Scoperti redditi sottratti al fisco per oltre 205 milioni di euro
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SIENA. Il contrasto all’evasione fiscale è l’obiettivo prioritario della missione di Polizia Economica e Finanziaria della Guardia di Finanza. Il fenomeno danneggia non solo il bilancio dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali sottraendo risorse da destinare ai servizi pubblici essenziali a beneficio di tutta la collettività, ma anche quelle imprese che, rispettando le regole, subiscono la concorrenza sleale di chi, ponendosi al di fuori della legalità, sovverte l’etica di mercato.
Per questa ragione il piano d’azione delle Guardia di Finanza mira, conformemente alle linee d’indirizzo fissate dal Ministro dell’Economia e delle Finanze nella Direttiva Generale per l’azione amministrativa per il 2011, ad un obiettivo ben preciso: quello di mantenere alto e di incrementare ulteriormente il recupero delle basi imponibili non dichiarate.
I controlli sono stati graduati in ragione delle varie possibili forme di evasione. Si parte dall’omesso rilascio dello scontrino e della ricevuta fiscale fino alle verifiche complesse condotte col supporto di accertamenti bancari ed in alcuni casi anche mediante rogatorie internazionali. Nel corso del 2011 sono stati eseguiti 643 interventi ispettivi che hanno messo in luce un’evasione complessiva per oltre 242 milioni di euro.
Nell’ampia gamma di evasioni scoperte dalle Fiamme Gialle Senesi nell’anno trascorso si evidenziano alcuni casi particolari:
– il professionista dell’area della Valdichiana (ragioniere operante nel settore delle consulenze finanziarie) che non ha dichiarato redditi per oltre 4 milioni di euro, omettendo di presentare le prescritte dichiarazioni ai fini dei redditi e dell’IVA. Il soggetto è stato deferito all’Autorità Giudiziaria, avendo superato la soglia penale per l’omessa presentazione della dichiarazione;
– nell’ambito del controllo economico del territorio, in particolare del monitoraggio delle partite IVA aperte e chiuse nella provincia, è stata individuata nell’area della Valdelsa una società, operante nel settore del commercio all’ingrosso di abbigliamento, che prima di cessare la propria attività, per trasferirsi all’estero, aveva incrementato il proprio fatturato del 500%. L’attività ispettiva condotta ha palesato che l’impresa aveva emesso fatture per operazioni inesistenti per oltre 100.000.000 di euro vantando un credito IVA, del tutto inesistente, nei confronti dell’Erario di oltre 16.000.000 di euro. Il controllo fiscale si è concluso, oltre al recupero a tassazione delle somme illecitamente esposte in bilancio, anche con la denuncia alla locale Procura della Repubblica di 4 soggetti per associazione a delinquere in relazione all’emissione di fatture per operazioni inesistenti;
– particolare è stata altresì l’attività condotta nei confronti di una società, con sede nel capoluogo, operante nel settore della vigilanza non armata. I militari nel verificare alcune prestazioni di servizio rese alla società controllata da altre imprese operanti nello stesso settore, hanno constatato che quella ubicata in Campania era una mera “cartiera” priva di qualsiasi struttura aziendale i cui amministratori erano prestanomi senza alcun poter gestionale. Il successivo sviluppo degli elementi acquisiti, condotto tra l’altro su delega della locale Procura della Repubblica, faceva emergere un novero articolato di persone e società scientemente finalizzato a sottrarre materia imponibile all’“erario” mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Il servizio si è concluso con il recupero a tassazione di oltre 14 milioni di euro di costi indeducibili ed l’accertamento di IVA dovuta e non versata per oltre 2,7 milioni di euro, nonché con il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 4 persone tutte residenti in Campania;
– nel comparto della gestione degli apparecchi a moneta con vincita in denaro (videolottery), a seguito dell’attività di polizia giudiziaria condotta su delega della Procura della Repubblica di Firenze, con l’ausilio della captazioni telefoniche e delle indagini finanziare, si è proceduto a recuperare a tassazione le somme di denaro illecitamente incassate mediante l’alterazione dei videoterminali installati negli esercizi commerciali. In capo all’organizzatore della associazione criminale, residente nella provincia di Arezzo, tra l’altro destinatario, insieme ad altri, di misura restrittiva della libertà personale nell’anno 2009, è stato addebitato quale reddito proveniente da attività illecita l’ammontare di 20 milioni di euro. La ricostruzione dell’ammontare complessivo delle somme di denaro contante, che transitava soltanto in minima parte per il tramite di operatori finanziari, è stata determinata in via principale sulla scorta delle intercettazioni telefoniche, corroborata dagli accertamenti bancari, dall’elevatissimo tenore di vita condotto dalla propria famiglia e dalle somme erogate, in contanti, ai collaboratori consociati nell’organizzazione criminale. Nei confronti di tutti i componenti l’associazione a delinquere è stato disposto dal Giudice il sequestro preventivo dei beni a garanzia del credito erariale;
– altro caso particolare di evasione è emerso dall’interrogazioni delle banche date in uso al Corpo che ha permesso di rilevare come un’impresa operante nel settore delle costruzioni edili, si era “dimenticata” di inviare telematicamente la dichiarazione annuale omettendo di fatto di dichiarare elementi positivi pari a circa 9 milioni di euro. Soltanto dopo l’intervento dei militari, la società, che aveva compilato la prescritta dichiarazione, si è ricordata di inviarla all’Amministrazione finanziaria. Il legale della società comunque è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per l’omessa dichiarazione.
Nel “sommerso d’azienda” sono stati scoperti 72 soggetti completamente (60 Evasori Totali) o parzialmente (12 Evasori Paratotali) sconosciuti al fisco recuperando solo in tale specifico settore oltre 90 milioni di euro.
La mappatura degli evasori è distribuita in modo uniforme su tutta la provincia di Siena, si evidenzia una maggiore concentrazione nell’area del capoluogo (18 evasori) , nell’area della Valdelsa ( 21 evasori) e nell’area della Valdichiana (18 evasori ).
I settori di maggiore evasione sono risultati le imprese di costruzioni edili (35%), quelli operanti nel commercio al dettaglio ed ingrosso (15%), nell’ambito delle collaboratrici domestiche – colf e badanti – (10%) ed in piccola percentuale anche nel settore del trasporto merci c/terzi.
Per quanto attiene alla provenienza dei soggetti sconosciuti al fisco è da rilevare che il 40% risiede in provincia, il 15% nella Regione Toscana, il 15% all’estero, mentre il restante è di origine centro-meridionale.
Nel c.d. “sommerso di lavoro” invece, sono stati individuati 7 Lavoratori in nero, 39 Lavoratori irregolari e verbalizzati 8 datori di lavoro per impiego di lavoratori in nero/irregolari.
Nell’ambito della polizia economica sono state approfondite 20 segnalazioni di operazioni sospette pervenute dal mondo bancario, condotte 4 ispezioni antiriciclaggio che hanno portato alla denuncia di 5 soggetti per violazione al D.Lvo 231/2007.
Effettuati anche 4 accertamenti patrimoniali nei confronti di soggetti sospettati di appartenere alla criminalità organizzata residenti in provincia.
Intensa anche l’attività di controllo nei confronti degli esercenti commerciali tenuti al rilascio di scontrini e ricevute fiscali: 3.111 i controlli eseguiti, rilevando 528 irregolarità (17% del totale). Nei periodi di maggiore afflusso turistico la percentuale di irregolarità è salita ad oltre il 23% rispetto ai controlli effettuati.
I settori commerciali che sono stati maggiormente interessati dal fenomeno in argomento sono stati:
– Commercio ambulante di generi vari (150 rilievi);
– Pizzerie e ristoranti ( 68 rilievi);
– Bar, gelaterie, pasticcerie (18 rilievi);
– Alimentari (66 rilievi);
– Strutture ricettizie – alberghi, case vacanza, agriturismi – (42 rilievi);
– Commercio abbigliamento (38 rilievi);
– Grandi magazzini (23 rilievi);
– Librerie, cartolerie (16 rilievi);
– Commercio mobili ed accessori per la casa (15 rilievi);
– Altri settori – profumerie, materiali edili, etc. – (92 rilievi).
I controlli con rilevazione delle predette irregolarità , hanno per lo più interessato il Comune di Siena (30%), Poggibonsi (15%), San Gimignano e Colle di Val d’Elsa (10%), Abbadia San Salvatore, Sinalunga, Montepulciano, Chianciano Terme, Chiusi e Pienza (5%), altri comuni della provincia nella misura del 1-2% .
In merito alla recidività delle mancate emissioni del documento fiscale, nel corso dell’anno, 24 sono state le proposte di chiusura avanzate e 12 sono stati gli atti dispositivi di chiusura dell’attività commerciale per un minimo di 3 giorni, attuati nei confronti di altrettanti commercianti, in particolare rispetto all’anno 2010 vi è stato un aumento del 118% delle proposte di chiusura e del 27% dei dispositivi di chiusura dell’attività commerciale.
Per quanto attiene al servizio di pubblica utilità “117” corre luogo evidenziare che nei primi mesi dell’anno in corso (Gennaio – Febbraio), dopo la c.d. “Manovra Monti” sono aumentate del 233% le segnalazioni pervenute rispetto allo stesso periodo dell’anno 2011. Tali segnalazioni hanno riguardato, nella maggior parte dei casi, la mancata emissione di documento fiscale, il lavoro in nero e le locazioni irregolari.
Interessante l’attività anche in merito al controllo della spesa pubblica. Sono state denunciate complessivamente 69 persone per abuso d’ufficio peculato e falso ideologico nell’ambito di accertamenti sulla corretta gestione ed utilizzo di risorse finanziare pubbliche.
A seguito di tali indagini, sono stati segnalati alla Procura Regionale per la Toscana della Corte dei Conti, danni erariali per oltre 5,8 milioni di euro. In tale contesto si evidenzia la chiusura delle indagini, eseguite su delega della locale Procura, nell’ambito del dissesto finanziario dell’Università degli Studi di Siena.