Solo un progetto ampio e serio potrà attrarre i capitali privati per rilanciare il Santa Maria della Scala
SIENA. La probabile chiusura del complesso del Santa Maria della Scala è una notizia drammatica, ma ampiamente preventivabile.
Tutto ciò avviene mentre si parla dei progetti relativi alla corsa di Siena a Capitale europea della cultura 2019.
Credo che sarebbe meglio, prima, pensare a salvare il Santa Maria della Scala e le altre strutture della cultura e della storia di questa Città. Nel merito, già il programma di mandato del Valentini non dice assolutamente nulla. Sul Santa Maria della Scala non si sa cosa farci. Un dramma, perché il vincitore delle elezioni amministrative avrebbe dovuto avere un minimo di idee chiare su cosa fare del Santa Maria.
Già nel corso dell’estate 2012 avevamo commentato lo stanziamento di 400.000 Euro da parte della Regione Toscana come una misura transitoria e non definitiva, un palliativo. Tra qualche mese i problemi si ripresenteranno in modo drammatico.
La struttura dell’ex Spedale non dovrà essere la grande occasione perduta della nostra Città. E’ necessario tornare al progetto originario, nato negli anni ’90, quello che vorrebbe trasformare la struttura in un grande centro polifunzionale legato all’arte, al restauro, agli studi, alle esposizioni, alla formazione, insomma uno spazio da vivere e non solo da visitare.
Non pensi, il Valentini, di riprendere il progetto del Ceccuzzi che vorrebbe far sì che il Comune (cioè la comunità senese) sia posto in posizione subalterna rispetto a chi considera il bene culturale come oggetto di speculazione finalizzata all’interesse privato, cercando di riproporre quelle logiche volte a creare una rendita di posizione e che non portano ad un vero rilancio progettuale ed occupazionale.
Solo un progetto ampio e serio potrà attrarre i capitali privati per rilanciare il Santa Maria della Scala e, di conseguenza, l’economia senese. Occorre ripensare a rilanciare il Santa Maria della Scala ripartendo da quella che è stata la sua, storica, dimensione internazionale, quale centro di approdo per i pellegrini, sfruttando le opportunità offerte dall’Unione Europea ed attraendo fondi privati, purché questi ultimi non vengano qua per comandare. Dimostriamo che anche a Siena la cultura può generare reddito ed occupazione.
Francesco Giusti – Segretario comunale Lega Nord Siena