Un intervento per chiedere "uno spazio di partecipazione diretta e democratica"
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Riceviamo e pubblichiano da Link siena
SIENA. Oggi (3 marzo), le studentesse e gli studenti di Link Siena hanno fatto irruzione in Rettorato, interrompendo la prima seduta della Commissione Statuto e Governance, deputata a modificare lo Statuto del nostro Ateneo alla luce della legge Gelmini.
Rivendichiamo e pretendiamo uno spazio di partecipazione studentesca diretta e democratica e abbiamo chiarito, qualora ce ne fosse stato bisogno, che il Movimento non è morto ma è intenzionato a riprendere la battaglia in difesa dell’istruzione pubblica che ci ha visto protagonisti pochi mesi fa. La Commissione Governance deve sapere che vigileremo sui suoi lavori ed ostacoleremo, con tutti gli strumenti a nostra disposizione, l’adeguamento dello Statuto alle direttive della Riforma. Rincomincia oggi una primavera di lotte. Non un passo indietro !!!
Di seguito, il testo del documento letto dalle studentesse e dagli studenti.
“Nonostante l’approvazione della Legge Gelmini, continua la battaglia all’interno dell’Università per contrastare l’applicazione delle norme sul riordino della didattica e sulla governance.
L’analisi condotta nei mesi che hanno preceduto l’emanazione della Riforma Universitaria ha prodotto una serie di principi generali dai quali intendiamo riprendere una battaglia ancor più radicale.
Noi studenti abbiamo chiesto che la Commissione che avrebbe prodotto l’adeguamento dello Statuto a quanto imposto dalla Legge Gelmini si ispirasse ai principi di pariteticità, democraticità e trasparenza. In particolare, abbiamo domandato che le componenti fossero scelte tramite elezioni da parte di tutta la Comunità Accademica; purtroppo, solo gli studenti hanno adottato questo metodo, giudicato l’unico idoneo a contrastare la becera cooptazione portata avanti dal Rettore, e paradossalmente condivisa anche dalle componenti “deboli” della Comunità Accademica.
La Commissione Statuto e Governance non è soltanto il punto di arrivo di quel meraviglioso movimento studentesco che in questi mesi ha condotto una estenuante lotta per difendere l’Università da ogni tentativo di privatizzazione o di semi-privatizzazione, ma è anche il punto di partenza per una migliore elaborazione di uno Statuto che difenda la conoscenza come bene comune.
L’Università di Siena, colpevole in alcuni casi di aver scelto di farsi avanguardia rispetto all’adeguamento alla Riforma Gelmini, e che si trova d’accordo sull’introduzione di altri soggetti “esterni” entro il Consiglio d’Amministrazione, mette a rischio il valore sociale e di formazione dell’individuo, che noi riteniamo essere finalità prioritaria ed ultima, rispetto alle logiche privatistiche che mettono a repentaglio l’autonomia stessa dell’Università.
Non solo noi contrasteremo in ogni modo la partecipazione di soggetti esterni economicamente interessati nel porre la propria voce sul futuro dell’Università, ma condurremo una dura battaglia per difendere l’autonomia della ricerca scientifica e della didattica, la centralità dei bisogni e delle esigenze delle studentesse e degli studenti, ed il perseguimento di forme di sostegno finanziario a favore della ricerca.
Il punto fondamentale su cui porremmo maggiormente l’attenzione di tutti è il valore gestionale e puramente economico del Consiglio di Amministrazione, evitando in tutti i modi che quest’ultimo si occupi di dare all’Ateneo un indirizzo politico.
Chiediamo, inoltre, che il Consiglio di Amministrazione sia formato da componenti che non abbiano alcuna relazione economica con l’Università; che i soggetti esterni, comprese le fondazioni, non debbano superare i due decimi o i tre undicesimi del Consiglio; che una quota degli “esterni” vada ad un rappresentante tecnico dell’ARDSU e ad un precario dell’Università, non rientrando quest’ultimo in alcun ruolo gestionale dell’Ateneo.
Stando, infine, all’art. 6 comma 1 del DL 21 Aprile 1995 n.120, gli studenti hanno diritto negli organi collegiali ad una rappresentanza non inferiore al 15% del totale, quindi riteniamo assolutamente indispensabile la presenza di due componenti nel Cda.
Concludendo, noi Studenti cercheremo, all’interno di tale Commissione, di sbarrare la strada all’applicazione della Riforma Gelmini con tutti gli strumenti di cui disponiamo, cercando di far sì che vengano cancellati e non applicati quei contenuti della legge che mettono a repentaglio il valore Pubblico dell’Università.”
Con questo intervento, abbiamo ottenuto, come primo passo, la garanzia di un coinvolgimento della comunità studentesca nei lavori della Commissione, per mezzo di audizioni pubbliche dopo ogni seduta della Commissione stessa.