SIENA. I conti non tornano per l’agricoltura senese. Per ogni 1 chilo di pane venduto, all’agricoltore va il 5 per cento. E per ogni ettaro di cereali coltivato in tutta la provincia, dalla Valdorcia alle Crete senesi, si perdono 500 euro. Così, oggi a Livorno, centinaia di agricoltori senesi, insieme ai colleghi toscani, hanno manifestato al Porto Mediceo. E’ partita la mobilitazione generale di Cia, Confagricoltura, Legacoop e Confcooperative di Siena che proseguirà per tutto il mese di novembre (mercoledì 11 novembre al Consiglio regionale). Gli agricoltori senesi chiedono subito un impegno concreto da parte del Governo, delle amministrazioni regionali e locali, nei confronti dell’agricoltura. Il settore infatti sta vivendo la crisi più grave degli ultimi 20 anni, che nell’anno in corso si è ulteriormente aggravata.
"I conti non tornano – sottolinea il presidente della Cia Siena, Roberto Bartolini, di fronte alla platea di Livorno -; e produrre il grano nella nostra provincia non conviene più, a causa della crisi di mercato e della scarsa annata produttiva. E proprio in queste ore l’Ue azzera i dazi sull’import di grano duro di qualità, si tratta di un provvedimento sbagliato che provoca un pesante colpo ai produttori della nostra provincia già in drammatica emergenza".
Con 1 kg di grano tenero venduto a 0,13 euro, si ricavano 800 grammi di farina, che danno 1 kg di pane che viene venduto in media a 2,60 euro. Agli agricoltori restano le briciole (5%).Con 1 kg di grano duro, sempre a 0,13 euro, si hanno 700 grammi di semola per 670 grammi di pasta, che viene venduta nelle differenti tipologie (spaghetti, penne, etc) da 0,60 euro a 6 euro.
Il Porto di Livorno è stato invaso dal folclore degli imprenditori agricoli senesi con bandiere, cappelli, trombe e fischietti delle organizzazioni di categoria; trattori, balle di grano, ed anche un battello ha accolto a bordo gli agricoltori per un presidio sui canali della città labronica.
"L’agricoltura è in pericolo – ha aggiunto Bartolini – ma il Governo pensa ad altro; si registra un crollo dei prezzi dei prodotti, l’aumento dei costi di produzione, e il calo dei redditi delle imprese del 20% dal 2000 ad oggi". Una crisi investe tutti i comparti, dalla cerealicoltura alla zootecnia, dall’olivicoltura fino a settori che hanno rappresentato sempre un’isola felice come vino e agriturismo.
"Inoltre – aggiunge il presidente della Cia Siena, accompagnato a Livorno da 2 pullman di agricoltori – chiediamo interventi immediati affinché venga riconosciuto lo stato di crisi ed in particolare il finanziamento del fondo si solidarietà, la proroga degli sgravi previdenziali e la sospensione dei contributi e dei mutui. Vanno poi riattivate le misure anticicliche per la gestione dei rischi di mercato, fino al ripristino dei finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro tagliati al settore a livello nazionale".
"I conti non tornano – sottolinea il presidente della Cia Siena, Roberto Bartolini, di fronte alla platea di Livorno -; e produrre il grano nella nostra provincia non conviene più, a causa della crisi di mercato e della scarsa annata produttiva. E proprio in queste ore l’Ue azzera i dazi sull’import di grano duro di qualità, si tratta di un provvedimento sbagliato che provoca un pesante colpo ai produttori della nostra provincia già in drammatica emergenza".
Con 1 kg di grano tenero venduto a 0,13 euro, si ricavano 800 grammi di farina, che danno 1 kg di pane che viene venduto in media a 2,60 euro. Agli agricoltori restano le briciole (5%).Con 1 kg di grano duro, sempre a 0,13 euro, si hanno 700 grammi di semola per 670 grammi di pasta, che viene venduta nelle differenti tipologie (spaghetti, penne, etc) da 0,60 euro a 6 euro.
Il Porto di Livorno è stato invaso dal folclore degli imprenditori agricoli senesi con bandiere, cappelli, trombe e fischietti delle organizzazioni di categoria; trattori, balle di grano, ed anche un battello ha accolto a bordo gli agricoltori per un presidio sui canali della città labronica.
"L’agricoltura è in pericolo – ha aggiunto Bartolini – ma il Governo pensa ad altro; si registra un crollo dei prezzi dei prodotti, l’aumento dei costi di produzione, e il calo dei redditi delle imprese del 20% dal 2000 ad oggi". Una crisi investe tutti i comparti, dalla cerealicoltura alla zootecnia, dall’olivicoltura fino a settori che hanno rappresentato sempre un’isola felice come vino e agriturismo.
"Inoltre – aggiunge il presidente della Cia Siena, accompagnato a Livorno da 2 pullman di agricoltori – chiediamo interventi immediati affinché venga riconosciuto lo stato di crisi ed in particolare il finanziamento del fondo si solidarietà, la proroga degli sgravi previdenziali e la sospensione dei contributi e dei mutui. Vanno poi riattivate le misure anticicliche per la gestione dei rischi di mercato, fino al ripristino dei finanziamenti per oltre 1 miliardo di euro tagliati al settore a livello nazionale".