Ricordato anche lo studente Foligno, vittima delle leggi razziali
SIENA. Nel mese dei festeggiamenti dedicati al proprio centenario, l’Istituto Tecnico commerciale e per geometri “Sallustio Bandini” dedica una iniziativa ad hoc al ricordo di tre suoi studenti che, per motivi differenti e in momenti diversi, hanno patito gli anni del Fascismo e dell’occupazione tedesca di Siena. Nell’aula magna della scuola di via Battisti, questa mattina si sono riunite le classi quinte per partecipare ad una conferenza in cui sono state raccontate tre storie drammatiche che hanno riguardato tre alunni del “Bandini”.
Il giornalista Juri Guerranti (autore del libro sulla storia centenaria dell’Istituto Tecnico) ha raccontato la vicenda che ha visto protagonista, nel 1938, lo studente Alessandro Foligno. Questo giovane, convittore al Convitto “Tolomei”, allievo del corso Ragioneria del “Bandini”, nell’autunno 1938 viene cacciato da scuola perché ebreo. Negli archivi della scuola è stata rinvenuta la documentazione di quegli anni, da cui si comprende come i decreti estivi del ministro fascista Bottai e le successive leggi razziali (firmate da Re Vittorio Emanuele III il 17 novembre 1938) abbiano colpito anche il giovane Foligno. Lo studente, figlio di padre ebreo e madre non ebrea, deve abbandonare la scuola che lo aveva visto crescere in quegli ultimi anni Trenta. Per raccontare meglio questa brutta storia, è stata proiettata una videointervista rilasciata da un ex alunno del “Bandini”, compagno di classe di Foligno, che spiega come la classe reagì all’allontanamento.
Ancora più tristi sono le storie di altri due studenti dell’Istituto, morti per la libertà durante la Guerra di Liberazione dal nazifascismo. Il professor Fabio Masotti dell’Istituto storico della Resistenza senese ha spiegato nel dettaglio cosa accadde, nel 1944, ai partigiani studenti del “Bandini”, Panti e Domenichini. Luciano Panti, assiduo frequentatore del Costone, iscritto all’Azione Cattolica, con l’occupazione tedesca di Siena nel 1943 decide di abbandonare gli studi per partecipare alla lotta partigiana. Il 15 gennaio 1944, però, insieme ad altri patrioti, è ferito in uno scontro con i fascisti di Salò a Rigosecco. Agonizzante viene trasferito dai repubblichini a Siena, dove però muore prima ancora di entrare in ospedale. Drammatica è anche la storia del patriota Giorgio Domenichini, anche lui 19enne studente del “Bandini”, che muore il 3 luglio 1944 a Vicobello. In questo caso sono i tedeschi, in ritirata da Siena, a uccidere il giovane bandiniano che si era diplomato ragioniere appena tre settimane prima. Sia per raccontare la storia di Panti che di Domenichini sono state proiettate due interviste rilasciate da due ex compagni di classe di questi giovani. In tal modo gli studenti hanno potuto ascoltare dalla viva voce di testimoni (oggi ultra ottantenni) cosa avvenne quasi settant’anni fa a due alunni dell’Istituto Tecnico. “Le vicende di Panti e di Domenichini, studenti del “Bandini”, rappresentano due fatti significativi per la nostra storia, storia del passaggio dalla dittatura fascista alla democrazia”: ha dichiarato il professor Masotti. Queste vicende trovano spazio anche nel documentario “Forza Istituto avanti avanti”, che sarà presentato il prossimo 25 novembre (ore 18) al “Bandini” in occasione della Festa per il Centenario.
Il giornalista Juri Guerranti (autore del libro sulla storia centenaria dell’Istituto Tecnico) ha raccontato la vicenda che ha visto protagonista, nel 1938, lo studente Alessandro Foligno. Questo giovane, convittore al Convitto “Tolomei”, allievo del corso Ragioneria del “Bandini”, nell’autunno 1938 viene cacciato da scuola perché ebreo. Negli archivi della scuola è stata rinvenuta la documentazione di quegli anni, da cui si comprende come i decreti estivi del ministro fascista Bottai e le successive leggi razziali (firmate da Re Vittorio Emanuele III il 17 novembre 1938) abbiano colpito anche il giovane Foligno. Lo studente, figlio di padre ebreo e madre non ebrea, deve abbandonare la scuola che lo aveva visto crescere in quegli ultimi anni Trenta. Per raccontare meglio questa brutta storia, è stata proiettata una videointervista rilasciata da un ex alunno del “Bandini”, compagno di classe di Foligno, che spiega come la classe reagì all’allontanamento.
Ancora più tristi sono le storie di altri due studenti dell’Istituto, morti per la libertà durante la Guerra di Liberazione dal nazifascismo. Il professor Fabio Masotti dell’Istituto storico della Resistenza senese ha spiegato nel dettaglio cosa accadde, nel 1944, ai partigiani studenti del “Bandini”, Panti e Domenichini. Luciano Panti, assiduo frequentatore del Costone, iscritto all’Azione Cattolica, con l’occupazione tedesca di Siena nel 1943 decide di abbandonare gli studi per partecipare alla lotta partigiana. Il 15 gennaio 1944, però, insieme ad altri patrioti, è ferito in uno scontro con i fascisti di Salò a Rigosecco. Agonizzante viene trasferito dai repubblichini a Siena, dove però muore prima ancora di entrare in ospedale. Drammatica è anche la storia del patriota Giorgio Domenichini, anche lui 19enne studente del “Bandini”, che muore il 3 luglio 1944 a Vicobello. In questo caso sono i tedeschi, in ritirata da Siena, a uccidere il giovane bandiniano che si era diplomato ragioniere appena tre settimane prima. Sia per raccontare la storia di Panti che di Domenichini sono state proiettate due interviste rilasciate da due ex compagni di classe di questi giovani. In tal modo gli studenti hanno potuto ascoltare dalla viva voce di testimoni (oggi ultra ottantenni) cosa avvenne quasi settant’anni fa a due alunni dell’Istituto Tecnico. “Le vicende di Panti e di Domenichini, studenti del “Bandini”, rappresentano due fatti significativi per la nostra storia, storia del passaggio dalla dittatura fascista alla democrazia”: ha dichiarato il professor Masotti. Queste vicende trovano spazio anche nel documentario “Forza Istituto avanti avanti”, che sarà presentato il prossimo 25 novembre (ore 18) al “Bandini” in occasione della Festa per il Centenario.