche il nostro ruolo necessitano di un grande confronto ma senza retorica e propaganda. Dobbiamo entrare nelle questioni con un confronto serio sui problemi. Siete al governo del Paese. Non potete dimenticarlo. Nessuno di noi si aspetta che l’opposizione voti il programma della maggioranza. Ma dai banchi dell’opposizione deve venire un contributo alla crescita di questo territorio".
"Il consenso per il PD non può valere per sempre. – ha detto Gabor Rossi (Lega Nord Toscana) -. Non servono più di 60 pagine di programma per governare un territorio. Lo avete chiamato un futuro da condividere ma sul territorio non avete condiviso niente. Sarebbe bastato parlare di democrazia, concertazione, sostenibilità. Servono proposte innovative e non banalizzazioni politiche".
"Sono allibito rispetto a questa discussione – ha spiegato Roberto Renai (La Sinistra per Siena) -. Speravo di poter cogliere alcuni spunti per capire come poter trovare elementi e azioni di supporto alla crisi. A me non occorre una patente di legittimità da parte dell’opposizione, quella ci è già stata consegnata dai cittadini. Oggi ritrovo degli elementi di difficoltà e di cattiva informazione. Il consiglio è di informarsi prima di venire in consiglio a fare propaganda. L’opposizione fa una discussione esclusivamente demagogica. Il gruppo del Pd, invece, ha dato la giusta lettura del momento dando voce ad aspettative e bisogni".
"Il programma è un irrealizzabile libro dei sogni – ha dichiarato Angiolo Del Dottore (Udc) annunciando voto contrario –. Occorre garantire un governo locale in grado di dare pari opportunità ai processi decisionali. Invece c’è una sopravvalutazione del ruolo della Provincia proprio in un momento in cui si sta parlando di un loro ridimensionamento. L’impostazione che viene dato dalla maggioranza va nella direzione di appesantire i costi della politica invece che snellirli. Le urgenze sono misure di sostegno alla piccola e media impresa e iniziative tese a sostenere le cadute dei redditi delle fasce più deboli".
"Il programma di mandato contiene molte delle indicazioni che l’Italia dei Valori ha dato durante la campagna elettorale. Occorre che la provincia renda i cittadini partecipi dei processi decisionali. Non è vero che i cittadini si sono allontanati dalla politica. Si sono allontanati da un certo modo di fare politica, hanno sete di politica e i molti comitati lo dimostrano".
"Il voto è politico e quindi contrario. – per Antonio Falcone (Rifondazione Comunisti Italiani) -. Lo è di merito sulle linee programmatiche, poi davanti agli aspetti di dettagli valuteremo di volta in volta.
"Il documento presentato dalla maggioranza nei punti critici si smarrisce un po’" per Lorenzo Rosso (Pdl), che ha ricordato "come alcuni temi oggetto di dibattito siano spariti dal programma: impegno per la costruzione della nuova sede della Provincia che ad oggi deve ancora partire, l’Accademia turistica di Palazzo al Piano e la sede di Basciano. Ai cittadini interessa molto sapere come vengono spesi i soldi".
L’importanza delle linee programmatiche di mandato che ci accompagnerà per questi cinque anni le ha ricordate Marileno Franci (PD) ricordando la conoscenza capillare da parte del presidente del territorio.
Fabrizio Camastra (PdL) ha evidenziato la parte introduttiva dei principi come eccessivamente relativistica, mentre per Alberto Taccioli (PD) ha parlato di programma innovativo capace di guardare lontano. Per Massimo Mori (PdL) la crisi in provincia di Siena è stato un fatto inevitabile a causa della mancanza di un progetto economico e finanziario serio. Alice Raspanti (Pd) ha sottolineato l’importanza del settore agricolo come opportunità di crescita del territorio. Mentre Francesco Michelotti (Pdl): ha riscontrato gravi carenze nel programma come l’assenza di una prospettiva. Beatrice di Iacovo (PD) ha evidenziato l’importanza di una amministrazione provinciale nel ruolo di cabina di regia unica, come Mauro Bianchi (Pd) che ha espresso totale condivisione rispetto al programma puntuale nelle proposte e al passo con i tempi. Niccolò Guicciardini (Pd) ha parlato di un programma condiviso, non scritto tra quattro mura ma con il coinvolgimento di tutti i cittadini. Simona Garosi (Pd) ha sottolineato la cultura come elemento distintivo del programma mentre per Laura Mannucci (Pd) il programma scende sul concreto ed è stato strumento partecipativo.