Anomalie negli appalti di gara al "massimo ribasso" per la gestione della biglietteria della Torre del Mangia e del Museo civico
SIENA. Quando, lo scorso novembre, il Comune di Siena ha effettuato la gara per riaffidare i servizi di biglietteria e sorveglianza della Torre del Mangia e del Museo Civico, ha immediatamente provocato una lettera di protesta indirizzata all’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici da parte dell’ONBSI, l’organismo nazionale che raggruppa le aziende dei servizi ed i sindacati.
Materia del contendere: la gara per riaffidare i servizi presso la Torre del Mangia ed il Museo Civico per la quale il Comune, come sta avvenendo abitualmente sotto la gestione del Commissario, ha utilizzato la procedura del “massimo ribasso”, cioè di un meccanismo che considera soltanto il prezzo offerto senza dare alcun “peso” alla qualità dei progetti dei concorrenti.
Una procedura che, peraltro, contiene per legge dei limiti ai ribassi per evitare che aziende spregiudicate, pur di assicurarsi l’appalto, offrano prezzi palesemente insufficienti a retribuire il personale secondo regolari contratti nazionali ed a far fronte agli oneri fiscali e contributivi. Anche perché, per legge, l’appaltante è corresponsabile di questi pagamenti e l’ente pubblico rischierebbe quindi troppo assegnando appalti a prezzi non congrui.
Pare che sia proprio quello che sta accadendo con la gara di Torre e Museo: il bando di gara aveva avvisato i concorrenti che il Comune avrebbe effettuato un giudizio di congruità delle offerte specificando il tipo di contratto nazionale ed il livello salariale che avrebbe costituito la “soglia” minima, ma poi è sembrato che non ne abbia tenuto conto. Le offerte di alcune ditte concorrenti che risultavano chiaramente molto al di sotto di quella “soglia” non sono state affatto escluse e il comune sta valutando le motivazioni che i concorrenti hanno dovuto fornire sull’anomalia dei loro prezzi.
Da qui la protesta dell’ONBSI inviata anche all’amministrazione comunale, ma sono passati quasi due mesi e non si è visto alcun effetto. Anzi, agli inizi di gennaio si è svolta anche la gara per i servizi del Santa Maria della Scala e, nuovamente, di fronte ad un’offerta con prezzi inferiori alle tabelle salariali minime, il Comune non ha mostrato alcun imbarazzo.
Come andrà a finire? Se tutti questi servizi verranno affidati a questi prezzi, che fine faranno i lavoratori che in quei servizi hanno trovato la loro occupazione, accumulando anzianità e diritti che ora rischiano di essere gravemente compromessi?
E’ vero che il bilancio comunale sta attraversando una crisi mai vista, ma ciò non vuol dire che ci si debba preoccupare solo di risparmiare senza badare alla qualità dei servizi, ai rischi cui si espone l’ente comunale e alle condizioni di lavoro degli addetti ai servizi, violando persino i vincoli che il Comune stesso ha messo nei capitolati.
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