Gli operai si sentono più precari degli impiegati
di Augusto Mattioli
SIENA. “Sono trecento i posti di lavoro in meno negli ultimi tre anni (2208-2011) nel settore della camperistica senese, ai quali se ne sono aggiunti altri trecento nell’indotto”. Il dato è stato reso noto questa mattina (14 febbraio) da Marco Goracci, segretario provinciale della Fiom Cgil, in occasione della presentazione dei risultati di un’inchiesta effettuata tra 114 lavoratori della Trigano di Cusona, nel comune di San Gimignano.
La ricerca è stata realizzata da Elena Dinubila, giovane antropologa che si è laureata all’Università di Siena. “Si tratta di un’indagine – ha sottolineato Claudio Guggiari, segretario provinciale della Cgil – in un settore quale il metalmeccanico che testimonia come la crisi abbia considerevolmente aumentato il disagio sociale dei lavoratori”. La Trigano è un’azienda tra le più rappresentative della Valdelsa senese e attualmente ha 350 occupati, di cui molte sono donne, ma prima della crisi i dipendenti erano 500.
“La scelta della Trigano ha permesso di verificare – secondo Nubila- in quale misura la crisi ha colpito i lavoratori valdelsani” e in particolare dalle risposte sono emerse le paure e i timori per il loro futuro. In primo luogo c’è la perdita del posto di lavoro e la preoccupazione di non poter più fare fronte alle necessità della propria famiglia. La fascia di età nella quale si registrano i timori più elevati per la stabilità del proprio posto è quella tra 45 4 i 49 anni “ per cui si può dedurre – ha precisato l’antropologa – che le fasce di età intermedie si facciano carico in misura maggiore rispetto alle altre delle necessità e delle spese domestiche”. La ricerca ha esteso la propria analisi ad una fascia di età tra i 35 e i 54 anni: in questo gruppo di operai la paura di perdere il lavoro è legata “in maniera evidente”all’assenza di un doppio salario in famiglia e alla presenza di figli a carico. Tra gli operai dai 20 ai 34 anni, invece, la paura è legata al fatto di non poter ricorrere, in caso di necessità, all’aiuto dei propri genitori. Ad accomunare tutti i lavoratori interpellati è il disagio che avvertono per l’insufficienza del proprio salario “a prescindere dall’età”.
Un altro interessante aspetto riguarda la differenza tra operai e impiegati: il 73,11% dei primi ha paura di perdere il proprio posto di lavoro contro il 61,9% degli impiegati. “La spiegazione– ha affermato Nubila – sta nel fatto che gli impiegati sono stati meno penalizzati in questi anni rispetto agli operai ed è probabile che questo dipenda dal diverso titolo di studio dei componenti dei due gruppi”. Ma oggi, in generale, secondo Guggiari, anche chi ha un diploma o una laurea ha forti problemi a mantenere la propria occupazione