SIENA. In merito ai licenziamenti dei giornalisti di Canale 3 Toscana, dal consigliere comunale di Rifondazioen Comunista – Sinistra Europea Fiorino Ianatorno, riceviamo e pubblichiamo.
"Con sdegno e preoccupazione apprendo del licenziamento di alcuni giornalisti di Canale Tre. La cosa appare molto grave dal punto di vista delle procedure che, anche se legittime, non dimostrano certo che i proprietari di Canale Tre conoscano e rispettino quelle che un tempo venivano chiamate relazioni sindacali e che potremmo chiamare più semplicemente oggi, rispetto per i lavoratori. Non vorremmo che la crisi finanziaria fosse un’utile alibi per alleggerire le redazioni di giornalisti liberi e competenti che magari non si piegano al volere di qualsiasi piccolo Berlusconi locale. Non vorremmo che la crisi alla fine diventi la scusa per creare una comunicazione più docile anche nella nostra città. Infatti, non capiamo come sono stati scelti e in base a quali criteri sono stati individuati i giornalisti da liquidare. Il posto di lavoro è una comunità, prima di licenziare chi ne fa parte anche a causa di una forte crisi economica, si possono trovare delle formule che chiamino tutti alla responsabilità partendo da sacrifici che devono coinvolgere tutti e a tutti i livelli, e non solo alcuni sfortunati. Non vorremmo che questi lavoratori – a cui va la nostra solidarietà e la nostra disponibilità a fare tutto il possibile per aiutarli- fossero utilizzati dai vertici di Canale tre per altri scopi. Questo sarebbe davvero insopportabile. Dopo la liquidazionei del Canale Civico Senese e di alcuni lavoratori di questo, una ennesima pagina nera per la comunicazione cittadina che dovrebbe far riflettere non solo i giornalisti, ma tutta la nostra comunità".
"Con sdegno e preoccupazione apprendo del licenziamento di alcuni giornalisti di Canale Tre. La cosa appare molto grave dal punto di vista delle procedure che, anche se legittime, non dimostrano certo che i proprietari di Canale Tre conoscano e rispettino quelle che un tempo venivano chiamate relazioni sindacali e che potremmo chiamare più semplicemente oggi, rispetto per i lavoratori. Non vorremmo che la crisi finanziaria fosse un’utile alibi per alleggerire le redazioni di giornalisti liberi e competenti che magari non si piegano al volere di qualsiasi piccolo Berlusconi locale. Non vorremmo che la crisi alla fine diventi la scusa per creare una comunicazione più docile anche nella nostra città. Infatti, non capiamo come sono stati scelti e in base a quali criteri sono stati individuati i giornalisti da liquidare. Il posto di lavoro è una comunità, prima di licenziare chi ne fa parte anche a causa di una forte crisi economica, si possono trovare delle formule che chiamino tutti alla responsabilità partendo da sacrifici che devono coinvolgere tutti e a tutti i livelli, e non solo alcuni sfortunati. Non vorremmo che questi lavoratori – a cui va la nostra solidarietà e la nostra disponibilità a fare tutto il possibile per aiutarli- fossero utilizzati dai vertici di Canale tre per altri scopi. Questo sarebbe davvero insopportabile. Dopo la liquidazionei del Canale Civico Senese e di alcuni lavoratori di questo, una ennesima pagina nera per la comunicazione cittadina che dovrebbe far riflettere non solo i giornalisti, ma tutta la nostra comunità".