Se n'è parlato alla Pubblica Assistenza
SIENA. Sabato (15 marzo) presso la Pubblica Assistenza di Siena si è tenuto l’incontro sui social network, cyber bullismo e stalking in rete. Durante l’incontro con i referenti della Asl 7 di Siena, Paola Pedani ha parlato dei progetti messi in atto dal servizio sanitario, come le attività nelle scuole e il consultorio familiare, uno spazio esclusivo dei giovani under 18 anni, in cui l’accesso è gratuito e non richiede la presenza dei genitori; al suo interno è possibile affrontare temi come la contraccezione, la sessualità e l’amore, il tutto con l’aiuto di esperti. Lo psicologo Pietro Mario Martellucci ha spiegato come internet abbia modificato i rapporti tra le persone, creando un’intolleranza alla distanza e assenza dell’altro e come il senso di onnipotenza che deriva dalla rete sia in verità finto e inutile se non accompagnato da una comunicazione con l’altro, che ci farà credere ciò che vuole (“sono da un’amica” …invece sono in discoteca) e soprattutto attribuirà alla nostra attenzione solo un significato di presenza autoritaria e non l’autorevole interesse a sapere cosa il ragazzo fa e perché l’adulto non vuole che faccia altro. Nell’era dei nativi digitali, l’idea predominante è che si esiste solo nel momento in cui pubblichiamo qualcosa di noi (“se non mi cliccano su fb non esisto”): questo crea nei giovani la paura di perdere il contatto con gli altri e l’incapacità di delineare il confine proprio e l’altrui.
E’ intervenuta inoltre l’assessore Tarquini sottolineando che oggi pochi alunni utilizzano l’etere per ricerche scolastiche, e che la creatività degli studenti è in calo anche per il fenomeno chiamato Continuous Partial Attention: l’attenzione al cellulare, alle app e ai social network durante lo studio riduce la performance e la capacità di connettere le informazioni. Ha poi parlato dei progetti attivi nelle scuole della Provincia di Siena come il progetto “KIVA” sul bullismo e il progetto “Twittatura” ripreso dalla fondazione Pavese di Torino che ha come scopo quello di avvicnare i giovani alla letteratura italiana. Il dottore Marco Marcellini ha sottolineato come oggi nel web 3.0 gli utenti siano anche autori di contenuti, senza preoccuparsi di cosa pubblicano e senza pensare che i comportamenti in internet, oltre a lasciare una traccia indelebile (non sono ammessi i ripensamenti), possono creare delle conseguenze ed essere molto pericolosi. Ha parlato del un nuovo social Ask-fm dove è possibile pubblicare in modo anonimo i propri pensieri, creando a volte situazioni di cyber bullismo, che pochi mesi fa hanno indotto una ragazza del nord Italia al suicidio. Il referente del Telefono Azzurro, il dottor Salerno, ha sottolineato come oggi non esista più un confine fra vita reale e vita virtuale, che ormai si sono fuse e l’una aiuta l’altra a vivere. Ha parlato inoltre del fatto che i giovani e gli adulti percepiscono come dati personali il nome, il cellulare e l’indirizzo e non la propria immagine, con la naturale conseguenza che vengono pubblicate foto private, della propria casa, dei propri figli, delle vacanze e degli oggetti personali, senza pensare che è come mettere ciò che è più caro nelle mani del mondo. Si è poi affrontata la mancanza di responsabilizzazione nei giovani ed il fatto che i genitori devono conoscere e condividere con i figli in modo autorevole (“ti dico di no per questo motivo”) e non chiudere loro “la finestra che fa vedere il mondo”, perché non sarebbe educativo e non lo si può fare per sempre.
Il dirigente della Polizia Mazzei, ha spiegato cosa è l’ammonimento del Questore: la vittima di stalking può, in alternativa alla querela e senza per ciò dover affrontare un processo penale, chiedere alle autorità di far pervenire allo stalker (attraverso il Questore) un ammonimento orale affinché questi desista dalle attività persecutorie. Ciò ovviamente non pregiudica la possibilità per la vittima, in un momento successivo, di proporre querela, ma costituisce solo un gradino intermedio rispetto alla consueta via giudiziale, vista a volte come invasiva e difficile da sopportare.
Ha chiuso il convegno il dottor Massettini della Polizia Postale, il quale ha spiegato i rischi della navigazione, sottolineando che i genitori devono mettersi al pari dei figli senza un controllo in toto, ma piuttosto con il dialogo e il confronto. Ha spiegato che oggi la maggior parte dei reati, dal rubare l’identità, allo stalking, al cyber bullismo e a tutto ciò che è percepito come un’invasione dell’altro, inizia dal creare fiducia (condivisione di foto e frasi). Ha inoltre evidenziato che quando “postiamo” qualcosa nei social network, ne perdiamo il controllo e la proprietà, che diventa del social forum è stata pubblicata. Infine ha elencato alcuni Perent control, ovvero sistemi che permettono ai genitori di controllare l’accesso a pagine, siti e programmi non adatti ai piccoli e citato dei social forum per i bambini come ad esempio Twigis.
Per approfondimenti o informazioni contattare le psicologhe Elena Lorenzini e Paola Aloigi cell. Cell. 3465043084 – sociale@pubblicaassistenzasiena.it.