SIENA. I bambini arrivati da Gaza per essere curati al policlinico delle Scotte di Siena, attraverso un progetto di cooperazione internazionale si trovano ancora sotto le cure amorevoli dei medici senesi.
I sintomi presentati dai piccoli pazienti hanno fatto subito pensare a malattie croniche piuttosto complesse e l’équipe diretta dal professor Paolo Balestri, responsabile della Pediatria, ha individuato due particolari patologie di origine genetica. “Per quanto riguarda il bambino di 13 anni – spiega Balestri – che è accompagnato dalla mamma, abbiamo scoperto una particolare malattia genetica a causa della quale dovrà essere sottoposto ad un delicato intervento di neurochirurgia entro una decina di giorni. Al momento il bambino è stato dimesso e tornerà da noi per l’operazione”.
I bambini sono arrivati in Italia il 20 gennaio grazie al progetto “Saving Children” di cui è capofila la Regione Toscana, sostenuto dal Ministero degli Esteri e dalle regioni Friuli, Umbria ed Emilia-Romagna.
“Per quanto riguarda la bambina di cinque anni – continua Balestri – accompagnata dalla nonna, abbiamo individuato una malattia metabolica di origine genetica ed è stata messa a punto una terapia ad hoc che ha già iniziato a dare ottimi risultati. Data la particolarità delle malattie di entrambi i bambini ci siamo resi disponibili a seguirli, in follow up, almeno una volta l’anno e faremo tutto il possibile, in collaborazione con il volontariato e grazie al progetto regionale, per facilitare in futuro il loro rientro a Siena”.
I bambini e i loro parenti, inizialmente spaesati, sono stati rassicurati dalle premure dei professionisti del Dipartimento Materno-Infantile e dal calore con cui sono stati accolti dall’intera città di Siena.
“I due piccoli pazienti – conclude Balestri – hanno subito socializzato con gli altri bambini ricoverati, cimentandosi anche in attività ludico-ricreative. Non solo, per superare le difficoltà linguistiche, oltre all’interprete ufficiale, abbiamo potuto contare anche sulla preziosa collaborazione di due medici specializzandi palestinesi dell’ospedale che hanno fatto tutto il possibile per facilitare la comunicazione e l’integrazione, davvero una bella risposta di solidarietà e amicizia del nostro ospedale”.
I sintomi presentati dai piccoli pazienti hanno fatto subito pensare a malattie croniche piuttosto complesse e l’équipe diretta dal professor Paolo Balestri, responsabile della Pediatria, ha individuato due particolari patologie di origine genetica. “Per quanto riguarda il bambino di 13 anni – spiega Balestri – che è accompagnato dalla mamma, abbiamo scoperto una particolare malattia genetica a causa della quale dovrà essere sottoposto ad un delicato intervento di neurochirurgia entro una decina di giorni. Al momento il bambino è stato dimesso e tornerà da noi per l’operazione”.
I bambini sono arrivati in Italia il 20 gennaio grazie al progetto “Saving Children” di cui è capofila la Regione Toscana, sostenuto dal Ministero degli Esteri e dalle regioni Friuli, Umbria ed Emilia-Romagna.
“Per quanto riguarda la bambina di cinque anni – continua Balestri – accompagnata dalla nonna, abbiamo individuato una malattia metabolica di origine genetica ed è stata messa a punto una terapia ad hoc che ha già iniziato a dare ottimi risultati. Data la particolarità delle malattie di entrambi i bambini ci siamo resi disponibili a seguirli, in follow up, almeno una volta l’anno e faremo tutto il possibile, in collaborazione con il volontariato e grazie al progetto regionale, per facilitare in futuro il loro rientro a Siena”.
I bambini e i loro parenti, inizialmente spaesati, sono stati rassicurati dalle premure dei professionisti del Dipartimento Materno-Infantile e dal calore con cui sono stati accolti dall’intera città di Siena.
“I due piccoli pazienti – conclude Balestri – hanno subito socializzato con gli altri bambini ricoverati, cimentandosi anche in attività ludico-ricreative. Non solo, per superare le difficoltà linguistiche, oltre all’interprete ufficiale, abbiamo potuto contare anche sulla preziosa collaborazione di due medici specializzandi palestinesi dell’ospedale che hanno fatto tutto il possibile per facilitare la comunicazione e l’integrazione, davvero una bella risposta di solidarietà e amicizia del nostro ospedale”.