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SIENA. Dare nuovo impulso alle imprese agricole sul territorio pesarese, attingendo al know-how e all’organizzazione strutturale del Consorzio Agrario di Siena e Arezzo, che da anni è ai primi posti in Italia per fatturato e per efficienza gestionale. Con tale obiettivo è stato siglato nei giorni scorsi l’accordo tra il Consorzio Agrario di Siena e quello di Pesaro Urbino per una stretta collaborazione in diversi settori strategici per i servizi all’agricoltura: mezzi tecnici, ovvero fertilizzanti, fitofarmaci, sementi, mangimi zootecnici, prodotti garden, oltre alla parte produttiva sementiera e quella relativa al ritiro, stoccaggio e commercializzazione delle produzioni agricole, prevalentemente costituite da cereali. L’accordo programmatico è stato firmato a Roma dai due presidenti di Siena e Pesaro Urbino, rispettivamente Maria Cristina Rocchi e Domenico Romanini. Presenti anche i direttori Pagliuca e Mondelci.
Il Consorzio senese, che con i 158 milioni di € di fatturato nel 2008 da anni è ai primi posti in Italia per volumi e per efficienza gestionale, da molti anni ha un ambito territoriale di attività che non è limitato alla provincia di Siena ma comprende anche tutta la provincia di Arezzo e, per alcuni settori, anche Firenze Prato e Pistoia, oltre a Grosseto per le macchine industriali, assumerà dunque la gestione delle attività più strategiche sul territorio di Pesaro e Urbino.
Soddisfazione è stata espressa dai due presidenti per un accordo che giunge all’inizio del periodo di semine autunnali, e che consentirà quindi di organizzare al meglio questa importantissima fase produttiva per le imprese agricole di un territorio che, partendo dalle colline della Val d’Orcia, passando per la Val di Chiana senese e aretina, per il Val d’Arno e il Casentino, arriva al Montefeltro, alle Colline Marchigiane fino all’Adriatico.
La sinergia tra i due Consorzi fa prevedere il raggiungimento di un livello di fatturato superiore a 180 milioni di euro, e l’ottenimento di economie di gestione per una più razionale strutturazione territoriale. L’accordo si inserisce nel contesto di un rilancio dell’azione e del ruolo dei Consorzi Agrari su scala nazionale, che li pone come insostituibili strutture di servizio per l’agricoltura di questo Paese. I Consorzi Agrari d’Italia, forti di un patrimonio di esperienze e di conoscenze più che secolari, guardano al futuro con la capacità di strutturarsi in modelli organizzativi nuovi, per rispondere alle esigenze di un’agricoltura in forte evoluzione, ma che resta centrale nel panorama economico del nostro Paese.
Il Consorzio senese, che con i 158 milioni di € di fatturato nel 2008 da anni è ai primi posti in Italia per volumi e per efficienza gestionale, da molti anni ha un ambito territoriale di attività che non è limitato alla provincia di Siena ma comprende anche tutta la provincia di Arezzo e, per alcuni settori, anche Firenze Prato e Pistoia, oltre a Grosseto per le macchine industriali, assumerà dunque la gestione delle attività più strategiche sul territorio di Pesaro e Urbino.
Soddisfazione è stata espressa dai due presidenti per un accordo che giunge all’inizio del periodo di semine autunnali, e che consentirà quindi di organizzare al meglio questa importantissima fase produttiva per le imprese agricole di un territorio che, partendo dalle colline della Val d’Orcia, passando per la Val di Chiana senese e aretina, per il Val d’Arno e il Casentino, arriva al Montefeltro, alle Colline Marchigiane fino all’Adriatico.
La sinergia tra i due Consorzi fa prevedere il raggiungimento di un livello di fatturato superiore a 180 milioni di euro, e l’ottenimento di economie di gestione per una più razionale strutturazione territoriale. L’accordo si inserisce nel contesto di un rilancio dell’azione e del ruolo dei Consorzi Agrari su scala nazionale, che li pone come insostituibili strutture di servizio per l’agricoltura di questo Paese. I Consorzi Agrari d’Italia, forti di un patrimonio di esperienze e di conoscenze più che secolari, guardano al futuro con la capacità di strutturarsi in modelli organizzativi nuovi, per rispondere alle esigenze di un’agricoltura in forte evoluzione, ma che resta centrale nel panorama economico del nostro Paese.