L’assemblea denuncia con forza il mancato rispetto delle relazioni sindacali che prevedono tra l’altro la preventiva consultazione delle OO.SS. per i problemi e le decisioni inerenti il personale e i conseguenti effetti sulle attività garantite.
Seppur pienamente coscienti dell’attuale difficile situazione in cui versa l’Ateneo, in accordo con le organizzazioni sindacali che hanno già manifestato, sia a livello nazionale che locale, contrarietà all’applicazione delle nuove norme in materia (decreto Brunetta) che fanno due pesi e due misure tra il personale docente, stabilendo età di pensionamento diverse in base allo status giuridico di appartenenza, che giudichiamo ipocrite, ingiuste e anticostituzionali.
L’assemblea unanime chiede agli Organi di Ateneo di sospendere qualsiasi forma di pensionamento “coatto”, se non su base volontaria, come accade per il resto della Docenza ( Prof. Ordinari e Associati) e si riserva, qualora tale richiesta non fosse accolta, di attuare tutte le forme di lotta a salvaguardia della propria dignità professionale, riservandosi anche di esperire le vie legali per tutelare i diritti costituzionali.
Evidenziamo come i Ricercatori per l’attività didattica contribuiscano al possesso dei requisiti minimi dell’offerta formativa dell’Ateneo, utili alla validità dei titoli di studio rilasciati. Come è possibile accettare che i Ricercatori, da organismi ministeriali come il CINECA, vengano considerati a tutti gli effetti come Professori mentre per l’applicazione in sede locale del “famigerato” decreto Brunetta vengano considerati al pari del Personale Contrattualizzato?
Facciamo presente le contraddizioni contenute nel pensionamento “forzoso” messo in atto a Siena, come non dia certezza all’Amministrazione di un effettivo risparmio. Le nostre attività di ricerca e didattica si fondono in alcuni casi anche con quelle dell’assistenza sanitaria. La perdita di personale, non essendo possibile un nuovo reclutamento in questo anno e nei prossimi, causerebbe seri problemi all’offerta formativa, alla ricerca e ai servizi assistenziali, con evidente calo dell’offerta dei servizi e della qualità che oggi anche noi contribuiamo a garantire.
Non crediamo nella cosiddetta “rottamazione” coatta dei Ricercatori, che riteniamo deleteria per l’Ateneo e le sue missioni: didattica, ricerca e assistenza.
In altre sedi universitarie sono state trovate e attuate soluzioni diverse non lesive dei diritti acquisiti dei lavoratori.
Qualora l’amministrazione rifiuti di riconoscere l’equiparazione alla funzione di professore dei Ricercatori Universitari saremmo costretti a chiedere l’annullamento per illegittimità di tutti gli atti formali relativi alla didattica che si basano sul conteggio delle unità di personale ricercatore, un atto molto più che simbolico, per dimostrare il possesso dei requisiti minimi dei Corsi di Laurea previsti dalla normativa.
I Ricercatori denunciano altresì che a fronte di un inquadramento giuridico a carattere nazionale, si sta a creando una situazione di disparità che penalizza i Ricercatori senesi rispetto agli altri colleghi.
L’assemblea all’unanimità chiede con forza all’ Amministrazione di rivedere la Sua posizione che giudichiamo impropria e dà mandato ai propri rappresentanti di contattare le forze politiche e sociali della città, per trovare ogni soluzione capace di tutelare l’affermazione dei nostri diritti e il riconoscimento del contributo dato alla didattica, alla ricerca e all’assistenza, riconosciuto dalle misurazioni e certificazioni di qualità anche da parte degli studenti e dalle valutazioni ministeriali con le conseguenti attribuzioni di fondi per la produzione di brevetti e di lavori scientifici ad alto impatto internazionale.
Assemblea dei Ricercatori Senesi