SIENA. Il suo assassinio fu l’inizio della fine delle Brigate Rosse che negli anni settanta pensavano di poter fare la rivoluzione armata. Guido Rossa, sindacalista della Cgil dell’Italsider di Genova aveva capito che con l’illusione della lotta armata le bierre non sarebbero andate da nessuna parte. E che erano un pericolo per la democrazia. Per questo decise di combatterla duramente, anche da solo, pagando di persona. Fu assassinato nel gennaio del 1979. La sua storia è stata ricordata al Santa Maria della Scala dove, per la rassegna Lunedì Libri, organizzata dall’assessorato alla cultura del comune di Siena in collaborazione con il Centro Gabrio Avanzati, si è parlato di terrorismo. Presenti, il giornalista Paolo Andruccioli che ha scritto il libro “Il testimone. Guido Rossa, omicidio di un sindacalista” (Ediesse edizioni) e il regista Giuseppe Ferrara che ha introdotto la proiezione del suo film Guido che sfidò le Brigate Rosse.
Una serata che ha lasciato l’amaro in bocca perché ha ricordato la paura di quegli anni drammatici nei quali la democrazia italiana è stata davvero in pericolo. Una democrazia che oltre agli assalti delle Brigate rosse ha dovuto subire anche quelli del terrorismo stragista. Da Piazza Fontana il 12 dicembre del 1969 in poi. E ancora oggi tornano gli interrogativi di allora su come sono nate e soprattutto si sono sviluppate le Bierre. E se avessero magari dei rapporti con chi pensava di strumentalizzarle come potrebbe essere accaduto per il caso Moro.
Inizialmente c’era chi pensava che le Brigate rosse fossero dei “compagni” che sbagliavano. Ma l’errore decisivo lo hanno fatto assassinando Rossa. Un’azione che li ha allontanati definitivamente da quelle masse che volevano conquistare e in nome delle quali dicevano di lottare. Il risultato, come sostiene Ferrara nella conclusione del suo film, è che questa organizzazione con i suoi metodi terroristici ha portato il nostro paese ancora più a destra di quanto non lo fosse già anche allora.
Guido Rossa e la fine delle Br. Serata ricordo al Santa Maria della Scala
Augusto Mattioli