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SIENA. Riceviamo e pubblichiamo integralmente il documento che le sigle sindacali RSU D’ATENEO, CISAL, CISAPUNI, CISL-UNIVERSITA’, FLC-CGIL, RDB, UGL, UIL hanno consegnato questa mattina (5 febbraio) al Rettore, al direttore Amministrativo, ai membri del Consiglio di Amministrazione, ai membri del Senato dell'Università di Siena.
"L’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Università degli Studi di Siena riunita il giorno 5 febbraio 2010, vista la grave situazione economica e finanziaria del nostro Ateneo, del suo perpetuarsi e delle difficoltà che ogni giorno vivono le persone che ci lavorano, chiede a tutti gli organi politici di farsi garanti nel ristabilire un corretto e vero confronto con le OO.SS. di condivisione di ogni processo che si dovrà portare avanti per far uscire la nostra Università dalla profonda crisi, a partire da:
– partecipazione alla discussione e definizione del nuovo piano di risanamento e verifica di attuazione delle manovre ad esso collegate;
– rispetto delle prerogative del tavolo sindacale, evitando intromissioni nei processi da parte di soggetti non abilitati alla contrattazione. Il Senato Accademico eserciti le sue funzioni istituzionali, che non comprendono le politiche sul personale;
– le commissioni nominate dal C.d.A. e dal Senato devono essere parte di un percorso che coinvolga le OO.SS. e ogni decisione degli organi politici relative ai lavori delle suddette commissioni deve essere condiviso con le OO.SS., in rispetto delle norme vigenti;
– la mobilità esterna non può prescindere dalla mobilità interna, come dalla riorganizzazione dei servizi e dai reali costi/risparmi e vantaggi/svantaggi che ogni misura sul personale provocherà sull’intera gestione dei servizi e delle attività dell’Ateneo;
– un’analisi attenta delle realtà decentrate e delle sedi distaccate, con particolare attenzione al personale che ci lavora;
– la mancanza di un tavolo di contrattazione con l’AOUS e le conseguenze dell’applicazione e firma di accordi che non coinvolgono il personale universitario che lavora presso l’azienda ospedaliera, come l’accordo sulle PEO firmato solo per il comparto sanità;
L’Assemblea con le OO.SS. denunciano inoltre effettiva efficacia di alcuni interventi legati del piano di risanamento:
– prepensionamento del personale docente;
– finanziamento banca Monte dei Paschi di Siena;
– attuale Piano di risanamento;
– mancata proroga di contratti di lavoro per i tecnici amministrativi e interventi sul personale docente precario;
– riduzione dei servizi legati alla cooperativa sociale “Solidarietà”;
– mandato di vendita su immobili e incertezza sul presente di strutture come la Certosa di Pontignano e il suo possibile futuro tra la vendita e la “riqualificazione” a struttura alberghiera con cogestione enti esterni.
Ad un anno e mezzo dalla crisi chiediamo ancora che il personale abbia il dovuto riconoscimento della sua professionalità, la certezza stipendiale e un futuro per il nostro lavoro e la realtà in cui ci troviamo a lavorare.
Chiediamo infine che gli interventi che si dovranno adottare ricadano sul personale tutto, sia docente che tecnico amministrativo. C'è chi riesce ad essere equanime con tutto il personale. Noi non possiamo. Non c'è ingiustizia peggiore nè peggiore ipocrisia che fare parti eguali tra diseguali.
In caso di mancata condivisione del documento e del perpetuarsi di questi atteggiamenti, le OO.SS. proclameranno lo stato di agitazione, attraverso lo strumento di lotta dello “sciopero bianco”.
– partecipazione alla discussione e definizione del nuovo piano di risanamento e verifica di attuazione delle manovre ad esso collegate;
– rispetto delle prerogative del tavolo sindacale, evitando intromissioni nei processi da parte di soggetti non abilitati alla contrattazione. Il Senato Accademico eserciti le sue funzioni istituzionali, che non comprendono le politiche sul personale;
– le commissioni nominate dal C.d.A. e dal Senato devono essere parte di un percorso che coinvolga le OO.SS. e ogni decisione degli organi politici relative ai lavori delle suddette commissioni deve essere condiviso con le OO.SS., in rispetto delle norme vigenti;
– la mobilità esterna non può prescindere dalla mobilità interna, come dalla riorganizzazione dei servizi e dai reali costi/risparmi e vantaggi/svantaggi che ogni misura sul personale provocherà sull’intera gestione dei servizi e delle attività dell’Ateneo;
– un’analisi attenta delle realtà decentrate e delle sedi distaccate, con particolare attenzione al personale che ci lavora;
– la mancanza di un tavolo di contrattazione con l’AOUS e le conseguenze dell’applicazione e firma di accordi che non coinvolgono il personale universitario che lavora presso l’azienda ospedaliera, come l’accordo sulle PEO firmato solo per il comparto sanità;
L’Assemblea con le OO.SS. denunciano inoltre effettiva efficacia di alcuni interventi legati del piano di risanamento:
– prepensionamento del personale docente;
– finanziamento banca Monte dei Paschi di Siena;
– attuale Piano di risanamento;
– mancata proroga di contratti di lavoro per i tecnici amministrativi e interventi sul personale docente precario;
– riduzione dei servizi legati alla cooperativa sociale “Solidarietà”;
– mandato di vendita su immobili e incertezza sul presente di strutture come la Certosa di Pontignano e il suo possibile futuro tra la vendita e la “riqualificazione” a struttura alberghiera con cogestione enti esterni.
Ad un anno e mezzo dalla crisi chiediamo ancora che il personale abbia il dovuto riconoscimento della sua professionalità, la certezza stipendiale e un futuro per il nostro lavoro e la realtà in cui ci troviamo a lavorare.
Chiediamo infine che gli interventi che si dovranno adottare ricadano sul personale tutto, sia docente che tecnico amministrativo. C'è chi riesce ad essere equanime con tutto il personale. Noi non possiamo. Non c'è ingiustizia peggiore nè peggiore ipocrisia che fare parti eguali tra diseguali.
In caso di mancata condivisione del documento e del perpetuarsi di questi atteggiamenti, le OO.SS. proclameranno lo stato di agitazione, attraverso lo strumento di lotta dello “sciopero bianco”.