SIENA. In occasione dell'apertura dell'Anno Accademico, a fianco dei docenti e dei dipendenti dell'Università di Siena, giustamente preoccupati per il futuro dell'istituzione, ci sono anche gli studenti.
Preoccupazione è stata espressa dalla Rete degli Studenti REDS, Sinistra Universitaria e Rete Generazionale.
"Ci è sembrato estremamente fuori luogo l'ottimismo del Magnifico Rettore durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico – scrivono gli studenti di sinistra -nonostante le rassicurazioni di Focardi l'Università di Siena è tutt'altro che salva, e l'anticipazione del Fondo di Finanziamento Ordinario concessa dal governo nei giorni scorsi non risolve la crisi, ma è funzionale soltanto a garantire il funzionamento della struttura per qualche mese. Oggi come nei mesi scorsi, non possiamo esimerci dal criticare profondamente la politica portata avanti dall'Amministrazione universitaria per la risoluzione dei problemi finanziari: una politica che dequalifica l'Ateneo, che non colpisce le sacche di privilegio, che svende strutture didattiche e che fa pagare il peso della crisi esclusivamente alle fasce più deboli della comunità accademica. Chiediamo ora, come chiediamo da sempre, un profondo cambiamento di rotta o temiamo che nei prossimi anni dell'Università di Siena, rimanga ben poco da inaugurare".
Preoccupazione è stata espressa dalla Rete degli Studenti REDS, Sinistra Universitaria e Rete Generazionale.
"Ci è sembrato estremamente fuori luogo l'ottimismo del Magnifico Rettore durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico – scrivono gli studenti di sinistra -nonostante le rassicurazioni di Focardi l'Università di Siena è tutt'altro che salva, e l'anticipazione del Fondo di Finanziamento Ordinario concessa dal governo nei giorni scorsi non risolve la crisi, ma è funzionale soltanto a garantire il funzionamento della struttura per qualche mese. Oggi come nei mesi scorsi, non possiamo esimerci dal criticare profondamente la politica portata avanti dall'Amministrazione universitaria per la risoluzione dei problemi finanziari: una politica che dequalifica l'Ateneo, che non colpisce le sacche di privilegio, che svende strutture didattiche e che fa pagare il peso della crisi esclusivamente alle fasce più deboli della comunità accademica. Chiediamo ora, come chiediamo da sempre, un profondo cambiamento di rotta o temiamo che nei prossimi anni dell'Università di Siena, rimanga ben poco da inaugurare".